DOC Friuli & Friends – Prima Puntata: il Merlot

0
7290

“Doc Friuli & Friends” in versione online. In tempi di pandemia gli eventi del vino hanno dovuto rivedere formule e partecipazioni, adattandosi all’uso delle più svariate piattaforme digitali. Ecco, allora, seppur a stretto giro di link e videocamere, ho avuto comunque il piacere di partecipare a un paio di sessioni di degustazione organizzate dall’efficientissimo Consorzio Friuli Doc. Alla fine, anche se mediati dal mezzo tecnologico, il “contatto” umano e il piacere di condividere impressioni e pareri intorno al bicchiere sono stati gli stessi. Specie quando, aldilà dello schermo, trovi colleghi che stimi o validi “anfitrioni”, come Stefano Carboni dell’agenzia organizzatrice MG Logos e Matteo Bellotto, il portavoce del Consorzio.

In questo articolo (che ho diviso in due puntate) vi racconterò del Friuli in rosso, visto che di Refosco e Merlot si è parlato nei due appuntamenti a cui ho partecipato.

Premessa: Il Consorzio delle DOC-Friuli-Venezia-Giulia è l’ente di riferimento per la promozione del vino regionale. Racchiude al suo interno tutte le DOC storiche, di cui propone in maniera unitaria la promozione preservandone le singole identità, e in più rappresenta una DOC di “ricaduta” con maglie più larghe, accessibile a tutte le aziende, ovunque si trovino in regione.

Come ben sanno gli appassionati, il FVG è regione assai complessa da raccontare dal punto di vista vinicolo (e anche culturale, con tante lingue e comunità): oltre 26.500 ettari di vigneti complessivi, tante DOC, DOCG, IGT e sottozone, una pletora di vitigni tra autoctoni e internazionali. Pensate che, mediamente, ogni azienda produce tredici referenze! Una regione “bianchista” (sono bianchi oltre l’80% dei vini prodotti) dove, dal punto di vista ampelografico, non ci sono “solisti” famosi, come accade altrove, ma a dominare è un’offerta ampia e diversificata.

Due alfieri vestiti di rosso, però, la rappresentano degnamente: il Merlot e il Refosco dal Peduncolo Rosso.

Il Merlot è ovviamente l’onnipresente uva internazionale, qui considerata di casa: usata da sempre come taglio migliorativo per dare struttura e rotondità agli (un tempo) scarni rossi locali, da quelle parti si pronuncia con la “t” che sbatte forte sul palato. È il vitigno rosso più piantato in regione (e il terzo in assoluto), quello che, in un modo o nell’altro, consentiva al vignaiolo di “portare a casa il risultato”. Per questo ha avuto un grande successo, fino a posizionarsi, nell’immaginario del bevitore locale, come il classico bicchiere di vino da condividere con gli amici. Così, se il Friulano è il bianco quotidiano, il Merlot rappresenta il vino rosso di tutti i giorni, quello che ti mette sempre a proprio agio.

Proviamo a delinearne alcune espressioni attraverso le quattro etichette selezionate dal Consorzio.

Merlot DOC Friuli Grave 2019 – Cantina di Bertiolo S.P.A (Cabert)

L’azienda è nata nel 1960 nel comune di Bertiolo (Udine), un piccolo borgo agricolo posto al centro della DOC Friuli Grave, con il nome la “Cantina del Friuli Centrale”, che poi sarebbe diventata CABERT, acronimo che identifica appunto la Cantina di Bertiolo. Questo Merlot 2019 è un vino facile, ma sincero, schietto, da gustare in modalità “finiamo ‘sta bottiglia e prendiamone un’altra”! Il paragone con i grandi attori del panorama internazionale non avrebbe senso, ma è indubbiamente fresco e piacevole, con un sorso equilibrato e succoso. È come quel vecchio amico che non vedi da tempo, ma col quale, dopo 5 minuti, ti trovi subito in sintonia…

Merlot Doc Friuli 2018 – Terre di Ger

L’azienda Terre di Ger lavora circa 70 ettari in biologico in una zona pianeggiante della DOC Friuli Grave, in provincia di Pordenone. Il legno e i toni dolci la fanno da padrone. C’è una buona base fruttata, di frutta scura e matura, che ricorda la confettura. Poi spezie dolci e un non so che di cioccolatoso. Una folata di freschezza acida gli da un po’ di brio, ma il sorso mi appare poco reattivo ed eccessivamente statico. A confronto col vino precedente, l’amico non vuole “sbottonarsi” più di tanto, rimane un po’ “ingessato” e ti racconta, senza troppa emozione, della carriera e delle esperienze lavorative degli ultimi anni. Interessante, sì…ma dimmi chi sei!

Merlot DOC Friuli 2018 – Cantina Produttori Cormòns

La Cantina Produttori di Cormòns (Gorizia) ha 120 soci e 350 ettari di terreni, disseminati fra varie DOC. Questo Merlot proviene dalla DOC Friuli e mostra da subito una bella eleganza ed articolazione. Ha tutta la morbidezza tipica del Merlot, ma esibita con garbo, senza eccessi. Al naso presenta un bouquet ampio, sia floreale che fruttato. In bocca è strutturato, denso ma scorrevole, con un bel finale amaricante. Un “comfort wine”, insomma, ma senza sovrastrutture, con caratteristiche un po’ prevedibili ma ben giocate. L’amico di prima ha slacciato la cravatta e si sta aprendo…

Altromerlot Doc Friuli Colli Orientali 2016 – Torre Rosazza

Torre Rosazza si trova nel comune di Oleis, frazione di Manzano (UD). Rientra in una delle più prestigiose aree dei Colli Orientali del Friuli, oggi sottozona riconosciuta come “Rosazzo”. I suoi filari si snodano in alta collina, su impervi terrazzamenti, dove le temperature raggiungono valori elevati e danno origine a uve mature e concentrate. Il nome del vino rivela subito le intenzioni: vuole essere (dal 1987) un Merlot longevo, diverso dai vini freschi e beverini della tradizione friulana. E’, al naso, immediatamente riconoscibile come Merlot: una parte erbacea ben in evidenza dona freschezza e complessità, poi tanta frutta, che va dall’amarena ai mirtilli, passando per note silvestri e balsamiche. In bocca è molto elegante, con una grande qualità del frutto e una speziatura da legno ben integrata. L’amico, finalmente, ci sta raccontando qualcosa di intimo e personale: nonostante il vestito elegante e il portamento un po’ altero, alla fine è sempre lui…

___§___

(nella seconda puntata vi parlerò dell’amico Refosco…)

Franco Santini

Franco Santini (santini@acquabuona.it), abruzzese, ingegnere per mestiere, giornalista per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri. Pian piano, da argomenti tecnico-scientifici è passato al vino e all’enogastronomia, e ora non vuol sentire parlare d’altro! Grande conoscitore della realtà vitivinicola abruzzese, sta allargando sempre più i suoi “confini” al resto dell’Italia enoica. Sceglie le sue mète di viaggio a partire dalla superficie vitata del luogo, e costringe la sua povera compagna ad aiutarlo nella missione di tenere alto il consumo medio di vino pro-capite del paese!

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here