La mano angelica: Massimo Di Fulvio a Castell’in Villa

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Di fronte a piatti così sdilinquisco. Di piacere e di sorpresa. Eppure quella di Massimo Di Fulvio è una traiettoria defilata e vissuta in buon ordine ( e di buon grado) al di fuori dei riflettori delle notorietà e del frastuono mediatico. Da 25 anni però vive nel Chianti, e fa vivere un ristorante a suo modo atipico – nelle chisure, nelle aperture, nei modi.. in quello che volete-, giustificato dal fatto che quel ristorante si trova a Castell’in Villa, nel cuore del borgo antico governato da Coralia Pignatelli, straordinaria donna del vino. Da qui l’unicità e la mancanza di ovvietà.

Ma la mano, la mano di questo umile cuoco ha un che di angelico per come risce a trattare le materie prime, e a dissimulare nella apparente immediatezza di una preparazione tutto un sotteso di profondità. Per dire, che la chitarrina ( fatta in casa con) al ragù di cinghiale possa stagliarsi fra i più grandi piatti di selvaggina mai assaggiati in vita mia non è che mi fa problemi ammetterlo.

E che quella sorta di lasagnetta alle verdure dell’orto, del proprio orto, con quella crema di melanzane d’alta scuola, possa richiamare alla mente, chessò, un genio delle cucina vegetale come Alain Passard, forse non è un caso.  E se il piccione al Vin Santo, la cui realizzazione abbisogna di 4 passaggi e non lo diresti, è un piatto che parla evocando (evoca parlando), il dessert ti fa letteralmente rivivere il Mediterraneo, che è qui un po’ Grecia e un po’ Chianti.

Ristorante Castell’in Villa – Loc. Castell’in Villa – Castelnuovo Berardenga (SI)

Contributi fotografici di Lorenzo Coli

 

FERNANDO PARDINI

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