Bolgheri Rosso Le Macchiole, verticale completa. Alla ricerca del sentimento bolgherese

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BOLGHERI (LI) – Verticalona completa di Bolgheri Rosso alle Macchiole. Dal 2004 al 2019. Solo magnum. O di come una potenziale Cenerentola possa trasformarsi, una volta ancora, in principessa. Dai primi incerti passi di un progetto comunque saggiamente sviluppatosi attorno alla vigna, su su fino alla consapevolezza, alla quadratura del cerchio, alla pura espressività. Un viaggio istruttivo e coinvolgente alla ricerca del “sentimento” di Bolgheri, in compagnia di Cinzia Merli, delle Macchiole l’anima, ammirevole esempio di cosa significhi credere in un territorio ma crederci per davvero, e fare di tutto per rendere credibile pure lui.

Due o tre considerazioni nel merito, dopo tutti questi bicchieri. Il Bolgheri Rosso è l’unico esponente della casa ricadente sotto la Doc. Una volta c’era pure Paleo (fra le etichette simbolo del rinascimento bolgherese), ma per lui fu decisa la strada del monovitigno (cabernet franc) e a quei tempi là (2001) il disciplinare non lo prevedeva (oggi sì), perciò divenne un Igt, e tale è rimasto. Così come sono a Igt gli altri due iconici alfieri aziendali, Messorio e Scrio, che in ragione della loro costituzione varietale (merlot il primo, syrah il secondo) non rientrano nei requisiti del disciplinare. Questo preambolo per sottolineare come il Bolgheri Rosso nasca dall’intento preciso di elaborare un “classico” Bolgheri. A partire dalle vigne però, che sono vigne espressamente dedicate a lui.

Altro aspetto: parrebbe paradossale, ma paradossale non è, che a fronte di un significativo incremento delle tirature (si passa dai 38000 flaconi della prima annata agli oltre 140000 dell’ultima) non si sia assistito a una spoliazione nel carattere del vino, casomai a una sua amplificazione. E questo è una chiara testimonianza di quanto sia stato fatto in termini di conoscenza del territorio e sensibilità interpretativa.

E a proposito di interpretazione, assai marcata appare la differenza fra le prime annate, in cui il vino, pur non cedendo affatto sul piano della tonicità, denota qualche impuntatura di troppo legata al “metodo” (leggasi lasciti del rovere) e alla volontà di ricercare concentrazione (e relativa estrazione) da impianti vitati molto fitti, e le successive, diciamo dalla 2012 in poi (anche  se non mancano felici spot nelle annate precedenti, come la 2009 o la 2010), in cui assistiamo alla progressiva liberazione dai lacci e ad estrazioni più equilibrate, ciò che si evidenzia ancor più limpidamente dalla riuscitissima 2016 in avanti, fino al brillio delle ultime annate (2018 e soprattutto 2019), apparse in deciso spolvero, al punto da far presupporre ulteriori margini di crescita.

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BOLGHERI ROSSO 2004 (40% merlot, 30% cabernet franc, 30% sangiovese)

Il primo nato non ci pensa proprio lontanamente a sfibrarsi al cospetto del tempo; il tono generale è preservato, e l’alito balsamico che ne investe gli umori di terra e sottobosco apporta vitalità. Anche i lasciti del rovere, però, sono duri a morire: ne consegue qualche contrazione di troppo lungo lo sviluppo e una chiusura un po’ asciugata.

BOLGHERI ROSSO 2005 (50% merlot, 30% cabernet franc, 15% sangiovese, 5% syrah)

Assume le cadenze di un vino senza fronzoli, fra risolutezza e introspezione, da cui emerge un bel mélange erbaceo/silvestre/balsamico in un sorso energico e bellamente austero, anche se poco disteso, rigato da una sensazione amarognola nel finale.

BOLGHERI ROSSO 2006 (50% merlot, 30% cabernet franc, 10% sangiovese, 10% syrah)

Qui ne apprezzi l’ampiezza e la rilassatezza nell’eloquio, senza intemperanze tanniche. Ad emergere il velluto tattile, la cremosità e l’avvolgenza, senza per questo risultare indolente. E’ lungo, setoso, accordato, e poi dalle sue maglie trapela integrità, e quella lui ti dà.

BOLGHERI ROSSO 2007 (50% merlot, 30% cabernet franc, 5% sangiovese, 15% syrah)

E’ un naso dispiegato, aperto, dalle pieghe mature nel frutto. Gli sbuffi eterei annunciano una trama larga solcata da rivoli erbacei un po’ crudi, e un certo “asciuttore” di fondo. Solo discreta l’incisività.

BOLGHERI ROSSO 2008 (50% merlot, 30% cabernet franc, 5% sangiovese, 15% syrah)

Coriaceo, maschio, altero, con un coté aromatico da Brunello per via delle note di ghianda e sottobosco, è quasi granitico nella sua fermezza, ma è una fermezza che sottende tenacità, vita. Stimoli vegetali un po’ accentuati annunciano una chiusura riservata, coerentemente riservata.

BOLGHERI ROSSO 2009 (50% merlot, 30% cabernet franc, 20% syrah)

Esce il sangiovese dal blend costitutivo, mentre il rovere batte un colpo ma poco incide, a fronte della naturale seduzione di quel fiato balsamico; soprattutto nulla può di fronte a una corrente acida che trasporta e sostiene, offrendo propulsione alla dinamica. Se ne esce un vino proporzionato, fresco, solo leggermente cupo nei toni.

BOLGHERI ROSSO 2010 (50% merlot, 30% cabernet franc, 20% syrah)

Il primo vero acuto. Qui il frutto rosso si esprime ancora in tutta la sua fragranza, il tratto è sinuoso, elegante, scorrevole, teso, ma soprattutto suadente, dall’intrigante sottofondo speziato e dai tannini dolci. Buono!!

BOLGHERI ROSSO 2011 (50% merlot, 30% cabernet franc, 20% syrah)

Cospicua dote fruttata, con la dinamica che inevitabilmente ne risente. E’ morbido, avvolgente, in beva, ma l’equilibrio corre sul filo della precarietà. Il calore è percepibile, e nel finale risulta un po’ asciugato. C’è coerenza, quella sì, fra la generosità un po’ pacioccona di questo vino e un’annata che ha fatto dell’irregolarità climatica il suo marchio di fabbrica.

BOLGHERI ROSSO 2012 (50% merlot, 30% cabernet franc, 20% syrah)

Ricco ma adeguatamente contrastato, gli manca la diffusione e l’ariosità del grande millesimo, il tratto è brevilineo e tende ad assottigliarsi, ma il tutto si esprime con garbo, rilasciando una sensazione di piacevolezza.

BOLGHERI ROSSO 2013 ( 50% merlot, 30% cabernet franc, 20% syrah)

Secondo acuto di oggi e si sale di quota. Elettrico, vitale, fresco, mentolato, davvero elegante. Un pizzico di alcol in sopravanzo ma qui hai tensione, accordatura, sostanza, proporzioni. Bello!

BOLGHERI ROSSO 2014 (50% merlot, 30% cabernet franc, 20% syrah)

Il timbro aromatico assume un fascino un po’ decadente e autunnale, e al gusto mischia aneliti di freschezza a cadenze più evolute. In questo stadio interlocutorio della parabola vitale assume comunque contegno e dignità, pagando forse dazio in termini di vivezza.

BOLGHERI ROSSO 2015 (50% merlot, 30% cabernet franc, 10% cabernet sauvignon, 10% syrah)

Esordio del cabernet sauvignon nel blend, con il nostro che si presenta ricco, generoso, figlio legittimo dell’annata 2015. Il calore di un abbraccio però si lascia apprezzare. Un po’ “grosso”, semmai, ma come governato da un innato senso dell’ordine, e da una pienezza buona.

BOLGHERI ROSSO 2016 (50% merlot, 20% cabernet franc, 15% cabernet sauvignon, 15% syrah)

Terzo acuto della giornata: freschezza aromatica, fragranza, tono, portamento, e un ottimo bilanciamento fra le parti, con tannini integrati, ritmo e assenza di ridondanze. Bello per davvero!

BOLGHERI ROSSO 2017 (40% merlot, 30% cabernet franc, 15% cabernet sauvignon, 15% syrah)

Assai tonico e reattivo, la sensazione vegetale non ne incrudisce la trama, che si fa garante di succosità ed equilibrio nonostante l’annata infida. Sempre intrigante il coté balsamico.

BOLGHERI ROSSO 2018 (40% merlot, 20% cabernet franc, 20% cabernet sauvignon, 20% syrah)

Nitido, ordinato, cesellato, esce il fiore ad ingentilirne il tratto aromatico e il nostro sembra aver acquisito un respiro nuovo, più aereo, più bilanciato, come epurato del superfluo o degli eccessi. A guadagnarci sono il dettaglio e la facilità di beva. E una versatilità che qui si fa evidenza.

BOLGHERI ROSSO 2019 (50% merlot, 20% cabernet franc, 20% cabernet sauvignon, 10% syrah)

La stessa sensazione del 2018, fondata su levità e giuste proporzioni, ma in questo caso l’annata sembra aver portato in dote una materia più importante e una maggiore freschezza gustativa. Percepisci complessità, tonicità, grinta, e il tutto viene espresso con misura, senza carichi di frutto, di legno o di tannini. E’ persino facile immaginare per lui un futuro all’altezza. Mooolto buono.

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Contributi fotografici dell’autore

FERNANDO PARDINI

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