“I rossi, i rossi, i rossi…. O i bianchi?” – Gran selezione dei bianchi di Toscana – Parte 2/L’interno

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INTRO

Uno spazio dovuto, uno spazio dedicato. La proposta in bianco toscana sintetizzata da una selezione di vini ad alta dignità territoriale che testimonia di un fermento in atto – sono idee, pulsioni, conseguimenti -, in una regione che storicamente non è mai stata terreno fertile per la tipologia, schiacciata come si ritrova dalla imperiosa presenza dei rossi.

Eppure, forse proprio in ragione del fatto di doversi conquistare spazi di visibilità e di credibilità a suon di sgomitate, l’impegno profuso in materia sta andando ben oltre la didattica e la didascalia, e l’ipotetico gap sembra rappresentare una spinta motivazionale incredibile per gettare il cuore oltre l’ostacolo, e per far comprendere al mondo l’esistenza di estri e territori che non scherzano, anche al di là delle strade più battute.

Da nord a sud, da est a ovest, ecco quindi un piccolo repertorio ragionato delle etichette più stimolanti raccolte fra quelle uscite sui mercati quest’anno, senza preclusioni mentali o pregiudizi di sorta, con una certa preminenza (predilezione?) per le voci fuori dal coro, quasi sempre le più intonate. Insomma, un repertorio dallo spirito laico. 🙂

Tanto basta per riceverne in cambio una sensazione di autenticità che trapassa luoghi e vitigni, o forse, più appropriatamente, che li accoglie e li eleva, tramutandosi “semplicemente” in piacere e coinvolgimento emozionale.

Qui in mezzo, a parer mio, ci sono dei campioni di carattere, ma non solo quelli; anche vini che magari, pur non possedendo le stimmate del bianco di razza, hanno dalla loro la sincerità e la trasparenza espressiva, e questo indipendentemente dai metodi e dagli stili (ve ne sono di acciaiosi, anforosi, roverizzati, cementizi, macerati..).

Ce n’è per tutti i gusti e per tutti i palati, ma in ogni caso, degustando ‘sti vini qua, a tutto mi è venuto da pensare fuorché al metodo con il quale sono stati elaborati. E anche questa – a mio modo di vedere – è una grossa conquista.

Abbiamo iniziato dalla Costa, ossia dalle province che si affacciano sul mare. Proseguiamo con l’interno, che in questo caso coinvolge “cose” provenienti dalle province di Firenze, Siena e Arezzo, dove non per caso puoi incontrare meraviglia.

L’ordine di apparizione è strettamente alfabetico.

LEGGI QUI I BIANCHI DELLA COSTA

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Arnaldo Rossi – Cibino 2019 (trebbiano, canaiolo bianco, malvasia; €25) – Località Cozzano – Castiglion Fiorentino (AR)

Di impostazione macerativa, ha un colore dorato e vanta un’intrigante complessità aromatica. E’ cremoso, floreale, ricco ma garbato, ampio, incisivo, di distintiva progressione sapida. Il sapore resta a lungo, e il fatto che si confermi uno dei bianchi più stimolanti della regione mi piace immaginare che non dipenda soltanto da un estro di interprete, ma anche dalla vigna da cui proviene, in grado di riallacciare i tempi andati alla contemporaneità, suggerendoci che forse forse ci siamo persi qualche cosa. Sono le viti maritate all’acero campestre in località Cozzano, di oltre cent’anni di età. Un bio-monumento agricolo, un mònito e un messaggio.

Capannelle – Chardonnay 2019 (€ 48) – Gaiole in Chianti (SI)

Un “classico” dal Chianti Classico. Dalle alture del Trebbio uno Chardonnay che a suo modo ha fatto scuola e che addirittura, nelle ultime edizioni, sembra svincolarsi ancor di più (e ancor meglio) dalle briglie dell'”elevaggio” in rovere per aprirsi a una dimensione di assaggio più “trasparente”, che gli consente di svelare quel sottotraccia sapido-minerale che lascia il segno. Profondo e sfumato, questo 2019 assume una postura signorile arricchita dai non detto.

Cesani – Vernaccia di San Gimignano Riserva Sanice 2019 (€ 18)  – Località Pancole

Come sempre da ascolto attento, come sempre fra i capisaldi della tradizione sangimignanese, il nuovo Sanice di Letizia Cesani è sodo, ricco ma assai slanciato. Ad emergere sono la tempra e la solidità. E tanto sale in compressione. E il fatto che il tempo giocherà a suo favore. Intanto, il riflesso di torba riconduce chiarissimamente alla razza sua.

Il Colombaio di Santa Chiara – Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2020 (€ 23) – Località San Donato

Il profilo nordico e stilizzato delle Vernacce dei fratelli Logi si esalta nel cru Campo della Pieve. Finissimo e mentolato, è sottile, profilato, infiltrante, verticale. Che dire, una personalità distintiva, che ormai riconosci, per un’idea di Vernaccia con l’abito elegante che gioca la sua partita sulla freschezza e sulla capacità di dettaglio.

Il Palagione – Vernaccia di San Gimignano Lyra 2019 ( € 14) – Castel San Gimignano

Bella purezza qui, in un vino signorile, ampio, teso, scorrevole, salino, la cui cremosità non ne comprime la dinamica. Ah, e molto classico negli accenti, con il rilievo floreal-agrumato a conferirgli finezza aromatica. Una Vernaccia di rara incisività, che prefigura un bel potenziale evolutivo sotto l’egida di una enologia più che attenta a preservare tipicità e nitore. Una delle punte di diamante della gamma di Giorgio Comotti, gamma a dir poco competitiva.

Le Verzure – Biancoaugusto 2020  (trebbiano, malvasia del Chianti; € 26) – La Befa – Murlo (SI)

Una realtà familiare nata in un contesto paesaggistico incorrotto alla “periferia” nord-ovest di Montalcino, in un pezzo di campagna profonda e suggestiva mai toccata dai riflettori della ribalta enoica. Le dimensioni di impresa sono piccole, i gesti ispirati.

Vinificato e affinato in anfora, con una macerazione sulle bucce di 6 mesi, presenta come un velo in superficie, eppure emana luce; il metodo di vinificazione qui è un veicolo; anzi, il metodo lui se lo mangia. Ha tensione, contrasto, dinamica, sale, e una spinta acida e agrumata che slancia il finale facendoti salivare, su ricordi di erbette aromatiche, macchia mediterranea e orzo.

Montenidoli – Il Templare 2018 ( vernaccia, trebbiano, malvasia; € 21) – Località Montenidoli

Beh, Il Templare ’18 di Elisabetta Fagiuoli se la può giocare, e bene, coi vini del mondo. E’ come un locomotore a vapore, che parte lento per poi alla distanza lasciarti lì, mentre lui corre tranquillo alla mèta. E’ contrastato, complesso, scortato da sentori terragni e minerali, e colpisce al cuore per saldezza e nobiltà espressiva. Come aduso dei vini di Montenidoli, possiede la scorza e l’interiorità, che è come dire che possiede tutto.

Montesecondo  – Tïn Trebbiano 2020 ( € 30) – Località Cerbaia – San Casciano Val di Pesa (FI)

Tïn in lingua araba significa argilla. E dall’argilla deriva l’anfora nella quale matura il Trebbiano di Silvio Messana. La lunga macerazione sulle bucce non confonde espressività e vitigno, e anche questa è una bella notizia. A brillare sono un chiara fragranza, un bel candore fruttato, e uno schiocco acido dall’ascendente tipicamente chiantigiano. Naturalissimo e godibilissimo, disegna una traiettoria a sé insererendosi nell’ambito della particolare tipologia con un’innata predisposizione verso le sfumature di sapore.

Panizzi  – Vernaccia di San Gimignano Vigna Santa Margherita 2020 ( € 18) – Località Santa Margherita

Uno Chablis a San Gimignano. Uhei, intendiamoci, nessun apparentamente varietale, perché la purezza vernaccesca di questa Santa Margherita è indiscutibile, epperò quelle struggenti sensazioni di grano ne rendono il profilo aromatico elegantissimo e signorile. E poi c’è quella compostezza, quel portamento, quel modo di diffondersi, e quel sale nel finale…. Davvero un conseguimento raro, che lascia chiaramente intendere, casomai ce ne fosse ancora bisogno, che con la Vernaccia SI-PUO’-FARE.

Paterna – Il Terraio 2021 (trebbiano, malvasia, orpicchio; € 12) – Terranuova Bracciolini (AR)

L’idealità di cui si alimenta il microcosmo Paterna, non a caso nato nel Settantasette, ha pochi eguali e profuma di libertà. I vini richiamano schiettezza e rispetto varietale, vestendosi di una eleganza concreta, e il territorio da cui traggono origine vi si riflette nei toni misurati e nell’autenticità di passo.

Il Terraio ’21 è ampio (anche se non dettagliatissimo ai profumi), pulito, rigoroso, senza orpelli, flemmatico, dalla personalità non urlata. Però!

Sàgona – Primi Passi 2021 ( trebbiano, malvasia; € 16) – Loro Ciuffenna (AR)

Dalle pendici del Pratomagno, una proposta accordata che a ha a cuore la tradizione e porta nel bicchiere una vocazione sincera per la tavola e il convivio. Primi Passi è un vino schietto, nature, sulfureo, verace con gusto, di “ricca essenzialità”. Non possiede la profondità la più profonda, ma una grande dignità territoriale. E poi c’è quel sale, che fa da abbrivio alla beva.

San Benedetto – Vernaccia di San Gimignano 2021 (€ 10) – Località San Benedetto

Aulica classicità, portamento, carattere austero (ma non severo), gusto terragno. Lavora in sottotraccia, ma ti conquista per purezza e per le intime accordature di una trama senza orpelli. Grande Vernaccia a un prezzo amorevole.

Tenuta San Jacopo – Erboli 2020 (trebbiano; € 20) – Cavriglia (AR)

La sottigliezza aromatica non appartiene forse al suo DNA, però ti sorprenderà per l’ampiezza dall’allure vagamente mentolata, da cui traspira freschezza. Ed è in bocca, d’altronde, che farà valere tutta la sua personalità: levigato, cremoso, tonico, salino, rifugge qualsivoglia parvenza di banalità per puntare dritto alla distinzione.

Terre di Sovernaja – Vernaccia di San Gimignano Viti Sparse 2020 (€ 16)  – Località Casale

Fresco, agrumato, guizzante, peperino, ha una freschezza corroborante e un ritmo indiavolato, di succosa intensità, e uno slancio che prevale sull’avvolgenza. Di grande forza espressiva, si alimenta di contrasti ed è tutto men che omologato. Il primo acuto del giovane Federico Montagnani, di cui sentiremo certamente riparlare.

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FERNANDO PARDINI

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