Di ritorno dalla CC Collection 2023 – Chianti Classico Riserva 2020, o dell’innata piacevolezza

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I Chianti Classico “d’annata” ce lo avevano già annunciato, gli attesissimi Riserva ce lo confermano: in Chianti si respira una vitalità e una maturità espressiva che sta coinvolgendo tutto e tutti. E i risultati si vedono. Non soltanto quindi il vigneron “consapevole”, paladino indefesso di premure e coerenza, ma anche casate del vino super accessoriate e di dimensioni significative, quelle che fino a poco tempo addietro non si facevano scrupoli ad abbracciare il mood stilistico del momento, strizzando l’occhio al meticciato a suon di iniezioni di rovere nuovo, rimpolpamenti di materia e generose estrazioni.

Perché è leggibile, e sempre più generalizzato, il ritorno al buon senso, che consiste oggi nel disegnare vini più “trasparenti” e sensibili alle reali sollecitazioni del terroir di provenienza, e quindi più riconoscibili e sinceri. Più territoriali, appunto.

Un’annata come la 2020, non del tutto rose e fiori, che è andata pure ad inaugurare una triade di millesimi (2020,2021, 2022) sostanzialmente caldi e asciutti, ha comunque garantito gradienti termici provvidenziali quando era il momento di farlo, senza eccedere poi troppo in situazioni siccitose e senza procurare irrisolvibili patemi quanto a stress idrico, elargendo semmai qualche sporadica, agognata piccola pioggia estiva e qualche insidia più umida nel mese di settembre, ma tutto sommato consentendo di portare in cantina uve integre con un giusto mix di struttura, alcol e freschezza, per niente male – alla luce dei fatti e dei bicchieri –  dal punto di vista dell’equilibrio complessivo.

Certo, a volergli fare le pulci, mancano il vigore e la stratificazione tannica delle annate più importanti, ma nel medio periodo questi vini qua sapranno certamente regalare grandi soddisfazioni sul piano della piacevolezza, con il pregio di andare a scoperchiare sempre di più e sempre meglio le doti intime e caratterizzanti dei diversi areali chiantigiani da cui discendono.

E se non mancano alcuni bemolle, riscontrabili perlopiù in un rilievo tannico a volte un po’ rugoso, la profondità di passo dei migliori Riserva la si può apprezzare nello slancio gustativo e nella capacità di dettaglio, doti quest’ultime che accolgono ed esaltano da un lato la vocazione di luogo, che ben può decretare una differenza quanto a timbrica ed espressione, dall’altro la vocazione di “manico”.

Il fatto straordinario è che tutto questo coacervo di buoni propositi, accresciuta sensibilità interpretativa e ottimi risultati stia emergendo proprio nel bel mezzo di una transizione climatica a dir poco epocale per le sorti del vigneto Italia. Solo per restare sugli aspetti sensoriali, pensiamo al calore alcolico, allo spanciamento nelle trame, all’affaticamento di beva, alla progressiva erosione delle doti di freschezza….

Mi vien da pensare infine che non sia propriamente un caso che i risultati promettenti della vendemmia 2020 corrispondano all’annus horribilis della crisi pandemica, dove tutto era chiuso (forse anche le menti?) e dove sostanzialmente non ci si poteva muovere. Il felice sospetto che la vigna sia stata attenzionata e accudita maniacalmente ti viene.

Come un gettare il cuore oltre l’ostacolo, insomma, o come un rifugiarsi negli affetti, fino allo struggimento, per cercare di ricavare il meglio che si può anche dalle insidie e dalle avversità. Ecco, in Chianti si può ben dire che ci siano riusciti.

CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020 – GLI ASSAGGI

Disposte in stretto ordine alfabetico, e non di predilezione, le note contemplano pochissime esclusioni, solo nel caso di quei vini per i quali la lettura della campionatura propostaci, campionatura non definitiva, è risultata improba e potenzialmente fuorviante.

Per agevolare la comprensione ho indicato fra parentesi i vitigni e l’areale (UGA) di provenienza delle uve, mentre l’acronimo CV in testa ai commenti, qualora presente, va a significare “campione da vasca“.

Per il resto, tutto è affidato alle parole, ma anche ai silenzi. Come sempre, d’altronde.

La degustazione è stata effettuata nel mese di febbraio 2023 alla Chianti Classico Collection fiorentina. Un grazie all’ispirato Consorzio di Tutela per l’opportunità e l’organizzazione è un atto dovuto.

Ah, ovviamente la degustazione non copre tutto lo scibile, e ci mancherebbe: ne rappresenta semmai solo una parte. Molte altre Riserva usciranno sui mercati più avanti, secondo una pratica ormai invalsa anche in Chianti per la quale le uscite vengono cadenzate ad estro dei singoli produttori, nel rispetto dei tempi di maturazione dei vini, o per ragioni meramente strategico-commerciali.

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ANTINORI – CHIANTI CLASSICO RISERVA VILLA ANTINORI 2020   (sangiovese; altri – San Casciano VdP)

Profumi ben scanditi, e una idea chiara di fragranza e di piacevolezza. E se in chiusura è più dispersivo, con una appendice di sapore un filino amaricante, è appena doveroso sottolineare come il livello qualitativo, a fronte di una tiratura di oltre 400mila flaconi, sia da considerarsi quantomeno inappuntabile.

ANTINORI – CHIANTI CLASSICO RISERVA MARCHESI ANTINORI 2020  ( sangiovese; altri – San Casciano VdP)

Una densità e una concentrazione maggiori rispetto al Villa marcano la fisionomia di un vino ben risolto e pure ordinato nell’eloquio. L’impostazione stilistica, semmai, lascia traccia di sé in quel finale “spalmato” nel frutto, solcato da rivoli dolciastri.

ARILLO IN TERRABIANCA – CHIANTI CLASSICO RISERVA POGGIO CROCE 2020 ( sangiovese – Radda)

Raffinato, sinuoso, poco estrattivo, gli agrumi spingono sulla freschezza mentre il tono generale contempla leggiadria e dettaglio floreale. Un viatico stilistico-interpretativo molto interessante.

BRANCAIA – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020  (sangiovese; merlot – Radda e Castellina)

Polposo, accomodante, di sicuro spessore gustativo senza risultare velleitariamente presenzialista, è un vino “merlottato” con garbo, anche se mi manca maledettamente il disarmante candore del Chianti Classico “d’annata”.

BUONDONNO – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020 (sangiovese – Castellina)

Si ripropone su altissimi livelli, come già fu per l’annata precedente, il Riserva della famiglia Buondonno. Gessoso, minerale, contrastato, possiede una sicura presa sul palato e una dinamica avvincente. Gran bel vino, arioso, “dritto”, reattivo.

CAPARSA – CHIANTI CLASSICO RISERVA CAPARSINO 2020 (sangiovese – Radda)

CV – Austero ma non troppo, di fiori e frutto scuro, sciorina una bella densità di materia (proprio carnosa) e un bel nitore. E’ fresco, convincente, senza intemperanze od occlusioni. Ottime le prospettive di crescita.

CAPRAIA – CHIANTI CLASSICO RISERVA  2020  (sangiovese – Castellina)

Timbro ferroso in evidenza (un tratto che accomuna altri vini della casa), sicura grinta e un amalgama da concretizzarsi in termini di piena scorrevolezza e armonia d’assieme. Insomma, ancora un po’ contratto nello sviluppo e ostinato nel tannino.

CASTAGNOLI – CHIANTI CLASSICO RISERVA TERRAZZE 2020  (sangiovese – Castellina)

L’esplicitezza floreale, molto intensa, è screziata da sentori di smalto. Il rovere dice la sua, la dolcezza del frutto rischia e sfiora una certa stucchevolezza.

CASTELLO DI ALBOLA – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020 ( sangiovese – Radda)

Elegante, nitido, arioso, con il sottotraccia minerale ben enucleato, è articolato, sciolto, molto buono da bersi. Ineccepibile.

CASTELLO DI MELETO – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020 (sangiovese; merlot – Gaiole)

CV – Fra le etichette di Meleto forse quella che soffre un po’ di più sul piano del carattere. Il frutto è scuro, la trama ben rimpolpata dal contributo “foresto”, il profilo gustativo morbido e conciliante.

CASTELLO DI QUERCETO – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020   (sangiovese; canaiolo – Greve)

La proverbiale alterigia, tipica della prima gioventù, trasmette una certa freddezza caratteriale, annunciata dalla rigidezza di passo e da un gusto poco concessivo. Dalla sua può rivendicare però buone doti di freschezza.

CASTELLO DI VOLPAIA – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020  (sangiovese – Radda)

A convincere è l’equilibrio complessivo, fra levigatezza tattile e sensualità. Il fondo floreale accoglie risvolti più esotici, ma la dominante richiama eleganza, e te la dà.

CASTELLO VICCHIOMAGGIO – CHIANTI CLASSICO RISERVA AGOSTINO PETRI 2020 ( sangiovese; cabernet sauvignon – Montefioralle)

Fra le etichette di Vicchiomaggio la più misurata dal punto di vista estrattivo. A trarne giovamento sono la speditezza e la simpatia. Davvero croccante il frutto.

DIEVOLE – CHIANTI CLASSICO RISERVA NOVECENTO 2020  (sangiovese; canaiolo, colorino – Vagliagli)

CV – Procede senza incertezze il traghettamento di Dievole verso lidi di più luminosa espressività. Un esempio su tutti è costituito da questo Novecento: slanciato, succoso, agrumato, dolce nella chiosa tannica, è un vino modulato nei toni ed elegante nella sostanza.

FAMIGLIA ZINGARELLI /ROCCA DELLE MACIE – CHIANTI CLASSICO RISERVA SERGIOVETO 2020   (sangiovese – Castellina)

Molta grafite per un vino arroccato, rigido, contratto, dai risvolti amaricanti. Di difficile lettura.

SAN GIUSTO A RENTENNANO – CHIANTI CLASSICO RISERVA LE BARONCOLE 2020 (sangiovese – Gaiole)

CV – Che si tratti di una campionatura non definitiva lo si intuisce dall’amalgama ancora imperfetto. Se ne colgono però i tratti salienti: grande materia, ricchezza, solidità e un tannino tridimensionale che batte un colpo (anzi due). Assolutamente da farsi, ma assolutamente futuribile.

FELSINA – CHIANTI CLASSICO RISERVA RANCIA 2020 (sangiovese – Castelnuovo Berardenga)

Insistite quanto curiose screziature aromatiche, che ricordano il gambo del carciofo o il Cynar, “obbligano” l’espressività del vino ostacolandone la piena comprensione.  Una certa rigidezza di passo, quella sì.

GAGLIOLE  – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020  (sangiovese  – Panzano)

Bella espressione della conca panzanese, direi quasi didattica per come riesce a coniugare ricchezza ed eleganza, robustezza e “senso” del dettaglio, il tutto risolto in un disegno di accurata definizione.

GUIDI 1929 – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020  (sangiovese; malvasia nera, merlot – Varie UGA)

Caldo, morbido, sul frutto, accomodante ma poco profondo.

LA MONTANINA – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020  (sangiovese; ciliegiolo – Gaiole)

Primi acuti per questa cantina di Monti in Chianti. Agrume in evidenza, tensione, reattività, bilanciamento delle parti…. Come a dire: sensibili progressi sul piano della personalità.

LA VIGNA DI SAN MARTINO AD ARGIANO – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020  (sangiovese – San Casciano VdP)

Appena 2000 le bottiglie prodotte, per questa piccola realtà di recente varo nata dal concerto di idee di due amici: sopportabili “incisioni” del rovere piccolo annunciano un sorso succoso, misurato, balsamico, sensuale, con un briciolo di calore in sopravanzo. Un garagiste da attenzionare.

LE MICCINE – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020    (sangiovese – Gaiole)

CV – Qualche reminiscenza del rovere (incenso) ma una grazia che conquista: sfumato, carezzevole, sconta soltanto un finale non ancora coeso, ma la permanenza in bottiglia schiarirà orizzonti.

LUIANO – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020   (sangiovese – San Casciano VdP)

Classico negli accenti, è largo, etereo, caldo ma piacevole. Certo un po’ di reattività in più non guasterebbe.

MAURIZIO ALONGI – CHIANTI CLASSICO RISERVA VIGNA BARBISCHIO 2020  (sangiovese; malvasia nera, canaiolo – Gaiole)

Alla sesta vendemmia di sempre, Barbischio acquisisce più limpidamente le sembianze del luogo da cui proviene. Perché in cuor tuo te lo aspetteresti proprio così: elegante, floreale, sottile, pervasivo, slanciato, figlio legittimo del macigno chiantigiano. La migliore edizione dei ricordi miei.

MAURIZIO BROGIONI – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020   (sangiovese – Montefioralle)

Non si predispone certo per un dialogo rilassato: è verace, ruspante, un po’ selvatico, quello sì.

MONTE BERNARDI – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020   (sangiovese; canaiolo – Panzano)

Una leggerezza piena di senso, un soffio di freschezza, un vino raffinato e speditissimo. Lo riconosci fra mille.

MONTERAPONI  – CHIANTI CLASSICO RISERVA IL CAMPITELLO  2020 (sangiovese; canaiolo, colorino – Radda)

CV – Possiede la definizione e il grado di dettaglio di un vino in bottiglia, nonostante si tratti di un cv, e si lascia ben leggere. Tre parole per parlare di lui, che potremmo declinare in -ato: proporzionato, raffinato, slanciato.

PODERE CASTELLINUZZA – PAOLO COCCIA –  CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020   (sangiovese; Lamole)

Il timbro rugoso del tannino ne arrochisce la voce. Per il resto buona lena e una sincera veracità espressiva, a richiamarne schiettezza e autenticità.

PODERE TERRENO ALLA VIA DI VOLPAIA –  CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020 (sangiovese – Radda)

Netti segnali di vitalità per Podere Terreno, i cui vini mancavano all’appello da un po’, quantomeno nei taccuini miei. E questo grazie ad un Riserva da cui emergono agrumi e frutta fresca, e una dinamica convincente che va ben oltre l’incidenza accademica del rovere.

RICASOLI – CHIANTI CLASSICO RISERVA BROLIO 2020    (sangiovese – Gaiole)

Piacevole, polposo, bilanciato, di agrume e succo di frutti rossi, trova una misura espressiva che punta decisamente al classico.

RIECINE – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020  ( sangiovese – Gaiole)

Frutto di grande integrità, saldezza strutturale ma anche movenze eleganti. Compiuto, centrato, concreto, futuribile.

ROCCA DELLE MACIE – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020  (sangiovese; cabernet sauvignon, merlot –Castellina)

Piuttosto contratto nello sviluppo, coinvolto da certi empireumatismi e da sentori di grafite e liquirizia, trasmette una sensazione prevalente di severità.

RUFFINO – CHIANTI CLASSICO RISERVA DUCALE 2020   (sangiovese; cabernet sauvignon, merlot – Castellina, Greve, San Donato in Poggio)

CV- Sorprende per compostezza e diffusione, senza che contempli ridondanze. E’ davvero piacevole, e se il tutto si confermerà in bottiglia, significheranno un milione e passa di flaconi di apprezzabile qualità in giro per il mondo.

SAN FELICE – CHIANTI CLASSICO RISERVA IL GRIGIO 2020 (sangiovese – Castelnuovo Berardenga)

Possiede un rigore di stampo classico ma la voce alcolica spinge le trame in larghezza più che in profondità, senza fargli assumere la profilatura attesa.

TENUTA DI ARCENO – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020  (sangiovese; cabernet saubvignon – Castelnuovo Berardenga)

Freschezza, grinta e precisione esecutiva non fanno difetto, anche se la nota erbacea gli rende una connotazione tipologica meno rigorosa e più “apolide”.

TENUTA SELVOLINI – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2020 (sangiovese – Radda)

Alcol e legno in rapporti poco confidenziali; il vino sbuffa e spinge senza indirizzarsi compostamente. Piuttosto confuso.

VILLA S. ANDREA – CHIANTI CLASSICO RISERVA  2020   ( sangiovese – San Casciano VdP)

La reattività e la grinta abitano questo bicchiere, ma il sorso resta poco flessuoso, increspato da un tannino tendenzialmente rugoso.

VILLA VALLACCHIO – CHIANTI CLASSICO RISERVA ALBERTA 2020  ( sangiovese; merlot – San Casciano VdP)

Rovere in avanscoperta, assetto poco conciliante, sorso contrastato ma ancora in debito di disegno e di articolazione. Si impunta e non lo cogli.

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Crediti fotografici Consorzio Chianti Classico

FERNANDO PARDINI

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