Rassegna
1-5/3/2000
Rassegna
20-29/2/2000
Rassegna
13-19/2/2000
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Biondi
Santi ha fatto «13» grazie al Brunello
MONTALCINO — Biondi Santi, griffe
storica del Brunello di Montalcino e del vino italiano di grande prestigio,
archivia il 1999 con 13 miliardi di fatturato (50 per cento di export)
e lancia lo «Schidione III Millennio» un «super Tuscan»
da mito: 1,5 milioni di lire a bottiglia, etichetta in oro, tiratura limitata
a 13.987 magnum, certificato di autenticità (che permette di fatto,
a ogni bottiglia, di avere una «storia personale» e che registra
anche i passaggi di proprietà e la ricolmatura, un'expertise che
allunga la vita del vino), creato per appassionati di alto livello e per
collezionisti.«Un super vino già richiestissimo - spiega Jacopo
Biondi Santi, erede della famiglia che ha inventato il Brunello - da tutto
il mondo, in particolare negli Stati Uniti e in Giappone, ma anche in Italia.
Sono apprezzate anche le dediche personalizzate, possibili grazie a un
certificato di autenticità legato alla magnum di "Schidione III
Millennio" che ha fatto colpo sugli appassionati».
(La Nazione, 8/3/2000)
Il
Borsino dei vini
La Barbera d'Asti da invecchiamento
fra 3 e 4 mila al litro
Nessuna novità sui prezzi
dei vini quotati ieri al Borsino della Camera di Commercio: la Barbera
d'Asti superiore adatta all'invecchiamento è stimata dalle
3 alle 4 mila lire al litro. La qualità Superiore va dalle 2.300
alle 3 mila. Invariata anche la Barbera d'Asti doc da dodici gradi e mezzo
(1.800-2.300 lire), quella a dodici gradi (1.550-1.800) e la doc Monferrato,
che si attesta ad un minimo di 1.500 lire con un tetto massimo di 1.800.
Ecco alcune altre quotazioni: Dolcetto d'Asti (1.900-2.300), Freisa secco
(2.500-2.600), Grignolino d'Asti (2.500-2.800), Grignolino Piemonte (1.950-2.300),
Cortese dell'Alto Monferrato (1.050- 1.150), Cortese Piemonte (1.000- 1.100).
Tra gli aromatici: Malvasia di Casorzo e di Castelnuovo Don Bosco (2.600-2.700),
Brachetto d'Acqui 4.700, Brachetto Piemonte (4.000-4.200).
(La Stampa, 9/3/2000)
A
Castelletto d'Orba sarà aperta da domani fino a martedì
la rassegna dei vini dell'Alto Monferrato. Il Dolcetto docg è protagonista
nel paese delle acque minerali
Renzo Bottero
CASTELLETTO D'ORBA Un vino protagonista
nel paese delle acque. La notorietà di Castelletto - nella Valle
Orba ovadese, alle pendici dell'Appennino tra Piemonte e Liguria - si perde
nella notte dei tempi: deriva soprattutto dalle sue sorgenti di acqua minerale,
dotate di proprietà curative e ampiamente commercializzate (ricordiamo,
fra le altre, la Fonte Feja). Ma accanto a questo c'é stato negli
ultimi anni un continuo sforzo per rendere questo paese sempre più
accogliente, trasformarlo in piccolo polo turistico sfruttando le sue caratteristiche
da sempre adatte alla classica «villeggiatura», che oggi offrono
terreno fertile al moderno agriturismo. Determinante è stata l'azione
del Comune, guidato dal sindaco Lorenzo Repetto, con interventi che vanno
dai recenti lavori di recupero del centro storico (due miliardi per ripavimentare
a porfido strade e piazze), al potenziamento dell'illuminazione, delle
strutture sportive e così via. Ma è sull'immagine di Castelletto
che Repetto ha scommesso molto, puntando com'era logico su uno dei punti
di forza del territorio: l'enogastronomia. Di qui l'idea, concretizzatasi
quattro anni fa, di riproporre una rassegna enologica che altri centri
avevano trascurato, per offrire alle aziende la possibilità di presentare
al grande pubblico il meglio dei loro «docg» (in particolare
il Dolcetto, vitigno principe dell'Ovadese) e degli altri prodotti tipici.
La Rassegna dei vini dell'Alto Monferrato è cresciuta diventando
uno degli appuntamenti «clou» per far conoscere Castelletto
e la sua zona a livello nazionale e non solo: quest'anno l'esposizione,
oltre al marchio di «Città del Vino», vanta anche quello
di «Città del Vino d'Europa». La Rassegna, che ha sede
nel palasport, sarà inaugurata domani alle 10,30 e resterà
aperta fino a martedi. [...]
Domenica, a Villa Carolina, alle
10,30, la degustazione «verticale» (si assaggiano diverse annate
dello stesso vino) del Dolcetto di Ovada a cura di Gigi Brozzoni, del Seminario
permanente di Luigi Veronelli. Lunedì un convegno «sulla selezione
clonale» dello stesso Dolcetto e a seguire la tavola rotonda sui
ristoratori e il vino dell'Alto Monferrato.
(La Stampa, 10/3/2000)
Nel
Chianti il Venturone
CASTELLINA IN CHIANTI
Nel Chianti il Venturone «è
stato a lungo attirato dall'habitat variegato dai tempi in cui i poderi
erano a coltura mista e non specializzata con le sole vigne. Ora è
raro per il cambiamento di habitat e per l'uso sconsiderato dei prodotti
chimici in molte vigne». Stessa sorte per il Verzellino: «In
Toscana e nel Chianti trova l'habitat ideale per nidificare fino a quando
l'uso dei diserbanti lo hanno reso raro». Venturone e Verzellino
sono due razze di uccelli ormai quasi scomparse dal Chianti. L'uso eccessivo
di pesticidi in agricoltura sarebbe la causa della loro progressiva uscita
di scena. Dell'uso o abuso di queste sostanze si parla molto, ma quando
la denuncia è su etichette di vini Chianti Classico fa un certo
effetto. L'atto d'accusa è sulle etichette di Chianti Classico «Castellare
di Castellina» e Vigna il Poggiale accanto alle figure degli uccelli
ricordati che è ormai un'impresa veder volare. Il Castellare di
Castellina ha scelto questa strada di «denuncia» perché
come conferma il direttore Alessandro Cellai «abbiamo scelto la strada
della gestione organica dell'azienda, ovverosia salvaguardare la produzione
di vini di qualità senza usare pesticidi o erbicidi».
Andrea Ciappi
(La Nazione, 11/3/2000)
La
Castello Banfi rinnova le strutture e assume personale
MONTALCINO
L'amministratore delegato Ezio Rivella
e i proprietari John e HarryMariani della Castello Banfi stanno lasciando
il posto alle giovani generazioni di manager, Enrico Viglierchio, Cristina
Mariani, James Mariani: «l'impegno - spiega il neo direttore generale
Viglierchio - sarà gestire il cambiamento continuando a seguire
la strada già tracciata. Siamo sempre stati un'azienda internazionale
e il Brunello è il nostro ambiasciatore nel mondo. Adesso, però,
vogliamo far capire al consumatore che noi produciamo anche altri vini
eccezionali come il “Summus” e l'”Excelsus”». «La Banfi sta
ultimando - continua Viglierchio - un progetto per un ulteriore restauro
del trecentesco Castello, cuore dell'azienda, che ospita il Museo del vetro
e della bottiglia e un potenziamento dell'attività di accoglienza
e ospitalità (ristorazione, wine bar, eventi, degustazioni). Un
progetto che porterà, in qualche mese, all'assunzione di nuove figure
professionali».
(La Nazione, 11/3/2000)
A
Canelli dal 20 una serie di incontri dell'Oicce
Capire come cambia il lavoro
in cantina
CANELLI
Una serie di incontri per capire
come vambia il mondo del vino. E' la proposta dell'Oicce, l'organizzazione
interprofessionale per la comunicazione in enologia, fondata da un gruppo
di ricercatori, industrie ed enti pubblici e privati con interessi in campo
enologico (la sede è a Canelli). L'organizzazione ha definito un
programma dei corsi: vari i temi che verranno affrontati (sempre il lunedì,
dalle 14,30, nel salone della Cassa di Risparmio di Asti in piazza Gancia)
dai seminari tenuti da esperti. S'inizia il 20 marzo con un argomento che
sta tenendo banco propri in questi giorni, ossia la depenalizzazione e
la riforma del sistema sanzionatorio in tema vinicolo, con le conseguenze
per aziende e operatori. Relatore sarà l'avvocato nicese Giuseppe
Gallo, esperto nel settore enologico. Il 27 marzo si parlerà dell'uso
razionale della barriques con il prof. Mario Castino; il 10 aprile dell'utilizzo
ottimale dell'anidrite solforosa (relatore ancora Castino); il 17 dell'igiene
nella cantina vinicola tra obblighi legali e norme tecniche, con esperti
dell'Asl 19; l'8 maggio si dibatterà della legge 626 (quella sulla
sicurezza nei luoghi di lavoro) in campo enologico con l'ing. Fabio Zucchi;
il 15: le novità sull'uso di enzimi e lieviti, ne parlerà
la dott.ssa Barbara Scotti; il 22 rappresentanti del servizio di Repressione
Frodi di Asti illustreranno le nuove regole per la commercializzazione
dei vini; il 29 maggio infine, con l'enologo Cesare Bianco, si parlerà
della filtrazione in enologia. I corsi sono gratuiti per i soci Oicce,
ai non soci ogni corso costa 300 mila. Informazioni e iscrizioni rivolgersi
al n. 0141.822.607 o cliccando sul sito Internet www.oicce.it.
(La Stampa, 11/3/2000)
Un
convegno della Confederazione agricoltori; «zonazione», la
chiave per esaltare un vigneto
ALESSANDRIA
Le nuove regole per la competizione
dei vini italiani sui mercati, indicano «la qualità»
come soluzione, o meglio come obiettivo da perseguire. Il mondo vitivinicolo
vive oggi un importante processo: la ricerca è divenuta la base
fondamentale per l'evoluzione del settore. Accanto agli studi sulla qualità
in cantina e nel vigneto, emerge una nuova filosofia, che sembra gettare
le basi di una rivoluzione nel mondo enologico. E' la «zonazione»,
termine ostico ai più, che cela in realtà un presupposto
fondamentale per i viticoltori: avere strumenti «scientifici»
utili ad esaltare le potenzialità di un vigneto. La zonazione
è lo studio su un territorio, al fine di ricercare quelle zone che
presentano caratteristiche omogenee, per ottimizzare la vite. E' dunque
questa la nuova frontiera nello sviluppo della ricerca della qualità?
Al quesito la Confederazione Italiana Agricoltori di Alessandria cercherà
di dare una risposta, nella Rassegna dei Vini dell'Alto Monferrato. In
un convegno, intitolato «Vini del Monferrato: la zonazione, strumento
di conoscenza per la qualità?» gli esperti forniranno gli
elementi di valutazione alle teorie che stanno facendo discutere i produttori.
«Abbiamo colto l'occasione della rassegna - spiega Roberto Ercole,
presidente provinciale della Cia, che introdurrà i lavori - per
approfondire un tema importante per la viticoltura monferrina». Accanto
ad Ercole, sono stati chiamati Attilio Scienza, del Dipartimento di Produzioni
Vegetali della Facoltà di Agraria dell'Università degli studi
di Milano, e Osvaldo Failla, anch'egli docente della facoltà milanese,
che avranno il compito di illustrare i concetti fondamentali della zonazione,
la sua applicazione pratica, gli obiettivi che tale ricerca si pone. Saranno
poi presenti Attilio Borroni, vicepresidente regionale della Cia, che illustrerà
la politica regionale sul vino, e Pietro Palumbo, membro del Comitato Vini
Nazio nale. L'appuntamento con l'incontro-dibattito della Cia è
per martedì 14 marzo, nell'area convegni della Rassegna dei Vini
dell'Alto Monferrato a Castelletto d'Orba, con inizio alle ore 10.
(La Stampa, 11/3/2000)
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