diVini

Seconda parte di questo ampio e composito affresco su uno dei più nteressanti vini dolci. Dalla guarnaccia alla malvasia, alla lacrima nera le uve protagoniste, oltre alla bravura di tanti coraggiosi vignaioli

Quest'anno Vini d'Autore-Terre d'Italia, che ancor più delle precedenti edizioni coprirà pressoché tutte le più belle espressioni del meraviglioso "vigneto Italia", si arricchirà di una...

Dello spirito montalcinese il vecchio Livio conserva il buonumore campagnolo, una veracità estroversa in grado di combinare il pragmatismo tipico di un mestiere con...

A partire da una analisi sull'annata 2013 di Brunello, annata importante, accorgersi che non c'è rosa senza spina. E che forse i mutamenti climatici in corso impongono ormai una seria riflessione metodologica, in vigna e in cantina, per garantire ciò che nell'immaginario collettivo un grande rosso da invecchiamento dovrebbe essere, e che forse (a volte) non è.

La Tenuta di Artimino rilancia la sua produzione vinicola grazie anche all'enologo Filippo Paoletti, che firma i Brunello di Montalcino di Lisini. E i risultati iniziano a vedersi

Seconda e ultima puntata della saga dedicata all'Alto Piemonte, stavolta con il dettaglio e i vini delle denominazioni Boca, Ghemme e Gattinara, punte di diamante di un territorio composito ed affascinante ormai diffusamente infiltratosi di purezza ed autenticità espressiva.

Importante degustazione a tema Nosiola, prezioso e mai troppo conosciuto vino-vitigno trentino, in compagnia dei suoi interpreti. Da cui emerge, una volta di più e indipendentemente dagli stili assunti, l'enorme versatilità e la sorprendente tenuta nel tempo.

Focus approfondito sull'Alto Piemonte del vino, nel nome del nebbiolo "di montagna" ( e dintorni). Impressioni, interpreti, degustazioni. E brividi di bellezza. Prima puntata.

Riflessioni a margine del primo forum dedicato al foglia tonda, vitigno tradizionale che sembrava destinato all'oblio e che invece, grazie alla perseveranza e alla passione di alcuni produttori appartenenti a diversi distretti vitivinicoli toscani, sta vivendo una autentica rinascita, fra rispetto antico ed originalità.

Un Trebbiano toscano che non teme rivali, uno struggente Nebbiolo dell'Alto Piemonte (ma alto per davvero), un "Barolone" da far tremare i polsi alla bellezza, un Brunello fra i migliori di sempre e un commovente Chianti Classico del tempo che fu. Non so spiegare bene il perché, ma il filo rosso che unisce tutti questi vini vorrei illudermi che sia la purezza

Nasce "Brutale", ennesimo evento dei vini naturali di stanza in Romagna. Ma come ci si può differenziare nel mare magnum delle fiere di settore? E soprattutto, quali le strategie per far pace con la chiarezza in un mondo furbetto che tende a confondere idealità e filosofie produttive?

Continua la saga romagnola, e continua nel nome di un antico distretto vitivinicolo, Predappio, oggi nobilitato dal alcune realtà distintive, vecchie e nuove. Perché Predappio val bene una terra