Il caso Brunello
e la garanzia del consumatore
di Lamberto Tosi
Non
è nostro compito intervenire, come molti hanno fatto, su situazioni
su cui sta indagando la magistratura e dai contorni ancora non del tutto
chiari, ma la domanda che si pone il consumatore in questo momento è
questa: chi mi garantisce che il vino che io acquisto come Brunello
di Montalcino e nel cui disciplinare si afferma essere prodotto
con uve sangiovese 100% sia tale? Stante la buona fede di moltissimi
produttori e vivaisti, mi è capitato in più occasioni
di trovarmi in presenza di varietà non corrispondenti avendo
ordinato chardonnay o merlot, piuttosto che sangiovese o colorino. Nell'impianto
di decine di migliaia di barbatelle l'errore e sempre in agguato. Ma
il consumatore, giustamente, esige un prodotto corrispondente a quanto
dichiarato ed ha il sacrosanto diritto ad ottenerlo visto che lo paga
per tale. Così abbiamo contattato la dottoressa Rita Vignani,
responsabile per il settore Agronomico di Sèrge,
società spin-off dell'Università di Siena che si
occupa di analisi genetiche e certificazioni, da anni specializzata
nelle analisi genetiche-molecolari di vitigni toscani.
Ecco le domande che le abbiamo posto:
AcquaBuona:
dottoressa Vignani, ha sicuramente saputo delle vicissitudini di alcune
aziende del Brunello, le chiediamo: esiste una mappatura genetica delle
varietà di vite ed in particolare del sangiovese?
Dottoressa Vignani: da circa 15 anni anni ci occupiamo di genetica
molecolare dei vitigni ed in particolare di identificazione genetica
di piante appartenenti alle collezioni di germoplasma viticolo presenti
in Toscana. Grazie all'esperienza maturata in anni di sperimentazione
scientifica, supportata anche da enti locali (ARSIA), è stato
possibile ottenere con esattezza la definizione dei profili genetico-molecolari
di molti vitigni tipici del territorio nazionale e, più specificamente,
toscano (attualmente oltre 150 accessioni di vite sono conservate come
collezione ex-situ presso il nostro Dipartimento di Scienze
Ambientali). Più in dettaglio uno speciale approfondimento
tematico è stato dedicato al vitigno "principe" della
Toscana, ovvero il sangiovese e a tutte le sue "varianti"
(biotipi) in corso di selezione clonale. Recentemente sono in fase di
sperimentazione tali metodiche sul prodotto finito. Ovvero è
in fase di sperimentazione applicata la possibilità di risalire
alla composizione del vino e agli uvaggi impiegati, tramite analisi
genetico-molecolare dei residui di DNA presenti in traccia nel vino
stesso.
AB: quindi lei mi conferma che è possibile dato un vino
ritenuto di sangiovese confermare o no questa affermazione tramite analisi
genetica?
Vignani: a patto che il DNA sia ancora estraibile dalla matrice
ovvero, a condizione che il vino non sia stato pastorizzato o abbia
subito processi di ultrafiltrazione, allora sì, è possibile!
AB:
questo anche se si tratta di cloni diversi e tra loro molto distanti,
penso al sangiovese grosso e al prugnolo gentile?
Vignani: le differenze riscontrate sul genotipo a livello clonale
sono marginali e non comportano differenze significative a livello di
identificazione varietale. In altri termini tali metodiche non consentono
attualmente l'identificazione genetico-molecolare dei singoli cloni,
ma garantiscono con un'accuratezza di almeno il 95% l'identificazione
della varietà.
AB: questa analisi è possibile e praticabile per i produttori?
Quali sono i margini di attendibilità e a quanto ammonta il costo
per campione analizzato?
Vignani: lo spin-off opera su tutto il territorio nazionale e
come ricercatori dell'Università di Siena saremmo particolarmente
fieri di intensificare i rapporti di collaborazione con enti locali
e produttori della filiera vitivinicola che operano in Toscana, analogamente
a quanto gia facciamo in altri settori strategici dell'agricoltura in
Toscana ("progetto di tracciabilità molecolare della razza
suina cinta senese" in collaborazione con l'Associazione Senese
Allevatori e l'Amministrazione Provinciale di Siena).
Il costo delle analisi è variabile da caso a caso in rapporto
al numero di campioni processati, ma rimane comunque paragonabile all'acquisto
di un buon paio di scarpe!
Con queste notizie abbiamo potuto fare in po' di chiarezza sulla possibilità
concreta di certificazione del vino per quanto concerne la varietà
utilizzata per la sua produzione, una certificazione volontaria certo,
ma sicuramente utile per qualificare e garantire ulteriormente una produzione
pregiata come quella del Brunello di Montalcino.
L'immagine del DNA è tratta da www.iapb.it, quella
del grappolo di sangiovese grosso da www.lavinium.com
Scheda
Sèrge è
una azienda spin-off innovativa, che offre servizi di identificazione
genetica di piante/funghi ed analisi ecotossicologiche per il mercato
agricolo e l'ambiente. Sèrge effettua test del DNA per valutazioni
forensi, analisi di parentela, applicazioni ai settori dei beni culturali
e ambientali. Inoltre recentemente il DNA fingerprinting è
applicato alle analisi di tracciabilità dei vini ed altri prodotti
tipici Toscani. Nel settore agrario, Sèrge effettua test per
la valutazione della salubrità degli alimenti (certificazione
di assenza di OGM e analisi dei contaminanti chimici). Lo spin-off può
contare sulla pluriennale comprovata esperienza dei suoi componenti,
maturata nell'ambito di progetti di ricerca applicati alle diverse aree
di competenza.
17 aprile 2008