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Il Gavi d'Antan
di Luca Bonci Il vino bianco non è più, da tempo, color carta, fresco e da consumarsi in annata. Intere zone bianchiste ormai affermano il valore dei loro vini ben oltre l'anno di invecchiamento, si pensi solo ai Verdicchio marchigiani, ai vini friulani, ai Soave. Se però non è difficile trovare un bianco da terre vocate che sfida i decenni, non è così semplice rompere il tabù della gioventù in denominazioni cosidette minori.
Il Gavi La Scolca d'Antan 1997 ha raggiunto il decennio necessario all'entrata in commercio, e ci si presenta di color paglierino intenso e con profumi cipriati, alpini, balsamici. Un invecchiamento in acciaio che ha lasciato libero il frutto di terziarizzarsi senza contributi esterni, con un lento affinamento sur lie e senza nessuna chiarifica. La bocca è vigorosamente acida, agrumosa, e di nuovo riemerge una nota di gemma d'abete, in un contesto non consistente, ma aromaticamente lungo. Un grande esempio di vitalità che non è però fine a se stesso, ma indirizzato alla piacevolezza. Soldati La Scolca D'Antan VSQPRD 1995 è invece il metodo classico, che presenta una componente aromatica fortemente centrata sui lieviti, con sentori di crosta di pane bruciata, acuti e intensi. In bocca il vino è più voluminoso e sapido, grazie naturalmente al contributo delle bollicine, e richiama la roccia d'ardesia. Bella prova per uno champenoise peculiare e intrigante. 19 febbraio 2008 |
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