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I titoli
"Ecco
i segreti del vino dell' anno". Antinori spiega come ha battuto tutti
nella classifica di Wine Spectator Arte&Vigneti. E la Toscana lancia il progetto Mythos Wanda Lattes FIRENZE - La Toscana è veramente un Mito? Sono poi le sue campagne, i suoi vigneti, e soprattutto i vini a infiammare le fantasie del mondo almeno quanto i proverbiali tesori d' arte? Sembra propr io di sì, se la Regione Toscana, e poi personaggi di spicco come il rettore di Siena, Omar Calabrese, artisti di fama internazionale come Sandro Chia e Fernando Botero, cantanti come Gianna Nannini, imprenditori della moda, economisti, studiosi del c ostume, stilisti, giornalisti, parlamentari italiani e stranieri, tutta una variopinta folla di "filotoscani", insomma, partecipa al varo del progetto Mythos, che propone due giorni di discussioni (e bevute) a Santa Maria della Scala a Siena il 7 e 8 prossimi. L' evoluzione della cultura del vino parte dalle immagini favolose degli Etruschi a tavola, colti crapuloni sorridenti, per fare poi leva sulla recente letteratura, sulle immagini, e soprattutto sulle affermazioni toscane nel settore. A ma rgine del dibattito Mythos, che prevede discussioni tecniche sui marketing, confronti interregionali con i produttori piemontesi, e perfino analisi storiografiche di architettura, pittura e politica legate al vino, è in programma una degustazione "ve rticale" del Brunello Riserva (annate ' 90, ' 85, ' 83, ' 75, ' 70) di Franco Biondi Santi, uno dei più appassionati difensori dei vigneti più vecchi, che sarebbero da salvare e preferire ai nuovi impianti, a dispetto delle mode più recenti. (Il Corriere della Sera, 3/12/2000) Brunello Superstar, una bottiglia 30 milioni di LICIA GRANELLO ROMA - E' un attimo senza fine, l'età dell'oro del vino toscano. Il tempo di veder proclamato l'Ornellaia '97 vino dell'anno da "Wine spectators", ed ecco affacciarsi alla ribalta mondiale una bottiglia di Brunello Biondi Santi datata 1891, venduta ieri a 30 milioni di lire. In fila, dietro al supertuscan ipercentenario, la "créme de la créme" dell'enologia mondiale, storicamente legata alle produzioni francesi e italiani: da Romanéé Conti a Incisa della Rocchetta, da Roederer ad Aldo Conterno, in un rosario di vini davvero benedetti, se pure carissimi. Un'asta straordinaria, quella promossa dagli enofili del "Gambero Rosso", che ieri mattina ha tenuto inchiodati oltre duecento appassionati nei saloni dell'Hilton, equamente divisi tra critici curiosi e grandi collezionisti. Tutti pronti a seguire i piccoli cenni che sancivano il passaggio di bottiglie storiche da una cantina all'altra, da un aspirante proprietario all'altro. Il Brunello datato 1891 è stato ovviamente il più conteso e inseguito. Prima di essere messa all'asta, nei giorni scorsi la bottiglia è stata sottoposta all'"expertise", una valutazione esterna condotta da professionisti enologi per sancire lo stato di conservazione del vino. "Il colore era quello giusto, così come tutti gli altri indicatori", ha raccontato un emozionato Iacopo Biondi Santi. Che, beato lui, può raccontare di averla degustata di persona, una bottiglia così. "Dodici anni fa avevamo fatto una 'verticale' per festeggiare il nostro centenario. Tutte etichette a partire dal 1888 in su. Abbiamo aperto vini assolutamente perfetti, vivi, pronti a durare altri cinquant'anni". Ad aggiudicarsi la mitica bottiglia, un avvocato romano. Dietro il quale si è celato un anonimo signore olandese, pittore di fama internazionale, grande collezionista. E uomo fortunato: perché a comprarla presso la casa madre, quell'ambrosia costa più del doppio, "un prezzo derivato dalla sua certificazione. Possiamo attestare che la bottiglia è stata conservata nel modo migliore, al buio e a temperatura costante, e che ogni 25 anni dal momento della sua nascita è stata aperta, ricolmata quando necessario e rifornita di un tappo nuovo, così da acquisire non un semplice valore d'asta ma un vero e proprio valore enologico", ha precisato Biondi Santi, che possiede ben sei bottiglie della fantastica annata. E infatti, minor fortuna ha avuto un altro Biondi Santi, di tre anni più vecchio, sempre proposto da un privato, che gli esperti avevano promosso con riserva perché all'esame visivo appariva 'spogliato'. Un cliente è arrivato a offrire fino a 19 milioni, che però la casa d'aste Pandolfini non ha ritenuto sufficiente per l'attribuzione. Molto meno hanno speso i coniugi Letizia e Gianmarco Moratti per accaparrarsi una fantastica "Mathusalem" di Cristal Roederer, nove litri di prestigioso champagne del 1990. "Non siamo veri collezionisti, ma semplici appassionati", si è schermito il petroliere, per poi confidare di aver comprato tutto quel fiume di bollicine per il fratello Massimo, "che ama soprattutto i rossi, ma sono sicuro di non aver sbagliato regalo". (La Repubblica, 4/12/2000) Azienda vinicola trentina investe 26 miliardi in Sicilia PALERMO - Un investimento di 26 miliardi di lire arriverà in Sicilia da un'azienda vinicola trentina. Le Cantine Mezzacorona, una cooperativa che vanta un fatturato di 138 miliardi e 170 dipendenti, farà nascere a Sambuca (Agrigento), "la cittadella del vino", una cantina che produrrà un vino corposo, di 14 gradi circa, proveniente da uve coltivate in loco su un terreno di 270 ettari già acquistato da Mezzacorona. Il progetto è stato presentato all'assemblea dei soci della cooperativa, nel corso della quale sono stati resi noti i dati del bilancio 2000, che si è chiuso con un utile netto di 50 miliardi. L'azienda ha già in programma per febbraio un aumento di capitale di 25 miliardi per l'ampliamento dei suoi impianti. L'obiettivo è arrivare a una produzione di 20 milioni di bottiglie, che corrisponderebbe alla metà circa del doc trentino. (La Gazzetta del Sud, 5/12/2000) Grottammare.
Pittura e animali alla Stamperia
Palermo. L'oligarchia regionale e lo stormo della Corvo
E' stato pubblicato
il nuovo bando per la vendita della Vini Corvo. Come desiderato
dalla nuova giunta regionale di centrodestra, il bando allarga il
campo a tutte le società interessate, senza limitarlo più
alle aziende del settore vitivinicolo. Se il mondo fosse ordinato
e trasparente, allora la vicenda delle privatizzazioni delle aziende
pubbliche di Sicilia sarebbe limpidissima. I liberisti le vogliono
i vincolisti no. Ma vi sono liberisti, o sedicenti, che le osteggiano
e vincolisti, o cosiddetti, che le sostengono. Per capire che gioco
sia in verità, il cittadino dovrebbe frequentare quei chiusi
salotti dove l’oligarchia regionale intreccia i rami delle sue relazioni
e parentele. Per fortuna però questo mondo caotico è
regolato anche da una magica legge, la Sincronicità, in base
alla quale coincidenze simboliche apparentemente casuali costringono
invece una nascosta genealogia di verità a trapelare. Nel
caso in ispecie la connessione dei simboli appare così: sopra
le privatizzazioni gli oligarchi aleggiano proprio come lo stormo
del corvo. O meglio, come lo stormo della Corvo.
Ha avuto successo la "degustazione-sfida" alla Bottega di Calamandrana. Barbera da gustare e commentare. Domani un convegno su vino e territorio CALAMANDRANA Alba, Massimo Martinelli non può essere rieletto. Consorzio del vino barolo Due candidati al vertice. ALBA Cambiamenti in vista al vertice del Consorzio di tutela del barolo e barbaresco, che raggruppa 280 aziende vinicole. Sarà eletto tra pochi giorni il nuovo presidente in sostituzione di Massimo Martinelli, che dopo due mandati non può essere rieletto. Oggi si riunirà il consiglio di amministrazione (ore 17,30) per decidere la data dellassemblea che eleggerà il nuovo presidente. Due le candidature: Giovanni Minetti e Teobaldo Cappellano, ma altre potrebbero ancora arrivare. Minetti, direttore Fontanafredda, proposto da un gruppo di aziende, ha dato la sua disponibilità: "In un momento in cui i consorzi assumono un ruolo sempre più importante, unazienda come Fontanafredda non può esimersi, quando un suo rappresentante viene indicato, dallassumere la responsabilità". Cappellano, produttore, che si è autocandidato, commenta: "Difficilmente sarò votato. Spero che il nuovo presidente svolga lincarico con grande volontà e non perché candidato unico". Per lassemblea si parla del 18 dicembre. (La Stampa, 7/12/2000) Chieti: provincia mobilitata. "No a uva e vino transgenici" La Provincia di Chieti chiederà
al Governo italiano di impugnare davanti alla Corte di giustizia la
direttiva europea che autorizza l'utilizzo sperimentale di organismi
geneticamente modificati nella coltivazione della vite e nella produzione
dell' uva. Lo ha annunciato ieri il presidente della Provincia, Mauro
Febbo, insieme agli assessori all' Agricoltura, Filippo Andreacola,
e alle Attività produttive, Giacinto Mariotti. La Provincia nei
prossimi giorni incontrerà i rappresentanti delle associazioni
di categoria per individuare una strada che coinvolga anche la Regione.
La direttiva attende solo il vaglio del Consiglio dei ministri dell'agricoltura
dell'Ue, dopo che il Parlamento Europeo ha dato il via libera. Durante
la conferenza stampa sono state messe in risalto le conseguenze negative
che la direttiva potrebbe produrre sul settore vitivinicolo che, sul
territorio provinciale, produce un giro di affari annuo di 400 miliardi
di lire, metà dei quali derivanti dall' esportazione. Gli ettari
di terreno coltivati in provincia di Chieti sono 25mila, metà
dei quali riservati alla produzione doc. Il vino prodotto ammonta a
3,5 milioni di ettolitri, le aziende sono 30mila, 11mila delle quali
professionali. "Se la direttiva verrà applicata la nostra economia
vitivinicola subirà un danno immenso - hanno detto i tre politici
- e noi saremo a fianco di tutti coloro che vogliono manifestare in
forma civile". I 4 vini nella Top 100 mondiale Marcarini (17^) e Fontanabianca (19^) precedono Gaja, entra anche Batasiolo ALBA Lesterofilia di una Langa del vino abituata a fidarsi più dei giudizi dei grandi critici americani - perché fanno mercato negli Usa dei dollari - che di quelli del pubblico autoctono ha reso uno dei momenti più attesi dellanno la "Top 100" mondiale di "Wine spectator". Pubblicata nei giorni scorsi ha già fatto discutere. I vincitori sono i toscani, la Langa si accontenta di 4 nei primi cento. Al diciassettesimo posto cè il barolo "Brunate" 96 della Poderi Marcarini di La Morra (46 dollari), al diciannovesimo il barbaresco "Sorì Burdin 97" della Fontanabianca di Neive (48 dollari). Solo cinquantesimo il mitico barbaresco 97 di Angelo Gaja (a cui spetta però il secondo posto nella graduatoria dei più cari, ogni bottiglia vale 160 dollari, battuta solo dai 185 dello Shiraz australiano di Penfolds), mentre si è piazzato novantatreesimo il barbaresco della Batasiolo di La Morra che ha "acciuffato" la classifica per la prima volta. (La Stampa, 9/12/2000) |
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