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20-29/2/2000
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13-19/2/2000
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Sono
quasi mille le adesioni degli operatori a favore dei marchi “Cirò
doc” e “Melissa doc”. In dirittura d'arrivo il Consorzio di tutela dei vini
CIRÒ MARINA
«Fermentano» le iniziative
volte a dare, finalmente, uno strumento di tutela che riorganizzi il settore
vitivinicolo nel Cirotano e promuova lo sviluppo economico e sociale del
territorio puntando proprio sulla sua principale risorsa. Il Consorzio
volontario di tutela dei vini «Cirò doc e Melissa doc»,
lungamente atteso, è ormai in dirittura d'arrivo grazie al raggiungimento
di quel 40% delle adesioni degli operatori ? che risultano essere 990 ?
che consente di andare alla sua costituzione. «Esperita ormai la
procedura burocratica ? ha annunciato il sindaco di Cirò Marina,
Domenico Facente ?, tra breve verrà fissata qui una riunione per
procedere alla nomina degli organismi dirigenti del Consorzio che così
diverrà finalmente operativo». Facendo tesoro della fallimentare
esperienza del vecchio Consorzio di tutela del vino «Cirò
doc», nel consiglio d'amministrazione del nuovo organismo di tutela
ai grossi produttori, ai trasformatori e i commercianti vinicoli si affiancheranno
anche i piccoli produttori viticoli. Inoltre, il nuovo Consorzio sarà
rappresentativo di entrambe le denominazioni di origine controllata presenti
nell'area: Cirò doc e Melissa doc.
Dopo la presentazione nei primi
di dicembre, a Cirò Marina, della bozza di statuto elaborato dalla
Camera di commercio di Crotone, nei mesi scorsi è stata aperta la
campagna sottoscrizioni nei Comuni di produzione dei vini di origine controllata:
Cirò, Cirò Marina, Melissa e Crucoli i quali hanno risposto
positivamente all'appello essendo evidente a tutti l'importanza di associarsi
e di adottare strategie di marketing adeguate a un mercato fortemente competitivo.
La costituzione di un Polo universitario specializzato sulla vitivinicoltura
(l'Università del vino) e la riattivazione della Cantina sociale
di Cirò Marina ? sollecitando l'investimento di operatori del nord
Italia ?, sono le direttive entro le quali si muove l'Amministrazione locale
per sostenere e rilanciare il settore. I risultati del suo viaggio in Francia,
in visita all'unica Università del vino esistente in Europa, sono
stati illustrati lo scorso venerdì dal sindaco Facente al Comitato
tecnico-scientifico incaricato lo scorso 27 dicembre di elaborare il progetto
per la costituzione a Cirò Marina di un laboratorio sperimentale
e di ricerca enologica che potrebbe essere l'avamposto della futura Università.
Per sabato prossimo è stato quindi fissato un ulteriore incontro,
stavolta però allargato anche agli esponenti politici e ai rappresentanti
territoriali di categoria, per individuare insieme i percorsi possibili
da seguire per reperire i finanziamenti necessari per dar corpo al progetto
del Polo universitario.
Margherita Esposito
(La Gazzetta del Sud, 14/3/2000)
Sabato
si apre «Tipicità» al palasport di Porto San Giorgio.
Nuovi fronti per il turismo.
Ben ottanta stand, pasta e olio, vertenza con l’Ue
Alleanza tra alcuni paesi europei
per il salvataggio dei prodotti tipici
di DIANA MARILUNGO
"Dal Forum di Tipicità uscirà
un segnale forte da parte dei Paesi del sud del continente verso l'Unione
Europea per la salvaguardia di alcuni prodotti quali per esempio la pasta
fresca o l'olio extra vergine d'oliva." Anche questo è stato detto,
ieri, nella conferenza stampa di presentazione di "Tipicità", il
festival dei prodotti tipici delle Marche che il Comune di Fermo, insieme
ad altri Comuni ed enti, organizza dal 18 al 20 marzo al Palasport di Porto
San Giorgio. Parteciperanno, al forum di sabato prossimo, i rappresentanti
di Francia, Portogallo, Spagna e naturalmente gli italiani con in testa
l'assessore alle politiche agricole regionali. Per chi pensa che "Tipicità"
sia solo il momento di esposizione dei "salami locali" e non invece circa
80 stands di altrettante ditte che cercano nell'agricoltura e nel settore
alimentare una loro via di vita, ieri mattina il sindaco di Fermo, Ettore
Fedeli, l'assessore allo sviluppo economico Luigina Zazio e il presidente
della Camera di Commercio di Ascoli Piceno, Enio Gabellieri, hanno fatto
chiarezza. "Stiamo lavorando a livello europeo - ha detto Gibellieri- per
il riconoscimento del vino cotto". Ed ha aggiunto: "Tipicità dimostra
che questo territorio ha saputo creare una nicchia che mette in risalto
tutte quelle produzioni importanti e che gli danno rilievo internazionale
ed aprono nuovi fronti al turismo al pari della calzatura che è
una delle sue specificità. Ora bisogna mettere a sistema tutto ciò
ed è importante l'unitarietà di intenti e di lavoro tra vari
enti, quali Provincia, Regione, Comuni ed associazioni di categoria". Ma
"Tipicità" è anche riscoperta per molti, attraverso i prodotti
locali, delle proprie radici e di una cultura troppo spesso dimenticata.
"Tipicità è un fatto culturale, oltre ad investire l'aspetto
economico del territorio - ha affermato il sindaco di Fermo - è
un'iniziativa che cresce di anno in anno e che sta sviluppando appieno
una serie di potenzialità. Quello dei prodotti tipici - ha proseguito
è un settore importante che dobbiamo sostenere e che è diventato,
nel tempo, anche promozione del territorio stesso." Fedeli ha quindi aggiunto
che l'iniziativa è anche strumento di rapporto con altri Paesi europei,
non ultima quest'anno la regione della Touraine della Valle della Loira.
A questo proposito, l'assessore Zazio ha precisato che il contatto con
le regioni italiane e d'Europa che avviene a Tipicità "va al di
là e ben oltre il rapporto di specifica esperienza di settore, i
protocolli di intenti sottoscritti e che sottoscriveremo ne sono un esempio"
(Castiglia y Leon, Sicilia, eccetera, ndr) . Ma la manifestazione è
diventata stretta per il Palasport sangiorgese, tanto che in questa edizione
è stata aggiunta all'esterno una tensostruttura per permettere a
tutti gli espositori di essere presenti. Importante, oltre la presenza
francese, anche quella della città di Marsala che proporrà
i propri prodotti nei tre giorni dell'esposizione. Infine saranno presenti,
oltre a gelatieri, ristoratori, panettieri e quant'altro, anche i florovivaisti
che contribuiranno con un'interessante dibattito sulla flora marchigiana
ad arricchire il confronto.
(Il Messaggero, 14/3/3000)
GAIOLE IN CHIANTI
Contatti a tre fra comune di Gaiole,
Regione Toscana e provincia di Siena: argomento di discussione il futuro
della Rocca di Montegrossi, proprietà privata (Ricasoli) dove, tramite
accordi, il sindaco Paolo Morini «vede» il Museo della Vite
e del Vino. I contatti tra gli enti ci sono stati in questi ultimi giorni,
come conferma il primo cittadino di Gaiole. L'antichissima rocca, culla
della nobile famiglia Ricasoli Firidolfi, sorge sulla vetta di monte Grossi
(701 metri sul mare) come sospesa in mezzo a un paesaggio dall'aspetto
apuano per via delle grandi e suggestive cave di pietra. I resti della
rocca mostrano ancora i segni dell'architettura dell'XI secolo. «Ho
preso contatti con funzionari sia a livello regionale che provinciale ?
dice Morini ? e poi si dovrà raggiungere un accordo con la proprietà.
A suo tempo fu redatto dai Ricasoli un progetto di recupero della rocca
che poi è passato in fase esecutiva ed è stato approvato
anche dalla Sovrintendenza. Potrebbe essere riadottato questo progetto
che è sempre più che valido. Il Comune ? prosegue Morini
? si candida con la rocca di Monte Grossi alla realizzazione del Museo
della Vite e del Vino. Potrebbe inserirsi nella rete museale in corso di
istituzione da parte della Provincia di Siena». Qui conviene dare
spiegazioni: la rete museale prevede la raccolta d'arte medioevale a Radda
(sarà aperta nel Convento di Santa Maria in Prato), il museo etrusco
a Castellina (esiste già l'antiquarium nella Rocca da cui sono stati
spostati gli uffici comunali), il museo d'arte contemporanea a Castelnuovo
e quello sulla civiltà contadina a Gaiole. Quest'ultimo ancora non
avrebbe forma, «e quindi potrebbe essere assimilato dalla raccolta
documentaria sulla vite e il vino» dice Morini. Certo, restaurare
la rocca sulla cima dirupata di Monte Grossi non è operazione facile:
«con la proprietà potremmo optare per un atto di concordato
? ancora parole del sindaco ? mentre un altro capitolo delicato è
quello dei finanziamenti per eseguire i lavori. Ci stiamo già muovendo
nei confronti della Regione e contiamo anche su eventuali fondi comunitari».
Progetto ambizioso, che darebbe il via libera allo sviluppo turistico e
culturale di un'intera area dell'Alto Chianti che in molti davano ai margini
della terra dei Vip.
di Andrea Ciappi
(La Nazione, 15/3/2000)
Vigneti
setacciati palmo a palmo dai carabinieri del Noe
Verifiche sull'uso di sostanze
vietate dalla Comunità Europea, pena la restituzione di centinaia
di milioni di contributi
di GIULIO LADI
ORVIETO - Controllano che il bianco,
ma anche il rosso, che porta sull'etichetta il nome di Orvieto, sia frutto
di coltivazioni in piena regola con le norme che dovrebbero salvaguardare
la nostra salute. Al setaccio le aziende agricole dell'Orvietano. Soprattutto
le aziende vitivinicole. Da alcuni giorni i Noe di Roma stanno perlustrando
le più grandi aziende orvietane di viticoltura per i controlli sui
trattamenti effettuati ai terreni e ai vitigni. Nel mirino del Nucleo Operativo
Ecologico dei Carabinieri la qualità e la quantità di sostanze
usate a partire dal 1994 fino a tutto il 1999. Le normative europee stabiliscono
le percentuali di ogni sostanza che può essere usata per i trattamenti,
sia antiperonosporici che antioidici, e chi vi si attiene può accedere
ai contributi comunitari. Se qualche azienda dovesse risultare in difetto
rispetto a quelle percentuali e al tipo di sostanze usate per i trattamenti,
sarebbe punita con l'obbligo di restituzione di quanto ricevuto dall'Unione
Europea in quei cinque anni, interessi legali compresi. Inoltre, verrebbe
esclusa dai contributi stessi per i prossimi cinque anni. Un danno economico,
in alcuni casi di centinaia di milioni, che potrebbe mettere in ginocchio
l'azienda trovata inadempiente. I controlli avvengono incrociando i dati
relativi agli acquisti delle sostanze occorrenti per i trattamenti, da
annotare obbligatoriamente su di un registro, con gli ettari di vigneto
trattati e con le indicazioni sui trattamenti che periodicamente l'Arusia,
l'Agenzia regionale per l'Agricoltura, indica ai viticoltori. Difficilmente
l'agricoltore in difetto riesce a sfuggire, soprattutto quando la visita
dei Noe avviene all'improvviso, senza preavviso.
I sopralluoghi e i controlli dei
Carabinieri hanno il duplice scopo di scoraggiare trattamenti inquinanti
ai terreni e, nello stesso tempo, scoprire possibili truffe alla Comunità
Europea. Il territorio dell'Orvietano è ricco di aziende vitivinicole,
essendo quella della coltivazione delle vite la più intensa attività
agricola delle zona, è quindi conseguenziale che i controlli siano
più lunghi e più frequenti. Sono già alcuni giorni
che i Noe stanno effettuando "visite" alle aziende e dalle prime indiscrezioni
sembra non siano state trovate irregolarità gravi. Venissero confermate,
un buon bicchiere di Orvieto, magari anche qualcuno in più, può
arrivare tranquillamente sulle nostre tavole. Senza timore potrebbe essere
anche ripresa un'usanza antica : immergere nel vino bambini nell'età
dello sviluppo per farli crescere più forti.
(Il Messaggero, 17/3/2000)
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