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I TITOLI
LA MORTE DI BERLUCCHI. L'uomo che sfidò lo champagne BRESCIA - Aveva 78 anni Guido Berlucchi,
pioniere nella produzione del vino Franciacorta. E' morto ieri a Borgonato,
nel Bresciano. Gli amici lo ricordano come un uomo colto che amava il
vero piacere e lo cercava per sé e per le persone che gli erano
vicine. Ed è stato proprio per questa sua puntigliosa ricerca del
piacere che, nel 1961, Berlucchi ha messo a disposizione la sua antica
cantina al socio Franco Ziliani, fresco di diploma alla scuola enologica
di Alba, per la prima vinificazione con le bollicine in Italia. Partì
da lì un'avventura enologica che sarebbe diventata una sfida ad
armi pari con i francesi. (Il Messaggero, 15/10/2000) Giovani e vino, amore difficile e consumi in calo. Ma la rimonta arriva con enoturismo e wine bar ROMA - Rapporto conflittuale? Diciamo,
attrazione che stenta a farsi strada, che se parte è vincente,
ma che per decollare deve superare tanti equivoci, come se a farsi il
filo fossero interlocutori di mondi diversi. Va così, tra giovani
e vino in Italia. Lo dicono le ricerche di Gpf & associati, Eurisko, Infomark,
presentate in un convegno densissimo (tra i relatori lo psichiatra Crepet,
la sociologa Di Nallo, produttori-manager come Donatella Cinelli Colombini,
Emilio Pedron, Ezio Rivella, Gianni Zonin) voluto dall'Enoteca Italiana
e dal presidente Tattarini, e patrocinato dall'Università di Siena.
I numeri dicono di un calo (ma che non ha impedito il boom di reddito
del settore) di consumatori di vino tra gli adulti: dal 56 al 31% dall'84
a oggi. Ma tra i giovani la curva è più secca: dal 32 al
12% tra gli under 24, dal 52 al 22% nella fascia 25-35 anni. (Il Messaggero, 15/10/2000) Un seminario sulle conseguenze sulla politica agricola regionale dell'allargamento alla Slovenia. Viticoltura, le sfide dell'Ue. Norme omogenee per aree omogenee: così il mercato sarà paritario L'assessore regionale all'agricoltura Aldo Ariis è intervenuto a Cormons al seminario svoltosi nella sede municipale sull'allargamento dell'unione europea e "Le conseguenze sulla politica agricola e sulle altre politiche strutturali", organizzato dall'Accademia europeista del Friuli-Venezia Giulia e dal polo inter-universitario europeo "Jean Monnet", con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia e della Direzione regionale affari europei. Ariis, nel suo intervento seguito ai saluti del sindaco di Cormons Paselli, del vicepresidente della Provincia Brancati e del rappresentante dell'Union Bayer Bad Reichenhall Berthold Solowski, ha tenuto a precisare che il Friuli-Venezia Giulia è disponibile alla più fattiva e proficua collaborazione con la Slovenia, con l'Ungheria e con gli altri paesi che si stanno per affacciare alla Ue nel settore dell'agricoltura e negli altri comparti per i quali possono essere o sono previste iniziative di interscambio. Tuttavia è altrettanto fermamente convinto dell'imprescindibilità che alle attività economico-produttive della nostra regione, della Slovenia in particolare e dell'Ungheria siano garantire condizioni di mercato paritarie. "Ciò - secondo Ariis - si può assicurare soprattutto prevedendo norme omogenee per un'area altrettanto omogenea (analoga zonizzazione) per vocazione e caratteristiche pedologiche, morfologiche dei terreni e climatiche, che dovrebbero fare parte di una profonda modifica della politica agricola comunitaria (Pac)". A tale proposito l'assessore regionale ha annunciato di avere siglato una lettera indirizzata al ministro delle politiche agricole con la quale la Regione ribadisce la sua posizione nei confronti della Slovenia e dell'Ungheria, soprattutto sulla questione del tocai friulano. "D'altro canto - secondo Ariis - il Friuli-Venezia Giulia giudica positivamente l'apertura dell'Ue alle nuove realtà, sia sotto il profilo politico che sotto l'aspetto delle prospettive di sviluppo del settore primario. Vanno però ripensate le strategie d'intervento della Ue attraverso i fondi strutturali". "Resta inteso - ha concluso - che il sistema agroalimentare regionale deve proseguire sul cammino della qualità: è questa la carta vincente da giocare per potersi confrontare con uguali possibilità sui mercati del mondo, assieme a paesi emergenti in grado di essere davvero concorrenziali sotto l'aspetto dei costi di produzione, soprtattutto nei settori lattiero-caseario e della carni bovine". Il seminario è stato introdotto da Claudio Cressati, presidente dell'Accademia Europeista, docente dell'università di Udine. Hanno poi preso la parola Cesare Tabacchini, della Confagricoltura, sul tema "Le imprese agricole di fronte all'allargamento dell'Ue", e renzo michieletto, direttore del Carrefour del Veneto, su "Le reti di informazione della commissione europea per il settore agricolo". (Il Piccolo di Trieste, 15/10/2000) La cerimonia si terrà oggi (alle 10) nellenoteca regionale di Canale. Un asteroide "battezzato" Roero Il pianetino ha la forma di una grande trifola. CANALE (La Stampa, 15/10/2000) Frescobaldi investe
nel Friuli "La Toscana è conosciuta meglio per i suoi rossi che per i suoi bianchi", ha detto Lamberto Frescobaldi, direttore ed enologo dell'azienda a gestione familiare. "Io sono stato sempre un po' prudente nel produrre vini bianchi in Toscana. Tuttavia, per la sua importanza nel mercato attuale del vino, mi sono voluto concentrare su di un vino bianco di prima qualità, ed ecco perché abbiamo investito nel Collio, una delle migliori doc bianche italiane. Nella tenuta di Attens sono coltivati principalmente vitigni a bacca bianca, comprendenti Sauvignon Blanc, Pinot Grigio, Ribolla Gialla e Malvasia Istriana. In più, vi sono piccole coltivazioni di Cabernet Franc e Merlot. "I nostri progetti sono di rinnovare intorno ai 60 acri di vigne nei prossimi cinque-sei anni ed aumentare fino a circa 125 acri entro i prossimi dieci anni" ha detto Frescobaldi, il quale stima che l'azienda investirà più di cinque milioni di dollari nel Collio fino a quell'anno. "Alcune vigne, comprese varietà autoctone come Tocai e Ribolla, sono abbastanza antiche, risalendo al 1935." Frescobaldi spera di uscire con i primi vini Frescobaldi-Attens dalla vendemmia del 2000. "Se sarò soddisfatto della qualità, e sono sicuro che lo sarò, per la buona vendemmia che abbiamo avuto qui, usciremo con tre bianchi nel prossimo Aprile", ha detto. La produzione di quest'anno comprenderà 3000 casse di Sauvignon, 3750 casse di Pinot Grigio e 1750 casse di Ribolla Gialla. Intorno al 20% sarà esportato negli Stati Uniti. Nel 2001 Frescobaldi progetta di realizzare un nuovo vino, che sarà un blend di varietà bianche. Per il momento Frescobaldi non pensa di
cambiare l'etichetta del conte Attens, ma sta pensando di aggiungere "Frescobaldi"
nella retro-etichetta. "L'identità di Frescobaldi è legata
alla Toscana - ha detto - mentre quella di Attens è preminente
nel Collio". VINO & POLEMICHE. Il Frascati fuori dalla Federdoc. Il Consorzio punito per aver contestato la delegazione sull'imbottigliamento di LUIGI IOVINO (Il Messaggero, 17/10/2000) In vino veritas/La Bibbia lo cita 212 volte. I Greci lo usavano come scorciatoia verso il divino. Nei Vangeli è il sangue di Cristo. E ancor oggi non ha perso nulla del suo valore simbolico. Se ne discute, fra storia e religione, in un convegno della Treccani. E dall'ebbrezza di Noè nacque la civiltà di LUIGI VACCARI (Il Messaggero, 18/10/2000) Chianti - Aumento dei costi di produzione... CHIANTI - Aumento dei
costi di produzione del vino Chianti Classico a carico delle aziende.
Nell'ultimo anno il poco gradito segno "più" ha raggiunto
punte fino al 14,29% ad ettolitro, sfondando il tetto delle 400mila
lire fino a 420mila circa. La spesa per impianti e attrezzature - dovuta
ai nuovi e necessari impianti di viti, nonché ai continui aggiornamenti
alle norme - rappresenta ormai il 9,5% del capitale in media. L'analisi,
che mette anche in rilievo sull'altra faccia della medaglia l'incremento
di posti di lavoro nel comparto vitivinicolo, è messa nero su
bianco nel bollettino del Consorzio del Chianti Classico.
E si tratta di una analisi esatta al dettaglio: "il costo medio di produzione di quasi 420mila lire ad ettolitro nel '99 (con un aumento del 14% circa sul '98) rappresenta il livello più alto mai raggiunto dal Chianti Classico. Rispetto alle quotazioni di mercato, si legge nell'analisi, il confronto fra costo e prezzo di vendita rimane favorevole. Ma i margini, per le aziende che cedono il prodotto sfuso, si stanno sempre più assottigliando". Parole chiare. Col vino ora si guadagna ma c'è da stare col fiato sospeso. Se si aggiunge come affermano diversi produttori chiantigiani che col pregiato olio d'oliva neotargato "Dop" si fa pari se va bene (salvo i "guadagni" d'immagine) si capisce che non è tutto oro ciò che luccica. Specie, come al solito, per i piccoli coltivatori diretti. Sono soprattutto questi ultimi che tra norme comunitarie e necessità di reimpianto pagano i prezzi più alti nel complesso rapporto tra produzione, ricavi e qualità del vino "Classico". "Ormai - riprende l'analisi del Consorzio - soltanto una quota ridotta, pari al 22% del vino, risulta prodotta ad un costo inferiore alle 250mila lire ad ettolitro. Circa il 30% è prodotto ad un costo compreso fra le 250mila e le 400mila ad ettolitro, mentre ben il 48% presenta un costo superiore alle 400mila ad ettolitro". Sui costi di produzione incidono anche gli elevati standard di qualità raggiunti nel Chianti. di Andrea Ciappi
Si sta preparando dal 16 al 19 novembre la super degustizione alla Cantina comunale con oltre 250 tipi della "rossa" piemontese. Torna il "miracolo Barbera" e Costigliole è la capitale. E si parlerà anche di tutela del paesaggio collinare. Il premio dedicato a Guido COSTIGLIOLE (La Stampa, 18/10/2000) Melissa / Chiuso il corso per operatori economici. La Strada del Vino Margherita Esposito MELISSA - Si è concluso nei giorni scorsi il corso di formazione per operatori economici e amministratori per la costituzione anche in Calabria di "Strade del vino". L'iniziativa, che ha raccolto a Torre Melissa una quindicina di partecipanti, è stata promossa dall'Associazione Città del Vino - alla quale aderiscono Cirò Marina e Melissa - ed è stata finanziata dalla Regione. Una "Strada del vino" è un percorso da realizzare in un territorio identificato con un vino di eccellenza - come possono essere il Cirò e il Melissa doc - nel quale il visitatore, invogliato dall'offerta di un pacchetto turistico, può conoscere la filiera produttiva, i prodotti, gli usi, la storia del luogo con la partecipazione a manifestazioni culturali e visite ai centri urbani. Per questo piano di sviluppo autonomo del territorio occorre, quindi, stabilire un'alleanza tra gli operatori economici e i Comuni ai quali è riservato un ruolo prioritario. Lo hanno ricordato i relatori che si sono succeduti nei quattro giorni di lezione: Riccardo Pastore, esperto di marketing, Paolo Benvenuti e Michele Scornajenghi, dell'Associazione Città del vino, Giacomo Ghidelli e il giornalista Guidi Specchi. Il corso, intervallato da visite a cantine e strutture agroturistiche della zona, è stato frequentato da imprenditori del Cirotano ma anche da una rappresentanza della costituenda strada enogastronomica della Locride, da realizzare attorno al Greco bianco e il Bivongi doc. Assidua la presenza del sindaco di Melissa, Bonessi, ben più defilata quella del sindaco di Cirò Marina che ha snobbato l'appuntamento. Proprio una mentalità ancora legata alle regole dell'assistenzialismo, più che all'imprenditorialità, sono stati indicati, insieme alla presunzione e la supponenza riconosciuta a tanti operatori locali, un limite al decollo della "strada del Cirotano". "Per poter migliorare - ha osservato il prof. Pastore - occorre saper riconoscere i propri limiti". Dure critiche sono state rivolte anche da Gino Brozzoni che ha denunciato: "I primi a non credere nei nostri vini sono proprio i calabresi che preferiscono ripiegare sulla produzione di vini da tavola anziché tutelare i propri doc. Nel Cirotano - ha poi aggiunto - anche gli esempi di aziende vinicole ha hanno saputo puntare sulla qualità, stranamente, non vengono emulati". Altri limiti al decollo della "strada" nel Crotonese - mentre sono in cantiere una nella Locride e una nell'area del Pollino - a giudizio di Paolo Benvenuti sono le carenze infrastrutturali, nei servizi e, soprattutto, la scarsa qualità urbanistica che viene percepita guardando i guasti dell'abusivismo e la cementificazione "che qui - ha precisato Benvenuti - raggiunge veramente punte eccezionali. A fronte di ciò - ha però aggiunto - la zona dispone di una forte identità rurale attorno alla coltivazione della vite, una varietà di prodotti tipici da valorizzare, centri storici da scoprire e anche aziende che hanno saputo scommettere sulla qualità". (La Gazzetta del Sud, 19/10/2000) Vendemmia. Cala la produzione CHIANTI - Quantità
di uva in calo dal 5 al 10% a seconda delle zone. Il Chianti, in questo,
dovrebbe allinearsi al resto della Toscana. E' la Regione a fornire
i primi sommari dati sulla vendemmia 2000. L'assessore all'agricoltura
Tito Barbini parla di "annata ampiamente positiva nonostante il calo di
produzione legato all'andamento stagionale e i danni provocati in
alcune zone dalle grandinate". Barbini parla nel momento in cui anche
l'ultimo grappolo è finito nelle cantine. Ma la fatica è
stata quest'anno immane: campi appesantiti dalle piogge, uva danneggiata
giustappunto dalle grandinate di settembre, preoccupazione per la qualità.
Che, a conti fatti, potrebbe essere salva ma sarebbe meglio non sbilanciarsi.
Se non si grida al disastro è perché nel Chianti gli accorgimenti
nella vigna durante tutto l'anno, e poi anche in cantina, sono tali
da fronteggiare praticamente ogni emergenza. L'anticipo della vendemmia
ha consentito di sfuggire all'incedere dell'autunno: la maturazione
prima del tempo si spiega "con l'andamento climatico della primavera
e dell'estate, in particolare con le temperature molto elevate tra
la fine di maggio e giugno, seguite da un periodo piuttosto piovoso. All'anticipo
della maturazione - prosegue Barbini - hanno poi contribuito anche le
temperature al di sotto della norma a luglio e il caldo della seconda
metà di agosto e di settembre. Tutto ciò ha avuto effetti
sulla qualità delle uve ma anche sulla quantità. Il calo
della produzione - chiude Barbini - è infatti stimato tra il 5
e il 10per cento".
Andrea Ciappi (La Nazione, 19/10/2000) Chianti, il Sangiovese fa bene al cuore E' il Sangiovese un vitigno che consente di ottenere vini rossi di eccellente qualità e giova al sistema cardiocircolatorio e all'umore dei consumatori. L'Amministrazioni Immobiliari SpA, società del Gruppo Banca Monte dei Paschi SpA, per diffondere sempre più questa scoperta partecipa al seminario nazionale "Nuove frontiere dell'ecocardiografia" promosso al complesso didattico Le Scotte dall'Ance e dall'Università dal 26 al 28 ottobre. Nell'occasione, relatori e convegnisti potranno testare la qualità e i benefici dei vini, prodotti con il vitigno per eccellenza della viticoltura toscana: saranno, infatti, offerti in degustazione il Chianti Classico Docg e il Chianti Docg delle aziende Poggio Bonelli e Fattorie Chigi Saracini: proprietà dell'Amministrazioni Immobiliari SpA. "Un'opportunità _ osserva il presidente della Società Antonio Sclavi _ per diffondere l'immagine delle nostre produzioni, associate a un'iniziativa di importante valore scientifico. Un'occasione che permette di confermare il contributo che i vini rossi assicurano per un miglior standard di vita, influendo positivamente sull'intero apparato cardiocircolatorio. Sono azioni destinate a interessare la collettività con la divulgazione dei risultati di ricerche che devono essere di patrimonio di tutti". Se 'una mela al giorno leva il medico di torno' anche un bicchiere di vino rosso può fare la sua parte. Ma le più recenti ricerche hanno messo in luce altre importanti novità: un ulteriore aiuto può venire dal consumo di vini ottenuti proprio dal Sangiovese. Ciò è quanto ha scoperto il professor Carlo Fernandez, direttore del College di cardiologia dell'Università di Firenze, relatore al convegno senese, che in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Italian Art Journal ha analizzato e dimostrato che il Sangiovese garantisce vini tali da avere una particolare efficacia sul benessere del sistema cardiocircolatorio. "E' una delle uve _ dice _ più ricche di polifenoli: sostanze che proteggono le arterie del cuore e del cervello. Il merito è dello spessore della buccia degli acini che contiene queste sostanze. Anche le uve di Canaiolo e Cabernet Sauvignon, pure utilizzate per produrre il Chianti, garantiscono un analogo effetto. Il vino, inoltre, presenta un elevato contenuto di tannini, che migliorano i rendimenti cardiaci". "Nell'occasione, saranno presentate le bottiglie _ dice il direttore generale Giancarlo Brundi _ che meglio rispondono a certi indirizzi e alle finalità del convegno, consentendo così di accertare direttamente gli effetti positivi di questi vini". Sarà anche l'opportunità, fra gli altri argomenti scientifici, per approfondire altri aspetti: merito delle bottiglie, che saranno sulle tavole di medici e ricercatori, che potranno confrontarsi molto apertamente, “in vino veritas” …, anche sulle occasioni per valorizzare al meglio le proprietà terapeutiche di un buon Chianti. (La Nazione, 20/10/2000) Promozione vini. Che brindisi in Europa VIENNA - A Vienna e Bruxelles i vini abruzzesi
si sono coperti di gloria. L'iniziativa "Wine from Abruzzo",
organizzata dall'Arssa, Agenzia regionale per i servizi di svciluppo agricolo,
in collaborazione con l'Ice, l'Istituto di commercio estero per promuovere
i vini abruzzesi nelle principali capitali europee. Sono quindici le aziende
abruzzesi che hanno incontrato operatori commerciali nelle capitali dell'Austria
e del Belgio, Paesi che rappresentano due importanti mercanti. In Austria
è previsto un aumento nei consumi del 40% nei prossimi anni, riguardo
il vino rosso. "Il Montepulciano d'Abruzzo - ha commnetato Franco
D'Eusanio, che ha guidato la delegazione dell'Arssa - può rappresentare
un'ottima scelta nei vini rossi anche per il buon rapporto qualità-prezzo".
E sono previste altre iniziative promozionali
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