![]() |
Val Senales, un piccolo
mondo oltre la galleria
di Luca Bonci Non è certo la più sperduta delle valli alpine, anzi, gode di una certa notorietà, ma sarà perché è comunque una valle chiusa, sarà per la pur comoda galleria che la separa dalla Val Venosta, sarà per il carattere dei valligiani, il fatto sta che in Val Senales persiste un fortissimo senso di ruralità. Ruralità e rispetto per se stessi, come si capisce subito da un veloce sopralluogo. Nonostante la valle chiuda su un ghiacciaio e un comprensorio sciistico abbastanza sviluppato, solo al termine della strada, a Maso Corto, si nota il tipico sfruttamento legato alla presenza delle piste: una grossa funivia, impianti sui versanti e un brutto contenitore moderno di miniappartamenti. Fino a quel punto, lungo i 25 chilometri della strada, gli unici impianti in vista erano quelli che collegano gli alpeggi sempreverdi al fondovalle, che portano in su viveri e suppellettili e, in direzione opposta, i contenitori di acciaio inox colmi di gustosissimo latte, pronti per essere svuotati nelle cisterne della locale centrale. Una vita contadina, arricchita certo dall'agriturismo, ma che non sembra rinunciare ai propri riti o adattarsi troppo ai comodi del turista-forestiero-invasore, presenza gradita, ma nei giusti limiti.
Certo, Pifrailerhof non è di lusso, e la vita va accordata ai tempi della terra, cena e poi a nanna, specialmente di inverno, quando il maso non apre le ampie sale estive e la gasthaus dove viene servita la cena è l'unica stanza comune dove passare un po' di tempo, senza TV... naturalmente!
Una buona occasione per leggersi un libro, o per farsi delle belle dormite e alzarsi al mattino presto, che le cose da vedere nei pressi non mancano, come la bella chiesina di Madonna di Senales (poco fantasiosa tradizione di Unser Frau in Schnals, ovvero Nostra Signora di Senales). E più che la chiesina, una piacevole ricostruzione barocca di uno dei più antichi santuari del Sud Tirolo, è da vedere il piccolo cimitero che la circonda. Foto in bianco e nero, abiti tipici ed espressioni di altri tempi, se non... se non che guardando le date vi accorgerete che non si tratta di vecchie sepolture, ma anzi, che sono in gran parte molto recenti, quasi che nell'immagine dei defunti le espressioni dei valligiani non siano cambiate da un secolo a questa parte.
Una ruralità che è anche religiosità condivisa e mantenimento delle tradizioni più legate a culti antichi, forse intrecciati a residui pagani, come si nota dalla scritta a gesso sopra la porta della stalla, che indica il passaggio dei magi che, nella notte dell'Epifania, vagano da maso a maso per portare la benedizione del fumo santo e la protezione per bestie e fedeli.
E dietro alla porta così santificata la più varia e affollata piccola stalla che abbia mai visto: mucche, pecore, maiali, capre, cavalli... tutti insieme a farsi caldo come nella mangiatoia della natività. 28 marzo 2008 |
![]() |
||||||||||