Da abruzzese devo dire che sono sempre stato un po’ scettico verso quella che mi sembrava soprattutto una grande operazione di marketing. Già mi immaginavo la storia del personaggio famoso che decide di investire nel mondo del vino, costruendosi la sua bella cantina ipertecnologica, assoldando l’enologo di grido e vendendo vini di impostazione internazionale sfruttando la notorietà della sua immagine in giro per il mondo. Approfondendo il discorso ho scoperto quanto invece siano assai più nobili le finalità del progetto Podere Castorani: volendo condensare, alla base di tutto c’è un autentico amore per la propria terra e le proprie origini, e per quei vini e vitigni che l’hanno resa celebre. Certo è innegabile, l’immagine di Jarno Trulli aiuta, e sono certo che all’estero è soprattutto il nome del pilota a vendere, più che l’effettiva qualità dei vini prodotti! Ma conoscendo meglio la storia e il presente dell’azienda ci si accorge che Podere Castorani è costruita su valori solidi e importanti.
La cantina sorge sulle colline di Alanno, in provincia di Pescara, in una campagna rigogliosa ed incontaminata, non lontana dalla costa adriatica. Come si legge sul sito web <<[…] Le prime notizie delle origini dell’azienda agricola “Podere Castorani” risalgono al 1793. Sul finire del 1800, le antiche mappe catastali custodite a Teramo la denominano come “Casino Castorani”, dal nome del proprietario, il celebre chirurgo oculista Raffaele Castorani (inventore della prima tecnica d’intervento chirurgico sulla cataratta, per anni docente alla Sorbona di Parigi). […]>> Dopo qualche passaggio di mano, il podere visse il suo periodo di massimo splendore nei primi decenni del XX secolo, quando arrivò fino a 200 ettari di terreno coltivato e ospitò numerosi illustri personaggi dell’epoca. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la villa finì in abbandono e sembrava fossero andate perse le tradizionali produzioni vini-viticole di un tempo. Finché poco meno di un decennio fa sono arrivati Trulli e i suoi soci.
L’impostazione aziendale è molto tradizionale. Le uve provenienti dai 32 ettari di proprietà sono separate da quelle acquistate da vicini viticoltori conferitori e danno vita a linee di vini diverse. I vitigni – la cui età media è di 25 anni – sono soprattutto i due grandi autoctoni abruzzesi, montepulciano e trebbiano d’abruzzo, anche se non mancano appezzamenti di malvasia, pecorino, e ad altre varietà sperimentali. Tutta la superficie aziendale viene coltivata con metodi di agricoltura biologica, senza l’uso di pesticidi e/o fertilizzanti chimici, e puntando molto sui mezzi di lotta biologica e sui fertilizzanti organici. Anche la cantina è tutt’altro che high-tech: vasche in cemento, con un blando sistema di controllo della temperatura, e un piccolo torchio verticale. L’eccezione è data da una cella di appassimento tecnologicamente molto avanzata, che Trulli e i suoi soci hanno fatto realizzare per la produzione dello Jarno, il simil-amarone realizzato per assecondare la grande passione enologica del pilota per questa tipologia di vino.
L’azienda è sul mercato da appena 6-7 anni e la linea dei prodotti è ancora giovane. Tuttavia l’impostazione sembra quella giusta e non mancano cose interessanti. Tra gli assaggi recenti vorrei segnalare i due che mi hanno convinto di più: il Cerasuolo Coste delle Plaie 2009 e il Montepulciano D’Abruzzo Podere Castorani 2006.
Cerasuolo Coste delle Plaie 2009
Montepulciano D’Abruzzo Podere Castorani 2006 (campione di vasca)