Giro del mondo intorno al Riesling

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ROMA – Dal 5 al 7 febbraio si è svolta la seconda edizione del Roma Vino Excellence & Merano Wine Festival, la kermesse nata dal sodalizio professionale tra Ian D’Agata, uno dei più noti winewriter del nostro paese, e Helmuth Köcher, patron del famoso festival del vino di Merano.  Un giro del mondo del vino di qualità con etichette rare provenienti dai cinque continenti, relatori di fama internazionale e una bella selezione di 100 aziende a rappresentare la produzione enologica della nostra penisola.

In un periodo dell’anno in cui fioccano manifestazioni enogastronomiche ed anteprime di ogni sorta (ce n’erano tre nello stesso weekend solo a Roma!), il vulcanico Ian ha puntato sulla fitta rete di relazioni internazionali e il grande credito all’estero che lui e Kocher hanno saputo conquistare negli anni. L’X-factor della manifestazione romana era proprio questo: il taglio spiccatamente cosmopolita e la presenza di vini assolutamente unici e rari, presentati da esperti ed appassionati interpreti dei terroir di tutto il mondo.

Nei tre giorni del fittissimo programma convegni di approfondimento scientifico (su Metodo Classico, riesling, cabernet sauvignon e merlot) si sono intervallati a degustazioni di grandissimo spessore, come le verticali degli Champagne Billecart Salmon e Veuve Cliquot, o le icone enologiche della Napa Valley californiana di Viader e Araujo, fino a vere e proprie chicche come la verticale dei vini portoghesi di Madeira (con una Malvasia del 1875 proveniente dalla collezione di famiglia del produttore Ricardo Freitas).

Nel decidere un tema da approfondire in questo pezzo avevo quindi solo l’imbarazzo della scelta. Ho scelto il riesling perché il convegno/degustazione su questo vitigno è stato forse il più interessante del programma. Non tanto per il valore assoluto o l’importanza dei vini presenti, quanto perché ha offerto una panoramica veramente globale (in senso letterale) delle potenzialità della grande uva bianca, grazie a una batteria di 13 etichette provenienti da quattro continenti.

Sul fatto che i più grandi riesling al mondo vengano dalla Germania e dall’Alsazia sono tutti d’accordo. A differenza di altri grandissimi vitigni, come il pinot nero e il nebbiolo, il cui legame con le terre d’elezione è viscerale al punto che difficilmente si esprimono bene altrove, l’uva tedesca sembra però avere un talento più “democratico”. Piantata praticamente in tutte le zone vinicole del pianeta, dall’Europa al Nordamerica, dall’Australia all’America del Sud, il riesling sembra avere una maggior versatilità che, sfruttando la sua capacità di traduzione dei terroir, lo rende capace di dare vita a splendidi vini, sia secchi che dolci.

I tratti distintivi e le caratteristiche qualitative che hanno reso quest’uva tanto ricercata tra gli appassionati di tutto il mondo si declinano in maniera diversa alle varie latitudini, pur mantenendo un filo conduttore chiaro e riconoscibile. Generalizzando (e quindi approssimando), i punti di forza sono sempre gli stessi: la seducente carica aromatica che, specie nelle etichette che hanno avuto tempo di sostare qualche anno in bottiglia, raggiunge livelli di complessità e profondità con pochi eguali. E poi la vibrante energia gustativa, con quelle strutture leggiadre, talvolta persino esili, che si snodano lungo uno scheletro di acidità di lunghezza infinita, con un equilibrio gustativo che riempie il palato e ti invita a passare da un bicchiere all’altro. E’ questo il miracolo del riesling che si rinnova e parla tante lingue diverse!

Qui di seguito brevi note sulle etichette assaggiate.

Riesling Aristos 2009 – Cantina Produttori Valle Isarco  (ITALIA)
Uno dei più buoni del nostro paese, molto apprezzato da pubblico e critica negli ultimi anni. Tratto olfattivo tipico dei Riesling giovani: aromi fruttati piuttosto “aspri” di mela verde, limone, lime, cedro e agrumi, a cui si aggiunge una florealità molto fresca. In bocca ha una spiccata acidità, con un ritorno delle note agrumate e una beva non lunghissima ma senz’altro piacevole.

Riesling Veilles Vignes 2008 – Chateau Pauquét (LUSSEMBURGO)
Siamo sulla parte lussemburghese della Mosella (e questo già spiega come anche in questo piccolissimo stato europeo si possa fare un buon Riesling). Abi Duhr, il proprietario, è considerato uno dei migliori produttori della zona e di gran lunga quello più specializzato nel vitigno in questione. A Roma ha presentato due vini provenienti dalla zona denominata Paradäis. Il “base” più fruttato e fresco, e questa versione Veilles Vignes, ottenuta da vigneti che hanno anche sessant’anni di età. Al naso ha una bella mineralità, quasi gessosa. Poi i soliti frutti freschi, agrumi, fiori bianchi. In bocca è molto saporito, deciso, con un bel contrasto dolce-acido.

Riesling 2010 – Viña Anakena (CILE)
Un Riesling giovanissimo presentato da quest’azienda della Rapel Valley, una delle denominazioni più rinomate in terra cilena. Al naso ha un impatto più “sfacciato” degli altri, con profumi intensi di frutta gialla ed agrumi canditi, e una nota singolare che mi ricorda la gomma pane. In bocca è contraddistinto da una forte mineralità, una fresca e tagliente acidità che in questa fase è forse ancora troppo predominante. Chiude non particolarmente lungo.

Riesling Polish Hill 2010 – Grosset  (AUSTRALIA)
E’ il miglior produttore di riesling in Australia. Un vino che viene fatto da trent’anni nella regione collinare della Clare Valley (South Australia, qualche chilometro a nord di Adelaide) e che rappresenta un vero e proprio archetipo di questa tipologia nel Nuovo Mondo. E’ uno di quelli che mi è piaciuto di più. Fresco, fruttato, intenso, netto e preciso come pochi altri. Una mineralità che ricorda la roccia bagnata. In bocca scorre dritto e affilato, secco e sapido, ancora giovanissimo ma di sicuro avvenire. Grande sorpresa, grande vino!

Riesling 2009 – Loimer (AUSTRIA)
Un esempio classico dei riesling austriaci, che mantengono quella florealità e aromaticità dei cugini tedeschi, ma in maniera meno leggiadra, un po’ più “grave”. Proviene dalla località di Kamptal, un centinaio di chilometri a ovest di Vienna. Ha uno sviluppo gustativo succoso, in cui si apprezzano nitidi sentori di frutta gialla intervallati da una sottile scia minerale. Finale di discreta e pulita lunghezza.

Riesling Berg 2008 – Marcus Huber (AUSTRIA)
Sebbene la famiglia Huber produca vino da più di 200 anni, questo riesling proviene dalla regione del Trasental, la più piccola e giovane zona vinicola d’Austria, estesa appena 800 ettari. Markus, l’attuale titolare dell’azienda, è considerato uno dei produttori più capaci e sensibili. Il naso di questo vino è paradigmatico: un equilibrato connubio di frutta e mineralità, di estrema precisione. In bocca ha una bellissima naturalezza di beva e, nonostante non sia un mostro di complessità e lunghezza, ha una verve acida che induce una notevole salivazione e lascia al palato una sensazione pulita e piacevole.

Riesling Schlosberg 2008 – Albert Mann (FRANCIA)
Azienda vinicola storica, che vinifica dal XVII secolo. Possiede 21 ettari nel cuore dell’Alsazia, tutti coltivati in regime biodinamico. Il vino presentato proviene dalle viti piantate sul suolo granitico dello Schlossberg, uno dei più rinomati grand cru della regione. Personalmente l’ho votato come numero uno della serata! Il profilo olfattivo è elegante e di gran fascino: rispetto a tutti gli altri vini degustati, a cui lo uniscono diversi tratti in comune, ha profondità e sfaccettature superiori.  In bocca poi ha una marcia in più, con una sapidità incredibile e tutte le componenti, dure e morbide, al posto giusto e in armonico equilibrio. Un solo commento (molto tecnico): caspita che buono!

Riesling 2008 – Weinrieder (AUSTRIA)
Purtroppo non ho annotato l’etichetta esatta presentata da questa nota casa vinicola (tra riserve e selezioni i riesling sono una mezza dozzina, senza contare gli “eiswein”), che vinifica nella regione del Weinviertel, la più vasta e vocata area vitivinicola d’Austria, nella parte nord-est del paese. Peccato perché il vino degustato è stato uno dei migliori. Naso pulito e preciso, classico, che alle note fruttate e floreali della gioventù inizia a sovrapporre slanci di profondità minerale che lasciano ben sperare. In bocca è molto saporito, contrastato, con un attacco dolce che subito viene bilanciato dalla sferzata fresca dell’acidità. Una beva fresca e dinamica che non stanca e invita al sorso successivo. Insieme all’australiano e all’alsaziano va a comporre il mio personale podio della carrellata.

Riesling Marlborought 2008 – Isabel Estate (NUOVA ZELANDA)
Isabel Estate è una giovane e dinamica azienda situata nella zona di Marlborought, nella punta settentrionale dell’isola sud della Nuova Zelanda. Il vino presentato si presenta al naso con una mineralità profonda, e una nota di idrocarburi nettissima, quasi “violenta”. Comunque interessante e seducente, con note poi di pompelmo e quasi di salvia. Singolare per un vino ancora molto giovane! In bocca è molto secco e di grande acidità, con un profilo ancora un po’ rigido e non pienamente espresso, ma che mi incuriosisce. Mi piacerebbe riprovarlo tra qualche tempo.

Riesling 2009 – Tantalus Vineyards (CANADA)
Il Canada è uno dei maggiori produttori al mondo di riesling, anche se specializzato più nella tipologia “icewine”. La Tantalus è situata nel versante settentrionale della Okanagan Valley, nella British Columbia, la regione dove si trovano le famose cascate del Niagara. Le vigne di riesling sono state piantate oltre trent’anni fa e sono coltivate oggi con un approccio rispettoso e naturale, a cui fa seguito una filosofia in cantina il meno interventista possibile. Il vino presentato ha i classici sentori dei riesling giovani: frutta fresca, lime, mela verde, agrumi in genere. Al palato mi piace per la sua naturalezza. L’ho trovato molto “gastronomico”, con il giusto mix di acidità e morbidezza, e un sapore deciso anche se non particolarmente sfaccettato.

Franco Santini

Franco Santini (santini@acquabuona.it), abruzzese, ingegnere per mestiere, giornalista per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri. Pian piano, da argomenti tecnico-scientifici è passato al vino e all’enogastronomia, e ora non vuol sentire parlare d’altro! Grande conoscitore della realtà vitivinicola abruzzese, sta allargando sempre più i suoi “confini” al resto dell’Italia enoica. Sceglie le sue mète di viaggio a partire dalla superficie vitata del luogo, e costringe la sua povera compagna ad aiutarlo nella missione di tenere alto il consumo medio di vino pro-capite del paese!

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