In vino salus – Les Hauts De Smith

0
12128

Avevo degustato vini in molte occasioni e nelle sedi più svariate, in alberghi, teatri, biblioteche, sale da tè, bar, ristoranti, enoteche, case private, ville e locali vari … ma mai in una farmacia.

Per questo battesimo e per questo incontro ad alto livello tra vino e salute (della pelle), ringrazio l’amico Claudio Serone e la sana eno-passione che ha contagiato una persona così dedita al benessere altrui. Certo, la scena l’hanno rubata i vini e i prodotti cosmetici di questi produttori francesi di grande prestigio e dalla grande passione. Nel 1990 Daniel e Florance Cathiard vendono tutti i loro averi e acquistano lo Château Smith Haut Lafitte, su cui poi hanno investito fatica e sentimenti con un solo scopo: produrre vini dal carattere deciso e inconfondibile, identità di un terroir fatto di terreni argillo-calcarei, ricchi di ossido di ferro e con caratteristiche pedoclimatiche peculiari. E’ stato un vero colpo di fulmine tra questa terra, vicino Bordeaux, la maestosa cantina sotterranea del Castello e il cuore di questi personaggi poliedrici e instancabili.

Le due figlie della coppia hanno poi creato le proprie aziende satelliti: la giovane Alice Tourbier-Cathiards con due complessi alberghieri (boutique hotels) dedicati al benessere fisico attraverso la vinoterapia; la maggiore, Mathilde Thomas-Cathiards, con la casa cosmetica Caudalie, dedicata ai prodotti e trattamenti di bellezza a base di polifenoli, estratti da linfa, vinaccioli e tralci di vite.

Ecco la magia ed ecco l’idea di Claudio per questa degustazione, che ha incrociato, nella sua Farmacia Galeno (Cisterna di Latina), l’immersione sinestetica nei vini Les Hauts De Smith Rouge e Blanc (2011), seconde etichette della casa dopo lo Smith Haut Lafitte, e le proposte cosmetiche per la salute della pelle di Caudalie. Si è trattato di un connubio ben condito e interessante, completato dalle delizie gastronomiche dello chef Sandro Rossi, proprietario del ristorante Cavour, che nell’inconsueta cornice dei banchi espositivi di medicinali e prodotti farmaceutici, ha saputo irretire tutti gli invitati in un viaggio sensoriale oltralpe.

 Les Hauts De Smith Rouge 2011

L’Appellation Pessac-Leognan è una denominazione prestigiosa e relativamente nuova (1987) per i vini prodotti in una particolare area sud-occidentale del bordolese, oggi riconosciuta a pieno titolo tra i vini di alta qualità della regione. Questo rosso deriva dalla filiera di produzione del prodotto di punta, partendo da una selezione accurata delle uve Merlot (55%) e Cabernet Sauvignon (45%) per procedere a una vinificazione rigorosa. L’estrazione dei tannini e l’intensità del colore sono frutto di opportuni rimontaggi e di una macerazione sulle fecce (da 4 a 6 settimane) a temperatura controllata; il vino viene poi travasato in barriques dove riposa per 14 mesi. Il 2011 è stato caratterizzato da un clima volubile che ha permesso alla naturale acidità delle uve di emergere, il risultato è un copioso rosso rubino intenso e impenetrabile che dal calice rimanda un incisivo complesso olfattivo. Si percepiscono nitide le bacche rosse e il sottobosco, con una leggera nuance di humus che sposa una nota floreale di viola e un riverbero speziato di vaniglia e tabacco. In bocca entra deciso, con un incedere potente e incalzante, i tannini sono intrecciati alla spalla acida che ne sostiene la beva per un riscontro gustativo equilibrato e avvolgente, ricco delle bacche rosse più scure come il ribes, il mirtillo e la mora; il sorso restituisce un composito aromatico ricco, con sfumature officinali, liquirizia, chiodi garofano e un velo di goudron. Un vino dall’impronta definita e aristocratica, dalla persistenza lunghissima e dal timbro dinamico, con una struttura importante che rimanda a qualche anno la prova del tempo. Rigoglioso.

Les Hauts De Smith Blanc 2011

Questo bianco è frutto di un utilizzo integrale di uve Sauvignon blanc che, per lo stesso particolare clima del 2011, hanno richiesto una paziente e protratta vendemmia, che ha portato alla soffice pressatura di acini perfettamente maturi. La vinificazione sembra essere svolta interamente in acciaio, ma l’assaggio e la fonte “non del tutto convincente” inducono più di un dubbio su un moderato quanto propizio uso di legno; la peculiarità di questa lavorazione è l’uso di gas inerte durante le varie fasi, per preservare gli aromi da qualunque accenno ossidativo.

Il colore è limpido e brillante, giallo paglierino con riflessi dorati; l’approccio olfattivo è inebriante e sorprendente, non si avverte il tipico registro del Sauvignon, bensì una freschezza agrumata intessuta da fiori bianchi (gelsomino e zagara), lievi note casearie e una punta di crosta di pane. Al palato è docile e fragrante, fresco e cremoso, sovvengono note di frutta bianca pastosa, come pesca e pera, poi un allungo di cedro; la beva regala ritorni retronasali di iodio, pietra focaia e una fine speziatura ricca di pepe bianco e mandorla. E’ un vino che appaga, invade l’intero spettro gustativo e lascia una benefica scia sapida che richiama una nuova beva, davvero avvolgente e multilivello, tono su tono, aroma su aroma. Coinvolgente.

 

Galleria fotografica

Riccardo Brandi

Riccardo Brandi (brandi@acquabuona.it), romano, laureato in Scienze della Comunicazione, affronta con rigore un lavoro votato ai calcoli ed alla tecnologia avanzata nel mondo della comunicazione. Valvola di sfogo a tanta austerità sono le emozioni che trae dalla passione per il vino di qualità e da ogni aspetto del mondo enogastronomico. Ha frequentato corsi di degustazione (AIS), di abbinamento (vino/cibo), di approfondimento (sigari e distillati) e gastronomia (Gambero Rosso). Enoturista e gourmet a tutto campo, oggi ha un credo profondo: degustare, scrivere e condividere esperienze sensoriali.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here