GAIARINE (TV) – Una cosa è certa. Dopo il Prime Uve Invitational Barbecue Championship, niente sarà più lo stesso. Demolita ogni certezza (ma era solo un castello di sabbia), il mio anno zero delle cotture al barbecue parte dal week end afoso, accaldato, assolato, umido, appiccicoso (e potrei andare avanti ancora) del 4 e 5 luglio. Sì: nata il 4 luglio potrebbe essere il sottotitolo del nuovo modo di approcciarmi alle cotture alla griglia.
Chiamati a raccolta da Italo e dai figli Anna ed Andrea Maschio, nel primo fine settimana di luglio, quindici team professionisti hanno raggiunto Gaiarine (Tv) e la storica azienda di distillati per creare un evento che farà storia. Il Prime Uve Invitational (perché concorrenti, pubblico e giuria accedono solo su invito) Barbecue Championship è stata la prima gara europea “invitational” disputata nel nostro Paese. «Siamo profondamente orgogliosi di essere stati i primi a portare un Invitational in Italia, che è poi ufficialmente valido per la qualificazione al World Food Championship a Kissimmee in Florida e all’American Royal World Barbecue Series, una delle più importanti competizioni barbecue al mondo» dichiara la famiglia Maschio «Ci abbiamo creduto fin dall’inizio e con lo stesso entusiasmo porteremo avanti l’iniziativa».
A Gaiarine è arrivata la crème de la crème fra le migliori squadre europee, scese dall’Olanda (4) a dimostrazione di quanto sia radicata la cultura del bbq in quel piccolo paese al pari della Germania (3), Belgio (2), Regno Unito (2), Danimarca (1), Repubblica Ceca (1) e Italia (2). A far sventolare alto il Tricolore c’era anche il “BBQ4AllInternational” che detiene il titolo italiano dopo il campionato di Perugia ad aprile.
“In crescita negli ultimi trent’anni in Europa, la passione per il barbecue arriva dagli Stati Uniti. Là hanno una lunga tradizione sia tra privati che nelle competizioni – ha spiegato Marco Agostini del team BBQ4AllInternational – In Europa si è ben radicata al nord. Per intenderci: Germania, Olanda, Belgio, Inghilterra da cui arrivato le squadre più forti. In Italia ha iniziato ad essere compresa negli ultimi quattro anni”. “Ci sono poi Paesi come Francia e Spagna dove si affaccia timidamente adesso” ha aggiunto Gianfranco Lo Cascio, sempre del BBQ4AllInternational. In riferimento soprattutto ai cugini d’Oltralpe, non si fa fatica a capire il perché. Fatto sta che in Italia iniziano a proliferare corsi da vero griller, in cui alcuni membri del BBQ4AllInternational sono maestri, chiamati a girare in lungo e in largo lo Stivale. Anche se in prevalenza le aree più interessate per ora sono al centro nord.
I concorrenti del Prime Uve Invitational Barbecue Championship si sono cimentati in sette prove, impiegando legna, carbone e pellet di legno. Mentre per le cotture la maggior parte ha impiegato smoker, grill, forni. Le quattro specialità standard erano: bisket (punta di petto di manzo affumicata), ribs (costine di maiale affumicate alla Kansas City, ossia laccate con salsa barbecue), chicken (pollo), pork (spalla di maiale affumicata). A queste sono state aggiunte tre categorie speciali: sauce, barrel smoke e dessert, valorizzate dai distillati Prime Uve Maschio (Bianca, Nera, Oro).
Ecco, la due giorni a Gaiarine mi ha dimostrato che niente di ciò che pensiamo noi Italiani è minimamente avvicinabile al concetto americano di barbecue. Scordatevi dunque che lo sia la fiorentina sulla gratella, perché quella è solo grilled, al pari del pollo, della rosticciana, delle bistecchine di maiale. Cancellate tutto perché il vero barbecue è “low and slow”, ossia una cottura lunga, lenta, a bassa temperatura. Che non ha niente a che vedere con l’hot and fast delle griglie incandescenti.
Se hai fretta, ma vuoi far parte della compagnia, è bene che ti rilassi e ti beva una birra (a Gaiarine la Menabrea scorreva a fiumi, bionda e rossa), ti disponga alla conversazione, accettando di buon grado di trascorrere la notte a fianco di quegli strumenti di cottura belli, bellissimi a vedersi, ma guai a toccarli. Pena l’ostracismo dato che alzarne il coperchio significa abbassarne all’istante la temperatura interna, che per tornare all’equilibrio ci impiega anche 15 minuti. Vanificando spesso lo sforzo di ore. È un popolo di appassionati, quello dei griller. E pure una grande famiglia, che fa festa e condivide volentieri un piatto di spaghetti alle 3 inoltrate della notte, per meglio ingannare il trascorrere delle ore a bada del fuoco. Perché essendo preparazioni lunghe, ci impiegano anche 24 ore prima di raggiunngere il livello ottimale di cottura.
Alla fine ha vinto su tutti un Americano di nazionalità tedesca. John Clement, a differenza di tutti gli altri colleghi, è stato l’unico a portare avanti “in solitaria” la competizione. Di solito infatti i componenti di un team sono almeno una coppia, se non di più. Proprio per spartirsi pesi e fatiche. A lui è andato il premio assoluto Grand Champion più un assegno di 9mila euro. Seconda la squadra italiana BBQ4AllInternational, a cui va il titolo Reserve Gran Champion e mille euro.
Ma dato che queste competizioni sono soprattutto un momento di grande convivialità e amicizia, i riconoscimenti non si sprecano neppure per le singole categorie. Per cui il miglior Pork (spalla di maiale affumicata) lo hanno realizzato i tedeschi di BBQ Wiesel, mentre per i giudici (in tutto 18, provenienti da Italia, Regno Unito, Germania, Olanda, Repubblica Ceca e Svizzera) il miglior Brisket (punta di petto di manzo affumicata) è stato cucinato dal team danese Smoke it All, la squadra belga dei BBQ+ ha realizzato le migliori Ribs (costine di maiale affumicate alla Kansas City, ossia laccate con salsa barbecue), infine i cechi di Sticky D’s BBQ hanno preparato il miglior Chicken (pollo). A queste si aggiungevano tre specialità appositamente introdotte per l’occasione, sfruttando i prodotti di punta della distilleria Bonaventura Maschio, ideatrice e sostenitrice del campionato. Le quindici squadre dovevano infatti cimentarsi nelle specialità: Sauce (salsa barbecue con Prime Uve) andata ai tedeschi BBQ Wiesel; Barrel Smoke (affumicatura di carne con legna proveniente dalle botti da invecchiamento utilizzate nella distilleria) ai danesi Smoke it All e Dessert, anch’esso con Prime Uve, assegnato agli italiani di Barbecue4AllInternational. Tre i distillati utilizzabili: Prime Uve Bianche, Oro e Nere.
«Ringraziamo Bonaventura Maschio, Anna e Andrea in particolare, per la straordinaria attenzione che hanno avuto per noi» ha commentato Marco Agostini a nome del BBQ4AllInternational e deglia altri team. «Di questo evento si parlerà moltissimo in Europa, e non solo, perché non ci siamo mai sentiti così apprezzati e seguiti durante la gara, dall’arrivo, alla over night, al gran finale».
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