Voglia di anteprime. Bolgheri (e IGT) annata 2013 parte prima. L’importanza dell’aggettivo “fresco”

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A voler sintetizzare la performance complessiva dei rossi di Bolgheri targati 2013, o meglio dei Bolgheri Rosso Superiore e degli IGT più importanti prodotti nel territorio, verrebbe da dire che è la freschezza -finalmente- a battere un colpo, dal momento in cui spesso è grazie a lei se le trame vanno indirizzandosi nel verso dell’equilibrio e di una reattività provvidenziale. Al contempo, le ostentazioni e le confezioni fin troppo ridondanti che hanno tratteggiato la fisionomia di questi vini anche nel recente passato (con le dovute eccezioni, eh!) stanno cedendo il passo ad un disegno meno strafottente e più modulato nei toni, quasi a voler suggerire che a quelle latitudini si può riuscire, credendoci e with a little help, ad ottenere vini che alla timbrica internazionale uniscano una propensione all’eleganza forse inarrivabile per gli altri distretti della costa toscana. Un’attitudine, quella per l’eleganza, che resta ad oggi l’obiettivo più importante su cui puntare per un futuro che intenda affermare, di quei vini, carattere e sostanza.

Detto questo, l’influenza del terroir non resta davvero in sottotraccia. Perché la correttezza formale e la precisione esecutiva di cui si possono avvalere molte delle etichette in gioco non sempre sposano razza e profondità, vuoi a causa di un vigneto sostanzialmente giovane, vuoi  – per l’appunto- a causa di un terroir non sempre distintivo. Da cui discende, a parer mio, lo spartiacque qualitativo più significativo per i vini di Bolgheri: fra quelli di più riconoscibile matrice territoriale e gli altri, dalla personalità più anodina e incerta. Una sensazione che viene a galla per esempio nella seconda parte di bocca, a volte avara di progressione, diffusione e allungo, le doti fondanti per un vino che intenda respirare e trasmettere territorio.

Comunque sia, prendiamo e portiamo a casa un risultato molto positivo, soprattutto se messo a confronto con annate più recenti come la 2012, la cui persistente calura estiva ne ha segnato indubitabilmente gli esiti, non consentendo la piena maturazione dei tannini dell’uva e impedendo così ai vini di approdare alla attesa compiutezza, salvo rari casi.

Infine, una non-novità: gira che ti rigira i valori appaiono consolidati. E’ una felice combinazione di stile, sensibilità interpretativa e territorio a generare differenze in seno alla tipologia, differenze che vedi e che senti.

E se non troverete citate alcune realtà la cui campionatura è apparsa poco significativa (leggi I Luoghi, Castello di Bolgheri, Grattamacco di Grattamacco, Tringali Casanova…), probabilmente perché in più di un caso si è trattato di campioni da botte, è necessario ricordare che l’uscita sui mercati di questi 2013 è prevista in linea di massima per la primavera/estate 2016, quando non più avanti. Alla fine del salmo però, non possiamo di certo esimerci dal ringraziare il locale Consorzio Bolgheri DOC, che ha accolto con entusiasmo la nostra proposta tematica, instradata da Ernesto Gentili, mettendo in piedi una degustazione importante, completa e ben organizzata, grazie alla collaborazione massiccia garantitaci dai produttori della zona.

Prima parte: Bolgheri Rosso Superiore

BR Serre Nuove 2013 – Tenuta dell’Ornellaia

Freschezza e scorrevolezza non mancano.  La densità è bilanciata, senti che non vuole strafare, supportato com’è da una buona definizione aromatica, che fa tanto Bordeaux, e da uno sviluppo lineare ma non impedito. Semmai resta condizionato da una chiusura semplificata e da una rugosità tattile che non giovano né alla finezza né alla profondità. Ma è vino ben congegnato.

BRS Le Gonnàre 2013 – Fabio Motta

Fabio Motta vinifica da poche vendemmie ma sta già dimostrando uno stile tutto suo, orientato su colori non forzati, fraseggio sottile ed estrazioni calibrate; uno stile e una fisionomia che devono forse ancora trovare un più adeguato sostegno da parte del vigneto. Nel frattempo frutti rossi in confettura e delicata florealità instradano un sorso pacioso, concessivo, muy piacevole, anche se non se la gioca sul piano della complessità.

BRS Ville Rustiche 2013 – Eucaliptus

Forte concentrazione e decisi accenti balsamici qui. A ben vedere non gli manca la capacità di sedurre, grazie alla carnosa dote fruttata e all’avvolgente densità, ciò che si scontra soltanto con una montata tannica ancora esuberante. Insomma, il nome dato al vino è a suo modo coraggioso, la sostanza però ci tranquillizza!

BRS Bolgherese 2013 – Di Vaira

Assetto semplice al naso, e coté di lampone. Aperto, largo, accogliente, non certo profondo, con l’aria se ne esce un sapore dolciastro che lede bevibilità e scorrevolezza. Il rovere, d’ordinanza, emerge per dire la sua.

BRS Alfeo 2013 – Ceralti

Densità giusta ma fuorvianti quei toni esotici al naso. Le aperture floreali ci mettono sulle tracce di un vino forse non così complesso, sicuramente in ritardo di focalizzazione, che gioca le sue carte migliori sulla dolcezza del frutto ma a cui manca il grip della differenza. Un brillìo sapido ne ravviva il finale, questo è vero, ma l’impronta calda e alcolica non fa che rafforzare l’idea di una trama gustativa ancora irrisolta.

BRS Maronea 2013 – Casa di Terra

Calore alcolico, menta e un filo di vegetalità al naso. Classico campione da barrique al palato, “stringe” molto e frena. In ritardo. Tannini da ammansirsi. Si fa forte di una certa presenza scenica, ma è ancora poco armonioso nell’eloquio.

BRS Impronte 2013 – Giorgio Meletti Cavallari

Interessante verve ferrosa-minerale al naso per un impatto virulento & caratteriale, forse poco elegante ma sprezzante e incisivo. Se non altro, personale. E se è davvero intenso il timbro minerale, così come selvatica la punta vegetale che emerge con l’aerazione, il vino ha grinta e freschezza da vendere. Peccato per la chiosa leggermente catramosa/amaricante. Non per tutti, la sua ruspantezza ammicca a naturalezza. Indomito, non c’è che dire, ma di certo non cesellato!

BRS Levia Gravia 2013 – Caccia al Piano

Corposo, ricco, grintoso e caffeoso, propone una bella fusione fra frutto e note balsamiche. Oddio, la consistenza fruttata appare un po’ fine a se stessa, e non apre a pertugi più profondi, ma nella sua trama a maglie larghe convivono armoniosamente bilanciamento dei toni e piacevole dolcezza. Un po’ “affettato” ma si lascia bere.

BRS San Martino 2013 – La Cipriana

Succoso, aperto, leggibile, tende ad allargarsi un po’ nel proseguo pur conservando continuità di sapore, densità ed equilibrio. Il rovere che emerge nel finale ne banalizza le aspettative, la complessità non è alle stelle, ma le qualità interiori sono quelle giuste.

BRS Sondraia 2013 – Poggio al Tesoro

Vino più complesso e sottile di quanto appaia lì per lì, da quando ne apprezzerai l’attitudine a ricomporsi dopo le iniziali titubanze aromatiche, e con il ricomporsi tutta l’espressività di un sorso più affusolato che diffusivo ma sicuramente convincente. Come mai in passato.

BRS Piastraia 2013 – Michele Satta

Bell’esprit bordolese-mediterraneo ai profumi, annunciato da una elegante apertura sul frutto e dai ricami di sandalo e cuoio. Il tutto espresso in un contesto non urlato, dove succo ed intensità restano incanalati in un disegno sobrio. E se non tocca lidi di complessità si fa convincente per via della scioltezza. Quella sì che gli appartiene.

BRS I Castagni 2013 – Michele Satta

Ben disegnato, il contributo dei legni è da riassorbire ma la buona freschezza di fondo e lo sviluppo ineccepibile e lineare fanno propendere per l’ottimismo. Un briciolo di dolcezza in esubero nella persistenza, ma c’è tempo per recuperare assetto ed armonia.

BRS  Tenuta Argentiera 2013 – Argentiera

Umori di gomma bruciata, pneumatico, spezie e frutti neri concretizzano un profilo aromatico tutto sommato ancora compresso e remissivo, a suo modo trattenuto. Bella materia se lo bevi, salda, decisa. Certo manca di amalgama, ma il grip e la sapidità lasciano sperare per il meglio. Incidenza del rovere non marginale.

BRS Arnione 2013 – Campo alla Sughera

Bel succo, buon contrasto: una sana e consapevole pienezza. Ritmo ed espressività non mancano, ma ti colpisce per l’estrema nitidezza, per la comprensibilità di ogni sua sfaccettatura. Con l’aerazione l’impatto sensuale e istintivamente accomodante della prim’ora si tramuta in un gusto rotondo, polposo ma in leggero debito di profondità. Buon bere però.

BRS Greppicaia 2013 – I Greppi

Flessuoso, balsamico, calibrato negli accenti, non la complessità la più complessa ma davvero piacevole e sfaccettato. In crescita di personalità.

BRS Dedicato a Walter 2013 – Poggio al Tesoro

Erbe aromatiche, spezie orientali, pirite: realmente seducente -e diverso dai soliti cliché- il quadro aromatico. Ricco ma ben bilanciato al gusto, conserva sapore, intensità, sapidità e progressione. L’aria gli fa bene, e lo consacra Cabernet Franc di razza. Bella dimensione qui, e bella dolcezza tannica!

BRS Guado de’ Gemoli 2013 – Chiappini

I profumi ora non sono il suo forte, ma è normale che sia così. In bocca va meglio: compassata, flemmatica, concede poco agli svolazzi lasciando trasparire, negli umori suoi silvestri, un temperamento introverso ma al contempo caratteriale, ravvivato da una opportuna corrente acida. Tannini da ammansirsi, sodi ma non crudi.

BR Sassicaia Sassicaia 2013 – Tenuta San Guido

Grintoso, fresco, reattivo, straordinariamente accordato in ogni passaggio gustativo, sinuoso, bilanciato, elegante, soprattutto ben profilato, senza che perda niente in continuità, freschezza e tensione. Di superiore naturalezza. Irraggiungibile ai più per tocco e savoir faire.

BRS Guado al Tasso 2013 – Guado al Tasso

Ecco un Bolgheri la cui decisa concentrazione, sia cromatica che olfattiva, offre il fianco a certi cliché non particolarmente originali. Sicuramente è ricco, impattante, ben dotato, in grado persino di recuperare senso e credibilità al palato, anche se alcune intemperanze vegetali e la scontrosità tattile non ne rendono il tratto gustativo elegante come vorresti.

BRS Alberello 2013 – Podere Grattamacco

Sentori di gomma bruciata (passeggeri), generosità, terra, calore, poi finalmente il diffondersi di una bella energia fruttata, con il passo elegante e levigato ad illuminarne articolazione e compiutezza. Chiarezza espositiva ed espressività sono già limpidamente manifeste, senza le scontrosità tipiche della giovane età. Confidando che possa mantenere questo assetto a lungo, per la gioia di chi ne vorrà godere.

BRS * Paleo 2013 – Le Macchiole

Qui non dovete lasciarvi trarre in inganno dalla concentrazione, dalle ingerenze roverizzate della prim’ora e da quei profumi ancora alla ricerca di una direzione. E’ in bocca infatti che vi dimostrerà tutta la sua levatura, recuperando stimoli balsamici, fascino, proporzioni e ariosità. Il finale succoso e brillante, il grip gustativo e il continuo suo rilanciare ci fanno capire che questo giovine baldanzoso Cabernet Franc saprà autorevolmente dire la sua nel prossimo futuro. Dirompente la forza comunicativa.

BRS Ornellaia 2013 – Tenuta dell’Ornellaia

L’increspatura vegetal-caffeosa ne incrina l’eleganza, anche se per fortuna non riesce a celare più di tanto la buona materia di base. L’incedere è impettito, risoluto, potente, ancora poco concessivo, dagli umori terrosi. La freschezza di fondo e l’ardore lasciano presupporre un futuro migliore, soprattutto meno debitore del rovere, ciò che tende oggi ad asciugare le trame. E se manca forse di spigliatezza, si tiene al riparo dagli eccessi grazie alla confortevole certezza offertagli da una manifattura iper curata.

* in conversione da IGT a DOC

FERNANDO PARDINI

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