L’autrice di questo flash da Taste of Milano (dal 17 al 20 maggio all’Ippodromo di San Siro) è Silvia di Stefano, appassionata ricercatrice di materie prime, ed animatrice di Fuori di Pascoli (e del relativo blog), un eno-shop all’interno del ristorante Pascoli di Cusago, provincia di Milano
di Silvia Di Stefano
Se siete “viaggiatori golosi” Taste of Milano potrebbe fare al caso vostro.
Se siete “intenditori”, di quelli seri o seriosi, in tal caso dovremmo aprire qualche parentesi.
Ma se siamo “semplicemente” dei buongustai, Taste of Milano ha fatto sicuramente al caso nostro.
E’ la prima volta che il capoluogo lombardo, un po’ pallido e forse stanco, spalanca le sue porte alla manifestazione in primavera, quando sbocciano le rose e quando pollini impazziti solleticano il naso. Le due precedenti edizioni, infatti, sono state settembrine, con un tempo più clemente. Quest’anno però, in autunno sarà Roma Capitale ad ospitare il festival di chi, intendendosene più o meno, apprezza il cibo e coloro che sanno ben cucinarlo. E nonostante la pioggia battente abbia tra sabato e domenica negato ghiotte opportunità di assaggio a molti, sicuramente il venerdì, tra le 13 e le 15, Taste of Milano ha fatto al caso mio.
Eravamo illustri sconosciuti quelli che assaggiavamo, a suon di ducati, piattini e preparazioni di artisti di cucina che presso i loro pluripremiati ristoranti creano prelibatezze stellari e… stellate. Pochi erano infatti gli euro, che convertiti appunto in ducati, permettevano di degustare i menù offerti dai più eccelsi locali di Milano, disposti come un ferro di cavallo e pronti a servire due o tre delle preparazioni che li hanno lanciati verso il successo.
Un finale della giornata come lo avrei voluto per me invece non c’è stato. Sarei rimasta a parlare, chiacchierare scoprendo idee e modalità nuove di assaggio, per un paio di giorni almeno. Gli impegni però si sa, chiamano. E allora? E allora porto con me un’esperienza interessante e vissuta con leggerezza, fatta di sapori e di parole.