Gianluca Grandis, 35 anni, ha guidato il taxi in centro a Firenze per dieci anni, adesso produce olio extravergine d’oliva a San Casciano e ricicla la sansa trasformandola in combustibile ecologico. Daniele Grandolfi, 38 anni, apprezzato ingegnere meccanico con un ottimo impiego da progettista alla Ferrari, insieme alla moglie Letizia (laureata in Economia Aziendale, impegnata nel recruiting a Modena) due anni fa ha investito in un agriturismo in Val d’Orcia che oggi lo rende un uomo libero.
Marco Bechini dopo un’esperienza in Burkina Faso e in Rwanda, gestisce una cooperativa in Garfagnana che produce olio, vino, ortaggi, ma lavorava per una multinazionale progettando prototipi di impianti e macchine per l’industria farmaceutica. Iacopo Galliani, 24 anni, milanese di nascita e una laurea in Agraria alle spalle, faceva il cameriere in un ristorante di Londra quando lo smog e la vita frenetica della metropoli iniziarono a stargli stretti. Oggi alleva chiocciole a San Miniato con l’aiuto di ragazzi affetti da disabilità psichiche e ha grandi progetti per il futuro. Francesco Paolicchi, 25 anni e una laurea in Agraria, insieme ad altri due coetanei ha dato gambe a un progetto di adozione a distanza di un orto con relativa consegna a domicilio del raccolto.
Queste sono alcune delle storie ascoltate dai giovani agricoltori convenuti la scorsa settimana alla premiazione degli Oscar Green conferiti da Coldiretti ai più meritevoli.
Tutti sotto gli “anta”, espressione di quel 38% di coetanei che preferisce gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (28%) o in banca (26%). A guidarli in parte la crisi economica, ma soprattutto quel desiderio di essere padroni della propria vita che avverte un numero crescente di persone. “La rivoluzione è iniziata, in verità è in atto già da alcuni anni – spiega Paolo Giorgi, delegato Giovani Impresa Toscana – nella nostra regione sono nate e stanno nascendo tante belle imprese, così come tanti giovani stanno guardando con curiosità, attenzione ed interesse all’agricoltura che a differenza di altri comparti mostra segnali in controtendenza”. Un dato confermato da quel 29% di occupati in più nel primo trimestre del 2013, registrati dall’Istat. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica infatti gli occupati dipendenti in agricoltura sono aumentati di circa 5mila unità, passando da 17mila del primo trimestre 2012 a 22mila l’anno successivo.
La scorsa settimana Coldiretti Toscana ha dato voce a questi nuovi ardimentosi. Lo ha fatto durante una bella festa organizzata al Beach Club di Cinquale (Ms), consegnando gli Oscar Green, riconoscimenti andati a quelle aziende che si sono distinte per originalità, innovazione, sostenibilità, passione, idee, ricerca, diversificazione e progetti di filiera. In tutto hanno aderito alla selezione 69 realtà toscane. “Esperienze straordinarie – commenta Paolo Giorgi, delegato Giovani Impresa Coldiretti Toscana – che raccontano il processo di costante e quotidiana innovazione che stanno vivendo le nostre campagne. Grazie al passaggio di testimone da una parte, alla nascita di aziende nuove di zecca dall’altra, la nostra agricoltura è proiettata nel futuro”. Alla fine hanno conquistato il loro piccolo momento di gloria sette realtà, alcune nuove, altre già da tempo sul territorio ma con linfa inedita grazie all’inserimento dell’ultima generazione.
Così Le Ceregne di Pieve Santo Stefano (Ar), si è distinta come esempio dinamico 2.0, di azienda moderna, ecologia, sostenibile attenta però alle tradizioni contadine. L’Aietta di Francesco Mulinari, giovane viticoltore ilcinese, ha conquistato America, Cina e Giappone con il primo spumante di Sangiovese di Montalcino metodo classico. La terza generazione dell’azienda agricola Bagnolo a Larciano, nel pistoiese, ha fatto tesoro delle antiche attrezzature aprendo un museo della cultura contadina.
E ancora la Lucchetti e Ferrari di Pontremoli (Ms) che ha preferito dare valore alla qualità piuttosto che alla quantità del suo olio extravergine di oliva, si è distinta per il rispetto della filiera e del rapporto diretto con il consumatore. Un’esperienza innovativa nel panorama nazionale della filiera agro-zootecnica è risultata quella del recentissimo consorzio Agrozootecnica Toscana che si pone come obiettivo quello di valorizzare la produzione di carni di razze autoctone, in particolare Chianina Igp e Cinta Senese.
Il premio all’innovazine è andato a I Facoceri di San Casciano Val di Pesa (Fi), solo 5 mesi di vita, ma già tante idee e progetti in cantiere: dal recupero di anziani e bambini con problematiche di varia natura, a un’applicazione per smartphone su cui creare un orto che darà frutti concreti. Infine l’Oscar all’Istituto Comprensivo Statale Enriso Fermi di Serravalle Pistoiese, la realtà scolastica che ha incorporato l’agricoltura nel piano di offerta formativa per i tre livelli scolastici che fanno ad esso riferimento.
Insomma: il futuro fa ben sperare. Anche se qualcuno si chiede: è tutto oro ciò che luccica? “Le difficoltà ci sono, e anche tante – chiosa l’ingegnere Daniele Grandolfi, un passato in Ferrari – ma con la buona volontà si supera tutto. Basta essere certi della propria scelta”.
Nelle immagini: i premiati, Marco Bechini, Gianluca Grandis, Francesco Paolicchi, Iacopo Galliani, Daniele Grandolfi
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