CERTALDO ALTO (FI) – Ogni occasione è buona per tornare a Certaldo Alto. Lasci l’auto a valle nella parte nuova del paese e, se non prendi la funicolare e decidi di fartela a piedi, è sufficiente imboccare il primo vicolo in pietra nella piazzetta centrale e in meno di dieci minuti ti ritrovi catapultato in pieno Medioevo. L’occasione di questa volta è Boccaccesca, rassegna del gusto dedicata, manco a dirlo, a Giovanni Boccaccio (per i pochi che non lo sapessero lo scrittore nato e morto qui).Questa è la XV edizione, quella che festeggia il settimo centenario della sua nascita, a tal punto che sarà durissima evitare la ripetizione del suo nome nel corso di questo articolo. Bar ed enoteche del centro si chiamano così, ogni appuntamento è dedicato a lui, tutte le iniziative in programma fanno riferimento in qualche modo alla vita o alle opere dell’autore del Decamerone.
Due weekend (21-22 e 28-29 settembre 2013) in cui il mercatino dell’artigianato e dei prodotti tipici si snoda nelle viuzze del borgo e fa da cornice a tutta una serie di eventi enogastronomici e culturali a tema. Partiamo proprio da qui, perché una sosta è d’obbligo al banco della Cipolla di Certaldo, quella famosa perché non fa piangere.
La ritroveremo nei menu degli chef chiamati a interpretare piatti toscani storici legati in qualche modo allo scrittore certaldese: Deborah Corsi, Maria Probst, Sara Conforti, Beatrice Segoni, Paolo Tizzanini, Stefano Pinciaroli, Luciano Zazzeri, Emanuele Vallini, Gaetano Trovato, Marco Stabile. Poco distante, nella cosiddetta via dei Lavatoi, si può scegliere di fare merenda con il cibo di strada: pecorini e composte, fette di pane toscano con porchetta, prosciutto e finocchiona del Chianti, cartocci di fritto con olive ascolane, mozzarelline, pollo e arancini mignon, il panino con la milza, le crêpes, la birra cruda, il cioccolato di Perugia.
Il percorso gastronomico si incrocia con quello culturale e davvero la location è straordinaria per ospitare una manifestazione di questo tipo. Del doppio weekend di Boccaccesca abbiamo scelto la prima domenica. Ecco le altre tappe del nostro itinerario.
Dolci Peccati
Iniziamo dal dolce e il nome ci sembra perfetto per questa micro esposizione di cioccolata e altre squisitezze collocata all’interno della Chiesa S.S. Tommaso e Prospero. Protagonista il “Denarone”, medaglione di cioccolato biologico venezuelano fondente 65%, realizzato appositamente per celebrare il centenario dal maître chocolatier Andrea Calvetti di Certaldo. Il progetto è frutto di un’idea di Sabrina Taddei, pittrice e scultrice che in costume d’epoca ci racconta la storia del suo prezioso cioccolatino artigianale. Uno diverso dall’altro perché fatto a mano con stampi singoli che riproducono la moneta originale del Manni, coniata nel 1379 a quattro anni dalla morte del poeta certaldese. Da una passione per le monete antiche e l’amore per l’arte, l’idea di rendere dolce l’antica moneta. Il medaglione sfuso costa 1,50 €, il prezzo sale a 3,50 € nella confezione totalmente riciclabile e trasformabile in portafoto. In vendita nei bar e nei ristoranti di Certaldo.
I cuochi del Decameron
Dieci grandi cuochi toscani raccolgono nel libro “I cuochi del Decameron” alcuni piatti storici dedicati al capolavoro letterario. Tutti e dieci si esibiscono nel corso delle quattro giornate in piccoli show cooking presentando le ricette del libro o facendo la spesa al mercato di Boccaccesca e improvvisando menu creativi. Nella piazzetta Vittore Branca Beatrice Segoni del ristorante Borgo S. Jacopo (vista sull’Arno a Firenze) ha il compito di interpretare la quinta novella.
La scelta cade su una panzanella croccante con insalatina di gallina in salsa verde. La novella in questione racconta la leggiadria di giovani donzelle in attesa del re di Francia nell’atto di preparare un pranzo in suo onore a base di sola gallina. Gallina che diventa inesorabilmente metafora della donna. Il figlio Luca, in forze all’Enoteca Pinchiorri, prepara i piatti per la degustazione mentre Beatrice condisce le verdure e racconta senza segreti il suo piatto. Madre e figlio si scherniscono a più riprese, la degustazione è interattiva con le signore che insistono per avere ogni dettaglio della preparazione. Un successo. In piazza S.S. Annunziata, nello stesso momento, Maria Probst de la Tenda Rossa Cerbaiona, Firenze) delizia i visitatori con una proposta culinaria a base di cipolla di Certaldo. Ma, sfortunatamente, non abbiamo il dono dell’ubiquità.
Palazzo Pretorio
Lo splendido loggiato interno del Palazzo Pretorio accoglie l’enoteca con i soli vini di Castello Banfi, da Bolgheri al Piemonte passando per Montalcino. Nello spirito della rassegna ci saremmo aspettati di trovare in degustazione una varietà di vini locali, decidiamo dunque di non fare assaggi. A fianco, uno sguardo alla prigione delle donne è imperdibile: nei sotterranei si respirano muffa e austerità vagamente inquietanti. Proprio al loro ingresso è allestita la mostra fotografica di Roberto Bastianoni “Intimo di Vernina. Eros forte e dolce”.
Un’inedita metafora sessuale, una vera e propria “Ode alla cipolla” accompagnata dall’omonimo testo di Pablo Neruda. E d’ora in poi guarderemo la cipolla con occhi decisamente diversi. Intanto, nelle stanze del Palazzo, una voce audio racconta le novelle del Decameron tra affreschi originali non restaurati e moderne installazioni artistiche.
Nella Chiesina del Palazzo incontriamo i ragazzi di Opera waiting, neonato laboratorio di “pasticceria concettuale” che vuol dire sperimentare e legare la produzione dolciaria di qualità all’arte. Per l’occasione “Giovanniversario” è la dedica al Boccaccio, all’eros e al cibo: il pasticcino di miglio selvatico e fico candito di Certaldo viene offerto durante la video proiezione sulle pareti di immagini mixate in tempo reale con la musica, secondo la cosiddetta tecnica del Vjing a cura del team di ACF Color.
Nel loggiato esterno un omaggio ai luoghi visitati dal Boccaccio attraverso la degustazione dei prodotti tipici agroalimentari: la mozzarella di bufala campana Dop a testimoniare i lunghi trascorsi a Napoli, i formaggi freschi francesi e lo champagne Palmer in memoria dell’incontro tra il capostipite e il poeta durante la sua permanenza ad Avignone. I tortellini e la pasta fresca dell’Emilia Romagna in ricordo del soggiorno a Ravenna e del periodo forlivese.
Premio Boccaccesca: Gianna Nannini
Mentre assaggiamo il ripieno dei tortellini freschi l’attenzione viene catturata da un capannello improvviso di persone sotto l’Osteria del Vicario, tutti gli sguardi sono rivolti verso la porta d’ingresso. Esce finalmente Gianna Nannini, la cantautrice senese ha pernottato qui e sta per ricevere il Premio Boccaccesca assegnatole in qualità di grande novellatrice del XXI secolo. A lei il merito di aver portato la Toscanità nel mondo, proprio come il suo illustre predecessore nel 1300. Riconoscente, ma affatto a disagio per l’enormità del parallelismo, Gianna Nannini si lascia intervistare per quasi un’ora in Piazza S.S. Annunziata dalla conduttrice Annamaria Tossani. Goliardica e sfrontata come sempre, la Nannini non si lascia sfuggire l’occasione per parlare dei suoi vini e diverte il pubblico con un paio di risposte spregiudicate, due chicche che riportiamo. Sul passaggio dal rock al vino: “Scrivo meglio le canzoni se bevo vino”. Sull’amore per la terra: “Mi masturbavo sulle zolle. America l’ho scritta così”.
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