Etna Grand Tour, tappa milanese. I vini del vulcano verso l’Expo

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Consorzio Etna DOCMILANO – Dopo Roma, il 17 novembre è stata la volta di Milano ospitare con un grande banco d’assaggio i vini del Consorzio Etna Doc. Con il supporto della Delegazione AIS milanese, ben 35 aziende etnee hanno potuto proporre in degustazione i loro vini. La risposta sia dei professionisti sia del pubblico è stata massiccia, con il salone del Westin Palace gremito fin dall’apertura, e con gli stand dei produttori letteralmente presi d’assalto dagli appassionati.

‘A Muntagna, come viene chiamato con un misto di rispetto e di timore il grande vulcano (la sua vetta arriva a 3343 metri) raccoglie oggi alle sue pendici 80 aziende imbottigliatrici, mentre nel 2002 erano solo sei. La superficie vitata cresce di anno in anno, dando segno di una grande vitalità. Per ultimo, nel 2013, il territorio etneo è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità UNESCO, cosa che non ha fatto che rafforzare l’immagine positiva anche dei suoi vini nel mondo.

Prima di passare a raccontare i vini assaggiati, vale la pena fare alcune considerazioni generali su quanto emerso dalla degustazione. Si tratta senza dubbio di una denominazione vitale, in forte crescita qualitativa. Tutti i vini assaggiati hanno dimostrato un’ottima fattura tecnica, senza tentennamenti. Anche l’uso dei legni appare maturo e ben calibrato, non si sono notati eccessi nel senso di un’internazionalizzazione che avrebbe staccato i vini dalla territorialità più viva. Anzi, nel complesso i vini hanno dato prova di coerenza espressiva, territorialità, con bianchi freschi e marini, e rossi che nelle versioni più riuscite hanno saputo bilanciare la suadenza dei profumi del nerello mascalese a una rigorosa e fresca acidità, che ne fanno vini bevibilissimi e piacevoli. Manca forse un acuto, un vino che svetta su tutti o che traccia una strada; questo almeno nella mia personale (e parziale) esperienza; ma questo può esser visto come un elemento positivo: l’intera denominazione denota compattezza, coerenza espressiva, insomma un’idea condivisa di tipicità, di vino etneo. Ben venga; nel vino italiano c’è bisogno di punti fermi e condivisi da cui poi partire per puntare alle vette più alte.
Ecco gli assaggi, in ordine sparso.

Barone di Villagrande
Etna DOC 2013
Da uva carricante in purezza coltivate a 650-700 metri d’altitudine. Ha un naso fine e floreale, con note di agrumi, fiori di limone e di ginestra. Molto sapido, lungo, sottile e di bella presenza in bocca; rappresenta appieno il lato acido e sapido dei vini etnei. Ottimo con i crostacei.

 

Benanti
Etna DOC Superiore Pietramarina 2010
Versante est dell’Etna, in comune di Milo (CT) a 950 metri d’altitudine. Da uva carricante in purezza allevato ad alberello, viti vecchie. Affinamento in acciaio.
Giallo paglierino, naso di cipria, di ostrica, alcuni rimandi floreali, e note minerali molto fini. In bocca è complesso, affilato, agrumato (pompelmo). È fine e sottile, un vino di classe.

 

Cantine Russo
Etna bianco DOP Luce di lava 2013
Da uve carricante (80%) e catarratto (20%) raccolte nel comune di Castiglione di Sicilia (versante nord-est) ad altitudini comprese tra i 700 e i 1000 metri. Affinato in solo acciaio. Naso complesso, aristocratico, morbido. È sapido, ampio, di bello sviluppo in bocca, disteso; l’acidità non prende il sopravvento sulla beva; piacevole il finale agrumato.

 

Cantine Edomé
Etna bianco DOC Aitna 2012 (14%)
Da uve carricante in purezza. Il naso è elegante, floreale e richiama le erbe di montagna. In bocca è in una fase un po’ contratta, con l’acidità che lo rende un po’ rigido. Finale amarognolo molto adatto agli abbinamenti gastronomici. Chissà fra qualche anno… la stoffa non gli manca di certo.

 

Cottanera
Etna bianco DOC 2013 (13%)
Cento per cento carricante, coltivato a Castiglione di Sicilia. Sfoggia un naso di foglia di pomodoro, di bella complessità. In bocca ha uno sviluppo coerente, di bella struttura, chiude su note amarognole. Bel vino.

Etna rosso DOC Barbazzale 2013 (13,5%)
Da uve in prevalenza nerello mascalese con saldo di nerello cappuccio. Naso vinoso con freschi rimandi vegetali. Conferma la sua freschezza anche in bocca. Coerente e bevibile.

 

Tenute Monte Gorna
Etna bianco DOC 2012 (13%)
60% carricante, 40% catarratto. Vigne allevate a 760 metri d’altitudine sul versante sud-est del vulcano. Ha un giallo paglierino un po’ più carico della media, naso pieno, rotondo, floreale e piacevole. In bocca ha una bella presenza, è concreto, ampio. Floreale e fruttato al tempo stesso, è un vino di bella fattura, con uno sviluppo lungo ed elegante. Da tenere d’occhio!

Etna rosso DOC 2012
Da uve nerello mascalese (80%) con saldo di nerello cappuccio, rubino vivo. Il naso testimonia la vendemmia calda del millesimo 2012; in bocca è morbido e caldo.

Etna rosso DOC 2011
Più dialettico del 2012, con un’acidità scalpitante in bocca e un naso invece più virato su toni caldi e maturi. Tannino ancora giovane, da attendere ancora un po’.

 

Fischetti
Etna bianco DOC 2013
Da vigne in contrada Moscamento, Castiglione di Sicilia, è prodotto con 60% di carricante e 40% catarratto. Ha naso morbido, armonico, mentre in bocca sorprende per l’attacco più spinto, parte subito ficcante, agrumato, con richiami di pompelmo. Bella lunghezza, in cui si ricompongono le note più morbide. Appagante.

Etna rosso DOC Muscamento 2012
Nasce nella contrada Moscamento, presso Rovittello di Castiglione di Sicilia, a circa 650 metri. Le uve sono 80% nerello mascalese e il saldo di nerello cappuccio. Il naso appare all’inizio sulle sue, ma il vino è in bocca un’esplosione di potenza. Frutto, potenza, tannino. Vino senza mezze misure.

 

Fessina
Etna bianco DOC Erse 2013
Carricante 80% con saldo di minnella e catarratto. Raffinato e floreale, in bocca è equilibrato, sapido, di bella acidità. Armonico e ben fatto.

Etna bianco DOC Superiore Il Musumeci 2012
Da uve carricante in purezza coltivate in contrada Milo su terre nere, fa un affinamento in botte grande. Vino ampio, che sa bilanciarsi bene tra le note morbide e quelle agrumate, e un piacevole finale amarognolo. Bel vino.

DOC Sicilia Laeneo 2012
Da uve 100% nerello cappuccio, è un vino interessante per capire l’apporto di quest’uva a bacca rossa al rosso etneo, in cui si trova di solito in minoranza rispetto al nerello mascalese. Se il mascalese è infatti più “pinot-noiresco”, con colori scarichi e raffinatezza, il mascalese apporta colore e aroma speziato. In questa versione in purezza (affinata in acciaio) troviamo un rosso rubino trasparente, dal naso sorprendentemente esplosivo, quintessenza di frutta rossa, zucchero filato, duro di menta. Piacevolissimo e scorrevole, morbido ma per niente stucchevole. Puro piacere.

 

Passocannone
Etna rosso DOC 2013
A 700 metri di altitudine, presso l’abitato di Passopisciaro (Castiglione di Sicilia) nasce questo vino da 100% nerello mascalese, affinato per l’80% in acciaio e il resto in legno. Appare rubino porpora, con un naso espressivo subito eloquente di zucchero caramellato e frutta. In bocca è morbido e consistente, sorretto da un tannino perfetto.

Etna rosso DOC 2012
Il vino nato dalla calda vendemmia 2012 in bocca ha una gran fattura e un ottimo tannino, mentre al naso è più contratto, forse da attendere un po’.

 

Pietradolce
Azienda molto giovane, nata nel 2005 a Solicchiata, frazione di Castiglione di Sicilia.
Etna bianco DOC Archineri 2013 (13%)
Da vecchissime vigne di carricante coltivate a piede franco a 950 metri sul versante nordest del vulcano. È sapido, ben fatto, dotato di freschezza agrumata, con un naso fine che ricorda la cipria; in bocca riaffiorano gli agrumi e sensazioni resinose. Fine e di buona lunghezza.

Etna rosso DOC 2013 (14%)
100% nerello mascalese, affinato per 3 mesi in tonneau da 500 litri, appare nel bicchiere con un rubino ben trasparente, naso tra il minerale e il fruttato, è giovanissimo e scalpitante, da attendere magari ancora un anno. Bel vino!

Etna rosso DOC Archineri 2012
Nerello mascalese proveniente da due contrade differenti, di cui una pre-fillossera. È rubino brillante, con un naso elegante e fruttato, raffinatissimo. In bocca è puro velluto, il frutto è retto bene da un’acidità e un tannino splendidi. Lunghissimo, bevibilissimo. Un vino gioioso.

 

Planeta
Nonostante l’azienda sia nata in altra zona dell’isola, tra Sambuca e Menfi, recentemente, nel 2008, si è ampliata anche sulle pendici etnee con la tenuta Feudo di Mezzo, presso Passopisciaro.
Etna rosso DOC 2013
Da 100% nerello mascalese. Ha colore rubino trasparente e brillante. Naso molto raffinato di frutta e cipria. In bocca è fresco e bevibile, anzi bevibilissimo data la sua acidità spiccata, quasi da vino bianco.

IGT Sicilia Eruzione 1614
100% nerello mascalese da un vigneto situato a 870 metri di quota. Rubino trasparente il colore, mentre al naso è fruttato e raffinato, di ottima fattura. Lungo e composto nello sviluppo.

 

I custodi delle vigne dell’Etna
Aetneus 2007
L’azienda ha un’impostazione assai peculiare: prevede per i propri vini un lungo invecchiamento (attualmente è in vendita l’annata 2008). L’Aetneus 2007 nasce da uve nerello mascalese, nerello cappuccio e alicante. Già nel bicchiere mostra la sua impostazione matura e pacata, con un’unghia tendente al mattone. È un vino caldo, sereno, equilibrato, in bocca setoso. Essenza siciliana.

 

 

Contatti:
Consorzio di Tutela dei Vini Etna D.O.C.
Via Dei Cappuccini, 2
95100 – Catania
consorzio@etnadoc.com
presidenza@etnadoc.it
mobile +39 333 8621113
mobile Presidenza +39 348 2606259

Sito:
www.etnadoc.com

 

 

 

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

3 COMMENTS

  1. Sono stato a questa manifestazione e non nascondo una certa delusione per i motivi che cerco di riassumere mantenendomi su alcune considerazioni generali:
    bianchi gradevoli, semplici e beverini, ma non ho riscontrato traccia, salvo rare eccezioni, di peculiari impronte territoriali;
    Rossi molto giocati sulla freschezza e il fruttato, quello che mi ha lasciato un po’ interdetto è stato il riscontrare una certa omologazione; sembrava quasi di bere sempre lo stesso vino. Potrebbe essere una conseguenza della recente esplosiva estensione della superficie vitata e quindi piante giovani, vini meno territoriali e più legati alle note varietali, prevalere di pratiche di cantina omologate?
    Confesso che dopo il gran parlare di Vini etnei fatto in questi anni, e dopo alcuni eccellenti assaggi personali, mi aspettavo molto di più. La ricerca del rapido successo commerciale (v. la sensibile impennata dei prezzi) rischia di compromettere la natura più identitaria di questo ambiente veramente unico.

  2. Da questa lista mancano alcune aziende fra le piu’ rappresentative della denominazione, non e’ una giustificazione ma un dato di fatto. Oggi il lavoro fatto in questa zona della Sicilia e’ onestamente qualcosa di straordinario e di innovativo sopratutto per la viticoltura meridionale ( leggi utilizzo delle contrade come mensioni in etichetta). Per cui se posso permettermi vi consiglio di non lasciarvi forviare da un solo assaggio, l’Etna e’, grazie all’impegno di molto viticoltori bravi un grande volano per tutta l’enologia siciliana e non solo.

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