È il nord Italia che detiene il primato della maggiore qualità, ed è il Trentino una delle regioni che ha più a cuore questo prezioso nettare bianco. L’Istituto Tutela Grappa del Trentino, nato nel 1969 per valorizzare le grappe ottenute esclusivamente da vinacce prodotte appunto in Trentino, conta oggi 30 soci, dei quali 20 distillatori, che rappresentano la quasi totalità della produzione regionale.
Il tridente, simbolo della città di Trento e marchio storico dell’Istituto, tutela i consumatori grazie a rigidi controlli: i distillatori associati all’Istituto devono infatti consegnare una campionatura del prodotto per controlli chimici in laboratorio e per successive verifiche da parte di una commissione di assaggio. Solo se i controlli danno esito positivo il produttore può apporre sulle proprie bottiglie il marchio “Trentino Grappa” la cui produzione annua rappresenta circa il 10% di quella nazionale.
Tre le tipologie principali di grappa troviamo quelle da uve aromatiche che rappresentano il 40%, quelle destinate all’invecchiamento, circa il 35%, e quella da vinacce miste, circa il 25% della produzione. Un’ampia varietà che permette di accontentare un po’ tutti anche se la grappa, va ammesso, non è certo un prodotto facile da comprendere. Se ne fa un discreto consumo al nord, meno al centro e poco al sud; è per intenditori e non tutti sanno come degustarla ed apprezzarla. Il lavoro dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino è anche questo: diffondere la sua cultura ed insegnare ai consumatori la giusta via per capirne il fascino, il gusto, e la sua potenza.
Un modo nuovo per far avvicinare le persone ad essa arriva dall’estro di alcuni chef italiani, che ultimamente, grazie anche all’impegno dei produttori che ne diffondono il verbo a “macchia di grappa”, stanno dimostrando le sue capacità in cucina. Ha quattro funzioni che le consentono di giocare molti ruoli nella preparazione di piatti: per prima cosa è impermeabilizzante, ovvero se aggiunta all’impasto delle pastelle per fritto impedisce ai grassi di penetrare nei cibi e rimanere, così, croccanti ed asciutti. È aromatizzante, ovvero è capace di conferire agli impasti sentori molto particolari a seconda della varietà di vitigno da cui proviene. Può essere, inoltre, utilizzata per marinare alimenti come ad esempio le carni, oppure per deglassare in presenza di fondi di cottura di carne e, perchè no, anche di pesce. Infine, guardando un po’ indietro, ad antichi e romantici riti culinari, è perfetta per preparazioni alla fiamma, grazie al suo indiscusso grado alcolico.
Alcuni piatti a riprova della sua versatilità in cucina? Dal Ristorante Zibibbo 2.0 a Firenze, dove si è svolta una cena unicamente a base di grappa organizzata dall’Istituto Tutela, arrivano idee curiose come le castagne al miele e grappa con guancia di grigio, gli scialatielli allo zafferano con ragù di coniglio alla grappa, la coscetta di anatra ai frutti di bosco sfumati alla grappa ed una bavarese al cioccolato bianco alla grappa, godibile fine degna di questa specialità tutta italiana!
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