diVini

L’abbuoto di Monti Cecubi: una verticale nella storia per scoprire l’autoctono degli antichi Romani

Una bella finestra aperta su un vitigno autoctono italiano originario delle campagne sud pontine tra i comuni di Fondi, Itri e Sperlonga, racchiuse fra i Monti Ausoni e Aurunci e affacciate sul Tirreno Era assai apprezzato dagli antichi romani, che lo ponevano a un livello superiore rispetto al falerno, il vino offerto da Trimalcione nella famosa cena del Satyricon.

Chianti Classico 2018: la piacevolezza fatta vino

Primo appuntamento dell'anno con i Chianti Classico 2018, figli di millesimo generoso, confidenziale, affettuoso, che ha ricamato per loro un abito senza spigoli, proporzionato e piacevole a vedersi. L'analisi dell'annata e le note di degustazione di 70 Chianti Classico. Fra conferme, riconferme e sorprese.

Assaggi a tema libero

"Allunghi" sensoriali in compagnia di vini parlanti. Note di degustazione, piccoli affreschi, stimolanti esperienze.

Verticale storica di Barolo Brunate Poderi Marcarini: ricordi buoni da qui alla fine del mondo

Evento più unico che raro: la straordinaria verticale di Barolo Brunate dei Poderi Marcarini, con significative inserzioni di Barolo La Serra. Un modo come un altro per parlare di purezza, di nobiltà espressiva, di trasparenza e di nudità. Sì, la nudità come traguardo ed aspirazione.

Ultim’ora: il vino borgognone non si fa più in Borgogna

Un terremoto è alle porte: l’INAO, l’istituto che si occupa delle denominazioni d’origine transalpine, sta progettando una vera rivoluzione nella nomenclatura del vignoble borgognone. Una rivoluzione che prevede l’annessione di parte del Beaujolais a sud e l’incredibile esclusione dell’area di Chablis a nord. Con la contestuale perdita al diritto delicatissimo di usare in etichetta la dizione “Bourgogne”!

Badia di Morrona, il lungo cammino verso l’eccellenza. Verticali di VignAalta e di N’Antia

L'anno scorso la famiglia Gaslini Alberti ha festeggiato gli 80 anni dalla prima acquisizione di Badia di Morrona, prima benedettina e poi camaldolese. 110 ettari di vigneti nella campagna pisana, un lungo cammino verso la qualità prima e l'eccellenza poi

Da Cuzziol Grandi Vini: il bello della trasversalità/2

Seconda parte del grande viaggio fra i vini del mondo in compagnia di Cuzziol Grandi Vini. Stavolta in rosso. Dai Pinot Noir "franciosi" a quelli austriaci e dell'Oregon. I Saumur e i Carignan, i dolci Banyuls e infine il Porto Vintage...

Da Cuzziol Grandi Vini: il bello della trasversalità/1

Un grande viaggio enoico in compagnia di Luca Cuzziol e dei vini importati dalla sua azienda. Un affresco potente che ci parla di autorialità, diversità e bellezza, sul filo dei ricordi personali, degli incontri e delle intuizioni. Prima parte

Montefalco: autoanalisi impietosa di un fallimento critico personale

Con l'anno nuovo e i buoni propositi, c'è quello di vincere i residuali pregiudizi. Che per un critico enologico significano tanto. Come per esempio dimenticare in fretta che Montefalco, vinosamente parlando, non è come ci si attenderebbe. Non sempre, perlomeno.

I vini del mese e le libere parole. Dicembre 2019

Il giro di boa di un anno che se ne va porta con sé l'eccezione: per una volta affidiamo le libere parole a soli vini oltre confine. Non perché dicembre sia stato un mese avaro di incontri "nostrani", tutt'altro, è che certe bottiglie potrei non reincontrarle mai più, e quindi raccontarle - e raccontarsi - si è fatta esigenza, oltreché messaggio augurale che chiama unicità. Ovviamente non in senso elitario, ma nel nome della condivisione e della sua nobile disciplina morale. E con una fede incrollabile nella cultura delle diversità, che per sua natura non ha confini e della quale ci si può nutrire fino all'abbondanza.

“Eccopinò”, una occasione per parlare di Pinot Nero

Partecipare a Eccopinò 2019, alla scoperta dei Pinot Nero dell'Appennino toscano, ci ha consentito una disamina sull'amato vino-vitigno di origine franciosa, con in testa il mito della Borgogna per poi dimenticarsene. Sì, togliersi il fardello del confronto stilistico per immergersi nella specificità di un percorso altro che possa disattendere quei modelli e ricreare qualcosa di diverso nel segno e nel nome della dignità territoriale. La strada fatta fin qui ci dice che è possibile.

Il Sorriso di Cielo di Stefano Pizzamiglio. Una verticale aromatica

Nessuno spazio concesso al silenzio e al caso. L’estroverso Stefano Pizzamiglio è un fiume incessante di parole che contiene il demone dello studio e del controllo. Non perde mai il filo del discorso, non è mai banale, ha dentro di sé il soffio della fantasia. La Tosa, il racconto di un incontro e la straordinaria verticale di Sorriso di Cielo, Malvasia di Candia aromatica dei colli piacentini.
Webmaster

caricamento...

Exit mobile version