Anche tra gli appassionati, i tè gialli non sono certo i più conosciuti e generalmente è difficile trovarli in commercio. Un tè giallo che ultimamente è diventato reperibile in alcuni negozi italiani e che è sicuramente interessante per le sue peculiari caratteristiche è il Kekecha.
Originario della provincia cinese del GuanDong, il Kekecha come altri tè gialli (ad esempio il Su Non) è caratterizzato da una leggerissima ossidazione che gli conferisce caratteristiche intermedie tra i tè verdi (non ossidati) e gli OOlong (semiossidati). Ricordiamo che l’ossidazione è quel processo biochimico che distingue i tè verdi dai neri. Poiché è invalsa l’erronea abitudine di confondere l’ossidazione con la fermentazione, capita spesso che ci si riferisca ai tè verdi come “non fermentati”, ai neri come “fermentati” e agli Oolong (o Wu Long) come “semifermentati”. Il grado di ossidazione di un tè dipende dalla lavorazione subita dalle foglie dopo la raccolta.
Il gusto di questo tè è non convenzionale in quanto il fruttato prevale decisamente sulle note erbacee, caratteristiche dei tè verdi. Molti appassionati vi riconoscono la papaia, personalmente propendo per l’albicocca. E l’albicocca è davvero il frutto che idealmente possiamo associare al Kekecha, considerando anche le belle sfumature giallo-arancio che assume l’infuso nella tazza. Dopo il primo sorso possiamo riconoscere un vago retrogusto amaro, che però non disturba, dovuto probabilmente anche alla modalità di preparazione dell’infuso. Infatti è consigliabile “caricare” abbastanza il Kekecha, con temperatura dell’acqua alta (intorno agli 80 gradi) e tempi di infusione lunghi (4-5 minuti), contrariamente a quanto si fa coi tè verdi (mentre gli Oolong reggono meglio condizioni di preparazione più spinte).
A causa dell’incipiente ossidazione, il Kekecha ha un effetto delicatamente stimolante, piacevole e senza mai diventare eccitante (come lo sono alcuni tè neri molto forti); può quindi essere bevuto anche la sera (sebbene mi senta di consigliarlo soprattutto come tè del mattino o del primo pomeriggio). Queste sue caratteristiche lo rendono un ideale ausilio per la concentrazione; per tale motivo il Kekecha fu a lungo esclusivo appannaggio dei monaci buddisti che ne traevano grande giovamento per la pratica meditativa.
Concludendo, non mi resta che consigliare di provarlo, sperando di essere riuscito a suscitare un po’ di curiosità intorno a questi poco noti tè gialli.
Immagine tratta da www.teatower.com
Buongiorno Alessandro,
Volevo far presente a tutti gli appassionati di te’ che leggono i tuoi commenti il sito http://www.teaway.it.
Ha una bella scelta di te’, principalmente cinesi ma anche indiani e da altre parti del mondo.
Offre alcuni te’ gialli e ogni ordine che ho fatto con loro e’ sempre stato un piacere.
A presto,
X.
,,,grazie per la segnalazione, il catalogo è veramente ricco e anche il sito è fatto molto bene.
A.