MADRID – Annidata in due sale del Circulo de Bellas Artes, in una traversa della grande Calle Alcalá che unisce Sol alla Madrid monumentale ed artistica dei grandi musei, questa piccola mostra conferma la propensione della cultura spagnola a puntare dritto verso la modernità, abbandonandosi gioiosamente ad un design fresco e magari volutamente ingenuo ed infantile. Stiamo parlando di “A la mesa! – diseño y comida” (ossia “a tavola! design e cibo”), apertasi il 25 marzo scorso e che chiuderà il 13 giugno prossimo, nello spazio Juana Mordó, appunto nel Circulo de Bellas Artes, situato ad Alcalá, 42.
La mostra si apre con il primo dei suoi tre temi: “comprare”. Comprare in modo diverso, facendosi aiutare dalla tecnologia, per esempio con il web che può rendere più diretta di prima la relazione con il produttore. Da vedere, un video sui distributori di latte crudo alla spina (font de llet: a quanto si capisce sono pochi, e stanno solo in Catalogna) e uno sui consumatori “sostenibili”, recupero dall’immondizia di vivande ancora commestibili compreso (vedere freegan.info). C’è la macchina per fare il pane che ristabilisce un contatto con uno dei cibi più fondamentali, ci sono confezioni per bibite rinfrescanti concentrate per risparmiare su trasporto e packaging.
E la tecnica torna protagonista anche nella seconda sezione, intitolata “preparare”, che in apertura espone una recipiente capace di convogliare la luce del sole rendendo possibile la cottura con energia solare; si notano poi le pentole della Collezione Vulcano che incorporano opportunamente silicio nell’alluminio rendendo così possibile un surriscamento minimo delle parti che vengono a contatto con le mani. E parlando di “scienza in cucina”, non può che materializzarsi la presenza di Ferrán Adriá, in questa sede nella sua qualifica di presidente della Fondazione Alicia, il cui motto è “cibo per pensare, pensare sul cibo”. La Fundacion Alicia, con sede a Manresa in Catalogna ed aperta al pubblico, è un centro di ricerca dedicato alle innovazioni tecnologiche in cucina ed alla diffusione del patrimonio agroalimentare e gastronomico. E tecnica significa, infine, la diffusione di oggetti relativamente semplici che cambiano però l’approccio anche con la “semplice” cucina casalinga, come gli “astucci di vapore” in cui la cottura della vivanda avviene nei suoi stessi umori.
Infine, il terzo argomento, “servire”, ove si cede alla voluttà del design più puro. Il punto di partenza è: prendere un tè in un thermos o in un raffinato servizio significa, è la stessa cosa? Cibo à anche comunicazione, ed ecco quindi intriganti posate, tazze, insalatiere, jamoneros (oggetti dove di fissano i prosciutti per essere tagliati), ed un fantastico vassoio-puzzle (design Wendy Boudewjins, produzione Royal VKB, 2006) mediante il quale i bambini imparano giocando a disporre gli oggetti in tavola.
Una mostra, questa A la mesa!, che vuole ancora una volta far capire come ormai, da necessità, il cibo si è convertito in gusto, cultura, scelta di vita.
Commissario della mostra: Martin Azuá, disegno grafico Martin Azuá e Iván Bravo, disegno espositivo Martin Azuá ed Eduard Puestas
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