Azienda Pàcina: quando un vino è cultura, tradizione e Natura

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Non è passato molto tempo da quando ho espresso le mie idee sul fatto che il vino possa essere opera d’arte. Che lo possa essere o no, resta il fatto che spesso le meraviglie dell’arte, della natura e dell’anima umana riescono a compenetrarsi ed essere rappresentate da un singolo vino. Questo è il caso del Chianti dei Colli Senesi dell’Azienda Pàcina.

Prima di recarsi all’Azienda Pàcina, è fondamentale fermarsi qualche minuto presso l’antichissima Pieve di Santa Maria a Pàcina, a poca distanza da Castelnuovo Berardenga. Quel poco che resta della costruzione primitiva è più che sufficiente per leggere quasi 1500 anni di storia e di arte. Le due absidi residue riportano all’occupazione longobarda, mentre l’eccezionale campanile circolare mostra un legame evidente con la cultura bizantina.

Qualsiasi esitazione sul fatto che benché così vicini alla zona del Chianti Classico state andando ad assaggiare un Chianti dei Colli Senesi perde completamente di significato. Le scelte dettate dagli interessi umani successivi e le divisioni artefatte dei confini territoriali, vi fanno ormai sorridere. Lo scorrere dei secoli diventa palpabile e i boschi e le crete e le vigne acquistano un valore ben diverso. Anche se giungete all’Azienda in automobile vi sembra di arrivarci a cavallo o a piedi come foste un viandante dell’anno mille.

Le costruzioni, infatti, risalgono al novecento e anche se esteriormente ben poco vi ricorda quei tempi, Giovanna e Stefano sembrano voler mantenere viva e autentica un’atmosfera che sembra non conoscere il tempo. Soprattutto umanamente. Le loro parole scorrono lente, discrete, umili e sincere mentre descrivono la loro storia, le loro battaglie e le loro conquiste. Mentre Giovanna deve coccolare gli ospiti dell’Agriturismo Pacinina, Stefano non vi porta in cantina. No, sarebbe assurdo, banale e prematuro. Vi porta in vigna ad ammirare il capolavoro della Natura, il cibo che ha cercato di accarezzare con passione per offrilo perfetto ai lieviti che se ne ciberanno regalandogli tutte le sensazioni più profonde del vino.

La vigna sembra una sua amica, una sorella, con la quale parlare, con la quale condividere i ricordi di mai dimenticate tradizioni contadine. La sua non è una coltivazione biologica imposta dalle mode del momento, ma un’ovvia strada da seguire, l’unica che possa creare la splendida sintesi tra Natura, arte e storia che è il pilastro portante di tutto ciò che state guardando. Storie antiche, gesti millenari, tradizioni senza tempo, assumono un significato quasi rituale, coinvolgente e commovente.

Prima di andare in cantina avete già capito che vino troverete e non vi interessa più qual è l’etichetta o la denominazione che lo accompagnerà al di fuori di quel magico luogo. Pochi assaggi vi danno l’ovvia conferma di ciò che si è già formato lucidissimo nella vostra mente: un vino caldo, vivo, gentile ma libero di esprimere la sua forza e naturalezza, senza imposizioni di mercato o di gusto standardizzato. I tannini scalpitano, il frutto si apre con gioia e vi sembra di sentire quasi un grido di liberazione e di ringraziamento.

Stefano lo conosce benissimo e sorride, mentre scendete nella parte più antica della cantina. I secoli dell’antica abbazia si manifestano in pieno in quei suggestivi cunicoli, dove il vino riposa prima di affacciarsi al mondo. Io non sono un esperto, non riesco a cogliere profumi e aromi mai percepiti nel paesaggio in cui vivo, non sono (e nemmeno lo vorrei) capace di condensare sensazioni variegate e profonde in una singola espressione numerica (e pensare che sono un matematico…), non posso non essere pervaso dalle emozioni che la mia mente sta subendo chiacchierando con chi quel vino lo ha creato seguendo le regole della Natura. Capisco solo che quel vino mi colpisce profondamente e che sta svolgendo perfettamente il suo compito antico come l’uomo: creare una nuova amicizia, un desiderio di tornare e di assaporare nuovamente i piaceri dei sensi e della mente.

Come potrei valutare un prodotto che mi ha lasciato un segno così  indelebile, che mi ha permesso di vivere, ormai piuttosto anziano, una nuova esperienza umana? Io amo quel Chianti dei Colli Senesi e posso solo sperare che le mie emozioni possano trasferirsi a tutti gli appassionati dei grandi vini. Se ci riuscirò, i fortunati ne trarranno sensazioni nuove e profonde, che sanno di arte, storia, cultura, terra, forza di braccia e di pensiero. Posso solo ringraziare Giovanna e Stefano per ciò che compiono con perseveranza, passione, umiltà e modestia. Lo potrete anche intuire dal prezzo, quasi ridicolo per un capolavoro del genere, ma ovvio, conoscendo la storia e le persone che ci stanno dietro.

A presto, cari amici di Pàcina!

Azienda Agricola Pacina di Giovanna Tiezzi
Loc. Pacina
53019 Castelnuovo Berardenga
Siena
Telefono 0577/352040
Fax 0577/352040
e-mail: pacinina@libero.it

le foto sono tratte dal sito aziendale (www.pacina.it)

Vincenzo Zappalà

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