Agricola Sada, vini da Bolgheri e non solo

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Forse non si può considerare proprio un esordio quello della famiglia Sada sulla scena di questioni che attengono all’alimentazione. Sicuramente lo è nella produzione di vino, ma le “mani in pasta” ce le avevano già messe, eccome. Infatti, se in Italia la storia e la cultura del cibo non fossero così trascurate e si avesse un po’ più di orgoglio nazionale, si saprebbe forse che è “nostra” la paternità della tecnica di conservazione della carne in scatola. Ed è di Pietro Sada, appunto, che la sperimentò nel secolo scorso fondando assieme ai figli una azienda che prenderà i nomi Sadital prima e Simmenthal poi.

Ma è la generazione attuale dei Sada ad essere “planata” in Toscana dalla terra di Lombardia, seguendo un copione spesso recitato; in questo caso, però, con una determinazione particolare ed un innamoramento autentico che hanno portato ad eleggere a nuova residenza una zona dove le colline, simbolo paesaggistico della regione, sono invase dalla luce e spazzate dalla brezza di un mare dominato dall’alto. Anche se, per la verità, sono Davide e Alfonso, padre e figlio, a stare qui: la contessa Cristiana Durini di Monza (moglie e madre dei due, rispettivamente) è rimasta al nord “e con lei ci diamo appuntamenti in Autogrill”.

L’anno fatidico per l’inizio dell’avventura fu il 2000, quando si individuarono terreni più vocati e delle uve ad essi più adatte, con la fondamentale collaborazione di Maurizio Castelli (enologo di mano fine che avrebbe poi curato la “confezione” dei vini) e dell’agronomo Alessandro Salatino. L’uva bianca scelta fu il vermentino, le rosse il cabernet sauvignon e franc, il petit verdot, il montepulciano d’Abruzzo e l’alicante. Escluse quindi sangiovese e merlot, le due “ali” assurte a simbolo di gusti diametralmente opposti.

 

La conseguenza di quella ricerca è stata un’azienda che si struttura in tre territori vicini ma dalle caratteristiche molto diverse. Infatti, nelle  argille chiare di Casale Marittimo (provincia di Pisa)  affondano egregiamente le radici delle vigne di vermentino (6-7 ettari), mentre le uve a bacca rossa (altri 12 ettari) si trovano meglio nei terreni alluvionali, calcarei di Bolgheri e Bibbona, entrambe nel livornese. I vigneti che si distendono in direzione nord-sud (ce n’è sempre una parte in ombra), le forme di allevamento che vanno dal guyot al cordone speronato, ma anche all’alberello che implica manualità completa,  i trattamenti che variano rigorosamente con la tipologia del terreno, testimoniano di una cura della campagna attenta e meticolosa.

I risultati si riassumono nei quattro vini prodotti, che arriveranno a cinque con la sorpresa che chiude questi assaggi. Il Vermentino 2010, sei mesi in acciaio, mostra una avvolgente dolcezza di frutto giallo, accennati toni burrosi ed una bella sferzata acida in una beva che si distende bene; l’Integolo 2010 è risultato dell’unione di cabernet sauvignon (circa 60%) e montepulciano (30%) con un saldo di alicante, e vede un breve passaggio di tre mesi in acciaio. È un vino ideale per il consumo quotidiano, pungente e vitale al naso dove esprime frutta rossa e nera fresche ed ariose, con qualche sfumatura mentosa e di erbe aromatiche; il palato non manca di scorrevolezza ed anche di una certa densità.

Il Baldoro 2008 è ottenuto più o meno con lo stesso uvaggio: doveva essere questo il vino “base” dell’azienda ma le sue caratteristiche, trasmesse da terreno e microclima, ne hanno fatto qualcosa di pìu, o di diverso. Questo probabilmente per una  vocazione alla esibizione decisa di un frutto maturo ed opulento fatto di amarena e cassis, anche qui accompagnate da toni di menta e liquirizia, ma anche per il bello spessore e la spinta del finale. Per arrivare al vertice nella produzione di Sada che è il Carpoli,  taglio di cabernet sauvignon al 60% e franc per il 30%, con un saldo di petit verdot che matura dai 18 ai 24 mesi in barrique. La sua annata 2007 disegna un vino ancora trattenuto nei profumi ma profondo, e con un palato che sa esprimere con chiarezza il frutto maturo, imbrigliandolo però entro tratti di compostezza ed eleganza, fino allo slancio del finale, avvincente.

Infine, ecco un gran bell’esperimento, considerato già riuscito tanto da essere già destinato al mercato: un vino da dessert da vendemmia tardiva di vermentino, che viene fatto dunque appassire in pianta dove è parzialmente attaccato da muffe nobili. L’annata 2008 quasi stordisce per l’opulenza dei profumi di confettura di pesca ed albiccocca, accompagnati da toni di frutta secca. Un tono alcolico più robusto (ora siamo a 10.5%) conferirà nerbo e slancio che ora forse stentano ad emergere. Insomma, da aspettare con fiducia.

Agricola Sada
Fattoria “Carpoli”
Strada Prov. dei 3 Comuni – 56040 Casale M.mo (PI)
www.agricolasada.com

Riccardo Farchioni

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