Un’ombra che si muove dietro tende rosso carminio è la prima cosa che si nota della donna che vive in una grande appartamento al primo piano e che a memoria d’uomo non è mai uscita da lì. Un universo chiuso nel suo piccolo spazio, nei suoi pensieri e ricordi ma soprattutto geloso delle proprie creazioni. La donna, che nessuno ha mai visto, è una cuoca. O almeno si crede lo sia poiché da casa sua escono odori da far gorgogliare lo stomaco al solo annusarli per caso e dalla sua porta d’ingresso sempre rigorosamente chiusa a chiave escono delizie di tutti i tipi.
La Cuoca fantasma, a detta di tutti è una donna sola senza marito, figli parenti o amici ha però una lunghissima schiera di ammiratori. Vive in casa, si fa recapitare la spesa davanti alla porta solo da persone fidate, che forse sono le uniche a sapere se oltre a un’ombra c’è anche un corpo, un’anima. Fumi deliziosi iniziano la mattina verso le cinque quando si dice cominci a preparare la sua colazione fatta di croissant sfiziosamente salati di pasta sfoglia fatta a mano, marmellate fatte in casa di frutta tropicale che le invia un corriere due volte l’anno e di zafferano che si fa portare dagli stessi produttori. Non può mancare il caffè tostato in casa accompagnato da panna montata posta in un piccolo bicchiere da liquore accanto alla raffinata tazzina di porcellana con disegni bianchi e azzurri, che sembra le abbia regalato un amante indocinese prima di darle il bacio d’addio. Toast di pane in cassetta appena sfornato e un uovo alla coque perfetto appoggiato su un grazioso portauovo a soldatino. I bambini prima di andare a scuola si fermano sempre davanti a casa sua perché ogni giorno per loro c’è una sorpresa a aspettarli, focaccia calda friabile con granella di zucchero. La focaccia li aspetta da sola con un biglietto scritto con una calligrafia fuori moda: “Bisogna finirla!”
La sagoma di Babette si muove sicura dietro le tende della sua cucina che da fuori sembra immensa. Un’ombra e cibi stravaganti è tutto quello che conosciamo di lei, niente parole come se fosse una sagoma del teatro cinese delle ombre. E’ familiare e sconosciuta allo stesso tempo ma nessuno nel piccolo paesello sembra poterne fare a meno. La sua presenza assenza è così forte che anche i turisti che passano di là si portano dietro il ricordo di quella casa magica dai profumi stuzzicanti e dall’ombra rassicurante che li produce.
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