La nuova DOC Venezia: a Milano la prima ufficiale

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MILANO – Lo scorso 4 giugno, a Milano, presso il Palazzo delle Stelline, la neonata DOC Venezia si è presentata per la prima volta al pubblico e alla stampa in un pomeriggio ricco di occasioni, con una conferenza stampa seguita da una degustazione guidata e infine da una degustazione libera al banco con i produttori.
La DOC Venezia nasce nel settembre 2011, abbraccia l’area delle due denominazioni del Piave e del Lison-Pramaggiore, interessando le provincie di Venezia e Treviso, e costituendo per questo grande bacino un contenitore in grado di fare massa critica sul mercato, soprattutto estero, in forza del richiamo forte che il nome di Venezia può operare. Questa nuova DOC nasce da un’operazione di lettura del mercato e di “riordino” del sistema di denominazioni di un territorio molto vasto, che ha comportato una serie di variazioni nella gestione dei consorzi storici: oltre alla DOC Venezia, che è la macrozona capace di fare grandi numeri all’estero e anche sul mercato della grande distribuzione con vini ottenuti in prevalenza da vitigni internazionali, le due DOC storiche del Piave e del Lison-Pramaggiore acquisiscono due nicchie di valore, con le nuove DOCG Malanotte del Piave DOCG (incentrata sul vitigno raboso), e Lison DOCG (basata invece sul vitigno Tai, ossia sul Tocai, che non può più essere chiamato così per le note vicende comunitarie).

Alla conferenza stampa di presentazione Pierclaudio De Martin, vicepresidente del Consorzio, ha sottolineato che il punto di forza di questa DOC è il rapporto qualità/prezzo dei vini, con un costo medio in cantina di 7 euro, e un livello qualitativo molto alto. Il giornalista Massimo Zanichelli, moderatore e guida della degustazione, ha puntato l’accento sul fatto che anche in pianura si possono fare vini di carattere, in questo caso accomunati dal territorio e dalla storica presenza di Venezia come catalizzatore vinicolo di una vastissima area.

Ma è il caso di lasciar parlare i vini di questo territorio molto vasto, che conta un’estensione vitata di 15.000 ettari e circa 4000 produttori.

ASSAGGI IN DEGUSTAZIONE GUIDATA

BIANCHI

Mazzolada
Pinot Grigio 2011 DOC Venezia

Dalla zona di Portogruaro, all’estremo est della provincia di Venezia, questo pinot grigio da terreni calcareo-argillosi fermentato e affinato in acciaio ha un naso morbido e fruttato, in cui affiora con discrezione una nota minerale. In bocca è sapido e dotato di buona acidità, piacevole e saporito.
www.mazzolada.it

 

Ai Galli
Ai Galli 2011 Lison Classico DOCG

Azienda di Pramaggiore, pochi chilometri a nord di Portogruaro; il Lison Ai Galli 2011 si fregia della dicitura “Classico” per la provenienza delle uve dal cuore della zona del Lison-Pramaggiore. Paglierino brillante, ha un naso ficcante, diretto, con note minerali e di erbe officinali. In bocca spicca una notevole freschezza data da acidità e sapidità. È un vino molto diretto.
www.aigalli.it

 

Sutto
Manzoni Bianco 2011

L’azienda, che fa parte di un gruppo che opera nel campo dell’ospitalità e della produzione enogastronomica, ha sede in Campodipietra, in provincia di Treviso, nella zona del Piave. Questo bianco da uve Incrocio Manzoni ha un naso molto personale, che si apre su note che ricordano il latte di fico (quindi note amaro-erbacee) e lascia poi spazio al floreale. In bocca è fruttato e di buona ampiezza, sapido e di bella progressione. Grazie alla sua sapidità, vanta un finale assai lungo.
www.sutto.it

 

Paladin-Bosco del Merlo
Sauvignon Turranio 2011 Lison-Pramaggiore DOC

Da Bosco del Merlo, marchio della famiglia Paladin di Annone Veneto a est del fiume Livenza, ecco questo sauvignon che in degustazione ha generato uno scambio di differenti impressioni tra vari assaggiatori. Per alcuni era ottimo nei profumi, ma più debole al palato, mentre per la maggioranza aveva in bocca il suo punto di forza. Ottenuto da quattro cloni differenti di sauvignon, con diverse epoche di vendemmia per aumentarne la complessità: all’esame visivo è dorato brillante, il naso è classico e varietale, mentre in bocca ingrana una marcia in più: sfaccettato, di gran progressione, per niente piacione ma bilanciatissimo, elegante. Una bella sorpresa, un vino tutto giocato sui chiaroscuri. Il suo bello sta nel coniugare un fruttato non urlato a un palato sottile. Qualcuno ha parlato di “ponte tra la Loira e il Mediterraneo”.
http://www.paladin.it

 

ROSSI

Bonotto delle Tezze
Merlot Spezza 2009 DOC Piave

A rappresentare l’azienda c’è Vittoria Bonotto, discendente della famiglia che da secoli gestisce la proprietà. Il merlot Spezza ha naso erbaceo ma ben bilanciato, ampio e rotondo. È un vino piacevole, sapido, che invita al sorso. Si percepiscono note retronasali di legno, ma non invadenti; è comunque un vino giovane, dai tannini scalpitanti. Un classico rappresentante del suo terroir.
www.bonottodelletezze.it

 

Ornella Molon Traverso
Raboso 2007 DOC Piave

L’azienda di Ornella Molon è a Campo di Pietra, in provincia di Treviso, ed è una delle portabandiera della rinascita del Raboso, vitigno tardivo, burbero e antico, dall’acidità indomabile e dal carattere assolutamente unico. Caduto in disgrazia per il suo carattere tagliente, il raboso sta attraversando un periodo di forte rivalutazione, grazie a nuovi stili di vinificazione, che comprendono anche l’appassimento di parte delle uve, al fine di domare la sua acidità.
Questo Raboso 2007 nato da uve lasciate a surmaturare sulla pianta ha un naso caldo, dietro cui appaiono note di marasca. In bocca ingrana la marcia ed è inarrestabile; sapido, vitale, dinamico, molto lungo con note di frutta fresca. Bellissimo vino, può mirare veramente in alto se riesce a “liberarsi” un po’ di più a livello olfattivo.
www.ornellamolon.it

 

Cecchetto
Gelsaia 2009 Malanotte DOCG

Il vino è presentato da Cristina Garetto, proprietaria insieme al marito Giorgio Cecchetto. La loro azienda ha sede a Tezze di Piave, in provincia di Treviso. Si tratta di un raboso “innovativo”, nel senso che l’appassimento qui è assai spinto e varia anno per anno da un 15 a un 30% delle uve (la tecnica dell’appassimento nel raboso è stata del resto introdotta nel 1994). Colore impenetrabile, il naso esalta le componenti calde, con alcol e calore,e sentori di uve surmature, con in un secondo momento l’affiorare di note ematiche. In bocca è caldo, ampio, masticabile, il finale ricorda il cioccolato fondente. L’azienda produce altri vini a base di raboso, li incontreremo in seguito, durante le degustazioni libere.
www.rabosopiave.com

 

Tessère
Rebecca Raboso passito DOC Piave

Tessère è un’azienda di Noventa di Piave, nella pianura vicino a San Donà, in provincia di Venezia. A rappresentarla nella degustazione, Emanuela Bincoletto, proprietaria. Per la produzione di questo passito le uve vengono raccolte una settimana in anticipo rispetto alla normale vendemmia e messe nel fruttaio ad appassire. La vinificazione è in acciaio, mentre l’affinamento di 2 anni viene svolto in botte. Il colore è intenso, denso di consistenza, con un naso molto personale: chinoso, balsamico, iodato, rimanda ai frutti del sambuco… In bocca è quasi masticabile, ampio, dolce ma ben bilanciato dalla freschezza, con tannini ancora scalpitanti che graffiano e contribuiscono a renderlo un vino per niente piacione, assolutamente godibile.
www.tessereonline.it

 

ALCUNI ASSAGGI SPARSI

Dopo l’interessante degustazione guidata da Massimo Zanichelli, arricchita anche dal contributo dei proprietari e dei rappresentanti aziendali dei vini presentati, è stato possibile fare alcuni assaggi liberi direttamente ai banchi dei produttori. Qui di seguito, alcune note di assaggio dei vini che è stato possibile assaggiare. A livello generale, va detta una cosa: tutti i vini assaggiati hanno dato un’ottima impressione di personalità: non siamo di fronte a vini omologati, o ripetitivi, o prevdedibili: in ciascun prodotto si nota territorialità, ottima tecnica e personalità. Un buon auspicio per queste denominazioni che hanno le armi giuste per proporre vini quotidiani dall’ottimo prezzo. Per quanto riguarda il raboso, per molto tempo la cenerentola enologica della zona, confinato al consumo locale, va detto che è un vitigno estremamente interessante, degno di aspirare a traguardi elevatissimi, e che in futuro avrà senza dubbio margini di crescita molto più ampi rispetto ad oggi: basti considerare che la DOCG Malanotte conta solo 300 ettari vitati a raboso.

 

Conte di Collalto
Si tratta di una storica azienda, con sede a Susegana, in provincia di Treviso, a pochi chilometri da Conegliano
Merlot 2009 Piave DOC

Molto vivido al naso, non banale anzi sfaccettato e ficccante. In bocca è fresco, con classiche note varietali non invadenti, lungo e sapido. 12,5 i gradi alcolici.
Cabernet 2009 Piave DOC

Rubino denso e vivido, naso molto raffinato e discreto; conferma questa sua signorile discrezione con una bocca bilanciata, equilibratissima. Gli manca forse uno slancio sapido in più per farlo essere un gran vino.
Cabernet riserva Torrrai 2007 Piave DOC

Naso morbido, fruttato, profondo e sfaccettato. Bellissimo in bocca: rinfrescante, sapido, lungo, piacevole e di gran progressione. Davvero un bel vino. 13 gradi alcolici.
www.cantine-collalto.it

 

Gambrinus
Un locale storico in quel di San Polo di Piave (Treviso), dove tra l’altro nell’Ottocento è nato il famoso Elisir Gambrinius, a base di vino raboso e erbe officinali.
Raboso Indomabile 2009 Piave DOC

Colore rubino denso, ha un naso discreto che si apre lentamente su note di amarasca fresca. Bocca di buona intensità e sapidità, chiude su piacevoli note retronasali di fiori di sambuco. Vino accattivante.
www.gambrinus.it

 

 

Cecchetto
Nella degustazione guidata avevamo già assaggiato il raboso Gelsaia 2009. Qui, insieme a Cristina Garetto abbiamo la possibilità di completare altri assaggi a base di raboso. Cristina parla di questo vitigno come della vera chiave del successo del suo territorio, tanto da declinarlo in tutte le versioni possibili, dal brut rosato, al passito, al tradizionale.
Rosa Bruna 2009 Brut metodo classico

12 ore sulle bucce e 24 mesi sui lieviti fanno di questo brut da uve raboso un vino raffinato, dal naso tenue di rosa. In bocca è vivido, fruttato e sapido, un bellissimo vino da abbinamento gastronomico. 12,5 gradi alcolici
Raboso 2008 Piave DOC

È il raboso “tradizionale” della gamma aziendale. Si apre discreto e bilanciato al naso, e in bocca è sapido, con acidità pimpante e tannini ben vivi. Un ottimo raboso classico, da pasto, da abbinare a carni grasse cucinate alla brace. A poco valgono le note di degustazione in questo caso; basterebbe dire semplicemente un vino splendido.

 

Sutto
Di quest’azienda avevamo già assaggiato il Manzoni. Tocca adesso al
Cabernet 2011 IGT Venezie
55% cabernet sauvignon e 45% cabernet franc, 12,5 gradi alcolici per questo vino dal rubino intenso. Il naso è caldo ma vivace, mentre in bocca svela una gran personalità: l’attacco è smussato, poi rompe gli indugi e si rivela un vino con una progressione pimpante, sapido, lungo, giovanile. Molto interessante.

 

Walter Nardin
Dalla zona di Roncadelle, a pochi chilometri dalla sponda del Piave, abbiamo il piacere di assaggiare un vino semplice e profumato, per chiudere in leggerezza.
Volarìe metodo charmat IGT Marca Trevigiana
Da uve Manzoni, viene spumantizzato a partire dal mosto, e quindi fa una sola fermentazione.  Sfoggia un sorprendente naso tropicale di banane e ananas. In bocca le bollicine finissime lo rendono cremoso e morbido, è una macedonia di frutti, un tripudio di piacevolezza senza troppi pensieri. Ottimo per l’aperitivo.
www.vinwalternardin.it

Una nota conclusiva.
Un plauso va sicuramente all’organizzazione della manifestazione, davvero ben fatta. Ma un appunto credo vada fatto alla gestione “mediatica” del neonato consorzio. Visitando la pagina web ufficiale del Consorzio Vini Venezia (www.consorziovinivenezia.it) ci si trova davanti ad un sito statico, senza informazioni utili, e con una pagina non aggiornata da mesi che si riferisce ad eventi dell’anno scorso. Se poi si aggiunge che il Consorzio ha sede legale a Venezia, ufficio tecnico a Pramaggiore e ufficio amministrativo a Treviso…

 

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

1 COMMENT

  1. In italia fra DOCG e DOC abbiamo oltre 400 denominazioni mentre in Francia ammontano a circa 300 puer avendo quasi la stessa produzione dell’Italia; davnanti a d un mercato sempre più difficile si tenta la via della parcellizzazione dei territori invece di optare per un sistema di sinergie territoriali su più filiere. Nonostante la differenza non trascurabile del 25 % in meno dei francesi guardate cosa scrive questo sito su una nuova AOC in Francia.
    http://blog.midi-vin.com/actualite/aoc-languedoc-00436
    Forse è necessario riflettere e non disperedere risorse.
    Comunque auguri alla nuova Doc.

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