Una misura e un calibro, da parte dei produttori, che ci fa capire circa l’accresciuta consapevolezza del contesto produttivo ilcinese nel partorire vini più rispondenti all’annata, senza cercare fuorvianti scorciatoie, primo passo verso una identità che sia più dichiarata, più sostenibile e più spendibile, qui e altrove. Quindi, ci voleva proprio un 2008 così e così (inteso come andamento climatico) per modellare dei Brunello sinceri, agili e abbordabili, che saggiamente si astengono dal fare la voce grossa sapendo che le corde vocali presto si affaticherebbero, ma che si propongono con fierezza per quello che sono, figli dell’annata loro: silhouette più snelle, un comparto aromatico più “colloquiale” e definito del solito (a parità di stato evolutivo), una fruibilità senz’altro più immediata in grado di sposare sovente una reale piacevolezza.
La Fortuna – Brunello di Montalcino 2008
Candore ed eleganza di vino fragrante, rotondo e garbato. Dalle prime sensazioni più figlio del terroir storico (situato a nord di Montalcino) che non delle parcelle acquisite a Castelnuovo dell’Abate.
Le Chiuse – Brunello di Montalcino 2008
Bel respiro aromatico, sfaccettato e coinvolgente, ottima grana tannica e dichiarata scioltezza nell’eloquio. Vino riuscito, anche se non immenso, che conferma l’estro della famiglia Valiani-Magnelli così come le straordinarie potenzialità di un terroir che non scherza.
La Gerla – Brunello di Montalcino 2008
Finalmente un La Gerla doc, giocato su contrappunto ed eleganza gustativa. Equilibrato, “dritto”, senza fronzoli, fresco e succoso, ci racconta senza infingimenti del suo Canalicchio. Il compianto patron, Sergio Rossi, ne sarebbe andato fiero.
Le Ragnaie – Brunello di Montalcino Fornace 2008
Affascinante, sfumato, sincero, naturale nello sviluppo. Un tannino carezzevole accompagna un sorso lungo, appagante, di grande spessore. Sì, aumentano le credenziali per questa giovane cantina, che da qualche stagione a questa parte sta mandando “segnali di fumo” piuttosto chiari e inequivocabili.
Pian delle Querci – Brunello di Montalcino 2008
Struggente nonchalance da sangiovese “finto-semplice”. Elegante, composto, è vino da bere a secchi, un soffio di piacevolezza in grado di maritare istinto e complessità. Autentico outsider, di impronta sentitamente artigiana.
Quercecchio – Brunello di Montalcino 2008
E quattro! Quattro annate di fila che il Brunello di Maria Grazia Salvioni mi stuzzica l’appetito. Ottima rarefazione aromatica qui, per un gusto scorrevole, sottile, sapido e lungo. Avanti così!
Solaria – Brunello di Montalcino 2008
E se i profumi chiedono ancora tempo per comporsi in un amalgama più chiaro, a colpire è l’apprezzabile naturalezza espressiva e la mano felice nell’estrazione, a disegnare il profilo di un vino attraente e convincente, da attendere con fiducia. Non è una novità, quanto meno per il sottoscritto, ma la stella di Patrizia Cencioni continua a brillare da par suo, e non tutti se ne sono accorti.
Tenuta San Giorgio – Brunello di Montalcino Ugolforte 2008
Grip e temperamento, rigore ed avvolgenza, espressività senza ammiccamenti e un incedere calibratamente maschio. Sempre più riconoscibili i rossi di Guido Folonari.
Villa Poggio Salvi -Brunello di Montalcino 2008
Gioviale, leggiadro, poco estrattivo, più da Rosso che da Brunello se vuoi. Eppure hai qui un sapore infiltrante, invitante, sottile. Dopo le confortanti avvisaglie dell’annata precedente, un’idea di risveglio più che legittimata per la cantina del gruppo Biondi Santi.
[…] per molti importanti vini toscani. E se quelle dei territori “rossisti” come Chianti Classico e Montalcino possono avere, in certi casi perlomeno, un sapore “accademico” perché i campioni andranno […]