Quando il vino risolleva l’artigianato made in Italy: Artenova e le sue anfore in terracotta imprunetina

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indexDà speranza ascoltare storie a lieto fine di attività, che in profonda crisi economica, sono riuscite a risollevarsi con l’ingegno e la maestria che contraddistinguono, rendendoli unici al mondo, gli artigiani di questo Paese per certi versi allo sbando. Tra le perle italiane che ci hanno resi così famosi all’estero spicca la terracotta dell’Impruneta, per decenni la più richiesta sul mercato internazionale. Poi a causa di tutti quei problemi che ormai si ripetono come un mantra (crisi, diminuzione del turismo, tassamento eccessivo delle attività artigianali, concorrenza spietata), si è dovuto penosamente assistere al suo tracollo: fabbriche chiuse, fornaci spente e tanti a casa, con un antico e nobile mestiere tra le mani e soltanto debiti in tasca.

Ma tra questi piccoli imprenditori uno ha saputo reagire, reinventandosi con abile ingegno. È Artenova, fornace attiva dal 1992. A raccontarci la storia virtuosa di questa azienda familiare, che non solo è stata capace di restare a galla, ma anche di farsi un nome in Italia ed all’estero, è Leonardo Parisi, titolare dell’attività. “Stavamo per chiudere, inutile girarci intorno. Era il 2008 quando bussarono alla nostra porta due imprenditori che da poco avevano cominciato ad affacciarsi nel modo del vino. Volevano costruire vasi vinari in terracotta, prendendo spunto da chi lo faceva, ormai da tempo, in paesi come la Spagna e la Georgia. Ci proposero di acquistare la fornace e di tenerci come dipendenti, visto che il mestiere non lo conoscevano e che non sarebbe stato facile conoscerlo. La cosa ci piacque e finalmente vedemmo una via di scampo dal momento difficile che stavamo vivendo. Ma i due imprenditori sparirono, lasciandoci una grande curiosità sull’argomento che ci sembrava un’idea da non lasciarsi sfuggire. Fu così che, insieme ad un amico e ad un enologo iniziammo ad informarci sulle anfore, cercando di capire come venivano fatte e che tipo di mercato avrebbero potuto incontrare.”

Il primo anno ne fabbricarono dieci, il secondo venti ed oggi, dopo soli sette anni, ben 300. Sono gli unici in Italia a produrre vasi in terracotta, ormai molto richiesti. Una visita alla loro fornace, assolutamente da programmare, dimostra come tutto sia artigianale e meravigliosamente affascinante. L’artigiano manipola e poi sovrappone, girando intorno al vaso, cilindri di argilla detti “lucignoli” che vengono compressi con le mani l’uno sull’altro in modo da aderire strato su strato. La giara viene tirata su in più giorni per evitare cedimenti, poi essiccata e dopo cotta a temperature elevatissime. L’intersecazione tra terra, aria e fuoco dà vita a quel tipico colore della terracotta imprunetina, che la rende riconoscibile tra mille. I clienti di Artenova sono ormai tanti, tra cui spiccano note aziende di Champagne, importanti marchi australiani e famose cantine italiane, tra cui Castello di Rampolla, una tra le prime ad aver creduto nella qualità delle giare made in Italy, e Foradori che da anni sperimenta anfore e che non si è fatta scappare questa chicca nazionale.

Le novità sono sempre all’ordine del giorno, come la sperimentazione di forme nuove che si vanno ad affiancare alle tre più in voga (dolium, giare e le affascinanti giare ad uovo sempre più richieste), oppure la creazione di altri oggetti, come bicchieri per degustazioni alla cieca e bottiglie in via di perfezionamento.

Sempre da un’idea di Leonardo Parisi ha preso vita lo scorso anno, alla Fornace agresti dell’Impruneta, da poco ristrutturata, una manifestazione che ha fatto molto parlare di sé (e di cui, anche se con ritardo, parleremo su queste colonne):La terracotta ed il vino”, una due giorni scandita da degustazioni di vini affinati in anfore sia dell’Impruneta, sia giorgiane che spagnole, e da convegni e dibattiti a cura di produttori ed enologi che da anni utilizzano questo tipo di contenitori. L’appuntamento è per il 2016; sicuramente da non perdere!

Roberta Perna

Roberta Perna (perna@acquabuona.it): del cibo e del vino non potrei proprio farne a meno ed è così che sulle mie due più grandi passioni ho costruito il mio lavoro e la mia vita. Sono socia di Studio Umami (www.studioumami.com) e titolare di Roberta Perna (www.robertaperna.it), due agenzie specializzate nell’ufficio stampa, nella comunicazione e nell’ideazione ed organizzazione di eventi enogastronomici, sono giornalista pubblicista e sommelier diplomata Fisar. Collaboro da anni con diverse testate di settore come Bargiornale e Ristoranti Imprese del Gusto ed ho due blog, uno che si chiama Roberta Perna ed uno, fondato con altre colleghe giornaliste, “Alla nostra portata”. Insieme a Studio Umami organizzo Life of Wine, evento degustazione dedicato solo alle vecchie annate.

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