La Subìda a Cormòns. Un atto d’amore

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La Subida_esterniLa locuzione “andare alla Subìda non è solo andare a un ristorante” raggiunge lo stesso livello di ovvietà di un “non ci sono più le mezze stagioni”. Con la differenza che, se vai a vedere, le mezze stagioni magari non ci sono più per davvero, La Subìda invece, in un ruscellare senza sosta di idee e contenuti, è sempre là, per dispensare bellezza concreta e calor buono, per esaltare la grande cucina friulana “di frontiera” insieme a qualcosa d’altro, che non ti spieghi ma che senti appartenergli: l’insostituibile. Senso dell’accoglienza, convivialità, condivisione, rispetto, cultura del territorio, attenzioni…. Ecco sì, le attenzioni, quelle che non ci si inventano. Quelle che o ce le hai à l’interieur oppure non ce le hai. E che non si risolvono in compassati salamelecchi, affettazioni di mestiere o discorsi di rito (del tipo “non ci sono più le mezze stagioni”) ma posseggono l’istintività di un gesto casalingo, permeato dalla forza che sola ti dà la sincerità.

Qui sei nella casa dei Sirk, non ci sono dubbi. Lo vedi e lo senti. Fin da subito, fin dalla prima volta. Sedersi a uno dei loro ambitissimi tavoli ti regalerà il privilegio di stare bene. Di respirare qualcosa che restituisca un senso. Come un viaggio nel tempo, in grado di raccogliere tutti i retaggi buoni di una terra contadina per restituirceli attualizzati, vivi, di una fragranza nuova senza uscirne contaminata. Riposare nella casa del bosco ti ricorderà che la vita possiede una bellezza sua, senza troppo ragionarci sopra. Ti illuderà di poter dimenticare i piccoli dolori, di allentare la cinghia a quelli grandi, di cullare dolcemente le titubanze del cuore. Per vivere con spontaneità una lunga teoria di attimi in cui tutto gira per il verso giusto, in primis il tuo umore. In questo luogo riscoprirai magicamente le tue doti migliori, quelle che a cose normali dovresti grattare dal fondo per farle riaffiorare, e che qui invece si manifesteranno naturalmente, come un inarrestabile rigurgito, un fiotto puro di montagna che esplode da una fessura di roccia: curiosità, voglia di “aprirsi”, di comunicare, di ascoltare, prostrazione estatica di fronte ad un pezzo reale di REALE cultura materiale, quella che si nutre di storie artigiane e te le dà.

Ora che ci penso, forse l’unico posto in cui, dopo esserti rifocillato ancora e ancora, ti accorgerai di essere dimagrito, checchennedica la circostanza sacrosanta che ti ha visto mangiare (e bere) l’impossibile. Sei sazio eppure ti senti più magro! Questo piccolo miracolo, che scompagina le granitiche certezze della severa scienza nutrizionista -colei che comanda a bacchetta le nostre debolezze comportamentali- te lo spieghi in un solo modo: è la zavorra interiore che ha abbandonato il tuo corpo, un peso pur sempre maggiore rispetto a quello che potrai ingurgitare, sotto forma di calorie, in un tour de force gastronomico alla Subìda. E’ la pesantezza che hai dentro evaporata nei boschi attorno, a confondersi con le brume mattutine.

Sotto il tiglio, alla Subìda, mi riprendo il tempo, il mio tempo. C’è aria buona qui, e un alito di vento che la fa muovere in continuazione, impedendone il ristagno. E’ un alito che viene da dentro, portando con sé odori leggeri, cangianti. In una dimensione al tempo rarefatta e concreta la mente si lascia cullare da quella brezza interiore, riuscendo a librarsi, di nuovo ad illudersi. Sì, da Josko, Loredana, Mitija e Tanja Sirk, coccolati dalla cucina dell’estroso/estroverso Sandro Gavagna, l’esperimento della liberazione della mente dagli obblighi stupidi della quotidianità ha buone probabilità di riuscita. E’ un evento raro, da ricordare come un sogno bello, come un padre, come le mezze stagioni che (forse) non ci sono più.

Alla Subìda- Trattoria al Cacciatore
Via Subìda, 52 – 34081 Cormòns (GO)
Tel. 0461.60531
info@lasubida.it

galleria fotografica

 

 

 

FERNANDO PARDINI

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