Pino è l’anima tecnica del Roma Whisky Festival, la manifestazione nata da un’idea di Andrea Fofi e Rachel Rennie, divenuta ormai appuntamento imprescindibile per gli appassionati di lungo corso e per i neofiti in procinto di scoprire l’infinito e complesso mondo del whisky ( 3-4 Marzo al Salone delle Fontane dell’Eur, andate sul sito romawhiskyfestival.it per tutte le info).
Dell’evento daremo ampio resoconto su queste pagine. Nel frattempo ho approfittato della disponibilità e competenza di Pino per fargli qualche domanda, toccando questioni poco “filosofiche” e molto concrete, che possano aiutarci a scegliere e comprare meglio. Perché se poi, in Italia, restiamo al 34-esimo posto come consumatori mondiali di whisky, allora di cosa parliamo?
Allora Pino, perché dovremmo bere più whisky?
Lo stereotipo del bevitore di whisky è quello dell’uomo maturo e benestante. E’ ancora così? Com’è il consumo tra i giovani: bevono solo miscelati? E tra il pubblico femminile? Qual è la vostra esperienza dal festival?
Qualche “dritta” per gli acquisti: si può bere buon whisky a prezzi accessibili? Magari
andando a pescare prodotti in regioni del mondo meno “blasonate” che però stanno facendo grandi progressi?
Assolutamente non c’è necessità di spendere una follia per fruire di prodotti degni. L’ho scritto più volte e lo ribadisco. Nella mia condizione scomoda non dovrei fare esempi specifici (Pino è titolare di un fantastico whisky corner in una delle più belle vie di Roma, Via Margutta – ndr). Noi privilegiamo gli imbottigliatori indipendenti ed i single cask e quindi non potrei fare promozione ad un prodotto che ha un buon rapporto qualità prezzo, ma che però non è continuativo. In via del tutto eccezionale e cercando di accontentare un po’ tutti, nella fascia fra i 50 e i 60 euro si possono trovare prodotti come ad esempio il Kilkerran 12 anni, il Kilchoman Machir Bay, il Glendronach 12 anni, il Clynelish 14 anni, l’Aberlour A’Bunadh, il Paul John indiano Edited e il Brilliance, l’Arran 10 anni, l’Ardbeg 10 anni, il Laphroaig quarter cask, il Glen Moray 12 anni, il Balblair 2005, e questi sono solo alcuni.
Per gli amanti dello Scotch, è possibile trovare ancora in Scozia distillerie sottovalutate con prezzi ancora calmierati? Se dovessi scommettere su qualche nome per il futuro chi seguiresti con attenzione?
Anche in Scozia, dove ci sono le principali regioni produttive storiche, c’è grande innovazione. Queste differenziazioni del passato, attualmente lasciano il tempo che trovano, onestamente. Chiunque, in qualunque zona, sperimenta e va “fuori” delle caratterizzazioni storiche regionali. Prezzi calmierati onestamente no. Chi scommette aprendo una distilleria in Scozia ha le idee ben chiare e si posiziona già con prezzi di mercato se non oltre. Ritengo sottostimato il prezzo di Kilkerran. Per il futuro mi aspetto ulteriori grandi cose dalla Kilchoman, che ha già dato molto nei dieci anni di attività, e credo che farà parlare bene di se Wolfburn.
Infine un’ultima curiosità da compratore neofita: ho notato, per lo stesso prodotto, grandi variabilità di prezzo in rete. E’ una mia sensazione o da cosa dipende?
Gli scostamenti ci possono essere. Non dipende dagli esercenti ma dagli importatori e dai distributori. Uno dei fattori è che l’Italia come mercato consumer non conta nulla. Siamo attualmente il 34esimo paese nel consumo pro capite mondiale. Pertanto, in sostanza, si prediligono altri paesi che, consumando di più, possono avere prezzi più bassi. Chi lo vende all’Italia assegna poco al nostro paese e a prezzi più alti. Lo vuoi? O così o nulla. Poi c’è il discorso dei venditori online. Spessissimo questi non hanno magazzino, comprano sul venduto, non hanno affitto di un negozio. Possono permettersi di avere un margine basso. L’esercente che ha sia il punto vendita fisico che lo shop on line, come fa? Non può mica differenziare i prezzi. Pertanto può darsi che si posizioni in maniera leggermente superiore. Stiamo però parlando dei prodotti largamente disponibili, quelli in sostanza tirati in migliaia e migliaia di esemplari. I single cask invece non hanno di questo problema. Anche i prodotti dei selezionatori indipendenti. I prezzi sono quelli e sono piuttosto livellati.
Credits: l’immagine d’apertura, con Pino Perrone e Samaroli, è stata fornita dall’ufficio stampa del Roma Whisky Festival, storica è tratta dal sito della distilleria scozzese della Buchanan’s, quella di Churcill bevitore dal sito www.liquor.com