Poi però lo assaggi, ‘sto Cuprese, e manco ti accorgerai che porta “appena” 28 anni sul groppone (leggasi ventotto) da tanto è tonico, innervato e vitale. E forse allora penserai che vi sono reali attitudini di fronte alle quali l’uomo conta niente; che c’è qualcosa cioé di più profondo, e di connaturato, che fa esprimere un vino in un certo modo contro tutto e tutti, così come c’è – esiste- la circostanza rara di saper resistere alle insidie del tempo uscendone da vincitore.
Ecco, Cuprese ’91 questo è, un vincitore, perché ha vinto contro il tempo e i pregiudizi, lasciandoti con l’illusione bella che il connubio laicamente santo terroir-vitigno possa per una volta farsi beffe dell’uomo e del suo spadroneggiare. Che impagabile suggestione!