Negli anni si sono avvicendati compositori diversi e stavolta è toccato al maestro Eduard Demetz, a detta dello stesso Alois Lageder “uno dei migliori e più rispettati compositori del nostro paese”. Il progetto prevedeva la messa in musica delle poesie di una importante poetessa alto atesina di lingua ladina, Roberta Dapunt. La poetessa, da noi intervistata durante una pausa, ha dichiarato di aver lasciato piena e completa libertà all’artista in questo processo di fusione tra parole e musica, non permettendosi di intervenire in alcun modo nel campo creativo di Demetz.
Il programma dell’evento prevedeva, al mattino, una tavola rotonda sul progetto, nella quale la poetessa ha letto le sue poesie in lingua italiana (La terra più del paradiso e Sincope, volumi pubblicati per Einaudi) e si è confrontata con l’autore delle musiche sul tessuto linguistico e musicale delle opere, dato che esse sono state poi musicate su testi in lingua ladina.
Una nota importante va spesa sugli esecutori: il pianista Daniel Heide è uno degli accompagnato
Questa però è stata anche l’occasione per ammirare, in anteprima, le nuove etichette dei vini della famiglia Lageder, di cui così ci parla Helena Lageder: “La nostra tenuta si è sviluppata molto negli ultimi anni e abbiamo affinato le idee per il futuro. Abbiamo lavorato intensamente sulla qualità e sullo stile dei vini, ristrutturato il nostro lavoro, allargato i nostri orizzonti, e riteniamo importante che questo processo venga percepito anche dall’esterno. Le nuove etichette incarnano il nostro canone di valori e trasmettono la nostra filosofia attraverso ogni bottiglia“
E ad osservarle si percepisce la volontà di abbinare la filosofia aziendale, legata alla biodinamica e all’armonia, con la grafica, ciò che invita l’osservatore a concentrarsi sul significato dell’immagine per trasmettere il valore del contenuto. L’innovazione non si ritrova soltanto nelle etichette: i vini saranno commercializzati esclusivamente nelle bottiglie borgognotte e chiusi con tappi di sughero naturale. “Per la chiusura abbiamo rinunciato completamente al metallo e ad altri materiali difficili da riciclare. Al posto di una capsula e di un tappo a vite utilizziamo una elegante fascetta in carta naturale e poi il sughero naturale“, sottolinea Alois Lageder. Insomma, un rinnovamento nella forma che significa rinnovamento della sostanza.
Nella seconda immagine Eduard Demetz ; nella terza, Dapunt, Heide e Demetz