Il primo vino di Marabino me lo ha fatto bere Giampaolo Gravina, illustre collega con il quale condivido una collaborazione professionale che ormai si misura in decenni. Eravamo non so dove, in compagnia di non mi ricordo chi, in una data che non mi sovviene. Ricordo però distintamente di aver esclamato, dopo averne bevuto un primo sorso, “ah”.
A distanza di anni con Giampaolo abbiamo ribevuto insieme una bottiglia di Marabino per festeggiare l’uscita del nostro libro Vini Artigianali Italiani; assente giustificato (abbiamo fatto altri dieci brindisi insieme) il primo autore del libro, il non commensurabile Armando Castagno.
Dopo questi due episodi, fondamentali nella storia del vino e della civiltà italiana in generale, ho avuto modo di bere una terza volta un vino di Marabino: il Rosso di Contrada Parrino del millesimo 2016. A questo punto servono obiettivamente dei
DATI ESSENZIALI
Situata con raro senso dell’opportunità in Contrada Buonivini, l’azienda Marabino opera in Sicilia, in Val di Noto. La guidano Pierpaolo Messina, il titolare, e Luca Gentile, l’agronomo.
In vigna si è scelta la conduzione biodinamica, in cantina una conseguente gestione casta e pura delle vinificazioni (in assenza di eccetera eccetera). Da qualche vendemmia i responsabili hanno pensato bene di proporre imbottigliamenti dedicati a singole vigne.
Dopo i dati essenziali, ecco le inevitabili
NOTE DI ASSAGGIO
Si presenta di colore impossibile da decifrare, avvolto da una coltre nerastra impenetrabile. Tuttavia, dopo l’apertura della bottiglia e dopo averlo versato nel bicchiere, appare nettamente più “leggibile” nella tinta rubino luminoso. I profumi sono da subito chiari, aperti, invitanti, e rimandano ai soliti rimandi che non elenco (frutti di bosco e via andare). Il sapore è succoso, di grande spazialità, un anfiteatro gustativo ampio e nitido. In conclusione un rosso eccellente, prelibato, delizioso.
POST SCRIPTUM
Che c’entra Uno e Bino? C’entra: era il nome del locale gestito da Giampaolo e dalla sorella Gloria ant’anni fa, nel quartiere di San Lorenzo in Roma. Un ristorante/faro all’epoca, in cui si condussero decine di grandi degustazioni/bevute.
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La foto di Pierpaolo Messina e del vigneto sono state estratte dal sito aziendale
Sempre un gran piacere leggere il grande Fabio. Come ho fatto a perdermi la nuova perla del trio Rizzari-Gravina-Castagno?! Quando è stato pubblicato?
Daniele
Buongiorno Daniele, con inescusabile ritardo leggo solo ora il tuo gentile commento: con Armando e Giampaolo abbimo pubblicato tre libri negli ultimi anni: due con la casa edtrice Giunti (“Vini da scoprire” e “La riscossa dei vini leggeri”), e uno con l’editore Paolo Buongiorno (“Vini articinali italiani”). Tutti disponibili online, credo.
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Sempre un gran piacere leggere il grande Fabio. Come ho fatto a perdermi la nuova perla del trio Rizzari-Gravina-Castagno?! Quando è stato pubblicato?
Daniele
Buongiorno Daniele, con inescusabile ritardo leggo solo ora il tuo gentile commento: con Armando e Giampaolo abbimo pubblicato tre libri negli ultimi anni: due con la casa edtrice Giunti (“Vini da scoprire” e “La riscossa dei vini leggeri”), e uno con l’editore Paolo Buongiorno (“Vini articinali italiani”). Tutti disponibili online, credo.