A solleticarmi sono state le parole di Arnaldo, che alla sua Taverna Pane e Vino di Cortona ha costruito una carta dei vini in direzione ostinata e contraria che letteralmente mi fece sobbalzare, anni fa, e dalla quale avrei assaggiato TUTTO.
Frutto di vendemmie scalari su su fino alla tardiva, è un bianco schietto la cui fibra terragna nulla concede alle ruvidezze e alla rusticità, conservando una tiepida solarità in un gusto accordato, goloso, sapido.
La quota parte di macerazione sulle bucce ne esalta lo spessore tattile, senza intaccare i sapori di déjà vu.
La sincerità espressiva smuove l’empatia. Ne apprezzerai il ricordo.
Ma sono quelle viti, quelle viti lì, ad imporre il ritorno.