In amore vince chi frigge

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Cumsustanziali a un luogo. Questo è.
Esistono posti del cibo che non vedresti altro che lì dove sono, e questa intima coerenza è proprio una bella sensazione.
Spesso mica è così: alcuni potrebbero stare ovunque, tanto è lo stesso. Oppure potrebbero “non stare”, e forse sarebbe anche meglio.

Vuoi, a volte, per la cucina apolide, velleitaria e ostinatamente fuori fuoco rispetto a quel territorio; vuoi, altre volte, per una cucina che, pur richiamandosi alla tradizione locale, è soltanto stanca, disattenta, sbiadita, come concepita ed eseguita “con la mano sinistra”, disavvalorata peraltro da materie prime non all’altezza.

Oggi ho fatto la conoscenza di un posto (del cibo) semplice, senza particolari ambizioni o pruriti esibizionisti; un’osteria nella più classica delle accezioni, gestita da giovani più o meno autoctoni.
C’è un però: quell’osteria sta bene nel posto in cui è.Quel posto E’ il suo posto, ovvero uno degli angoli più suggestivi e toccanti del Chianti Classico: la Badia di Sicelle, luogo di passo che ti ammutolisce.
Il fatto è che da Uscio e Bottega il ragù di carne possiede il dono della parola, quindi parla.
E poi c’è lui, il fritto di terra dell’aia, che con la sua vitale fragranza ti porta a spasso per quella campagna riempiendoti di una nostalgia buona, tutto men che passatista: in fondo è ciò che ti aspetti ed è ciò che desideri.
Ecco un’osteria chiantigiana di puro conforto.
Nulla di più, nulla di meglio.

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contributi fotografici dell’autore

FERNANDO PARDINI

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