Poi ci sono i suoli, che alle Gode prevedono galestri e un contenuto di argille pressoché dimezzato rispetto alla ricca generosità del Canalicchio, che si trova sì sempre a nord, nello scacchiere vitato ilcinese, ma è anche conca aperta e luminosa dove i vigneti si dispongono in dolcissimo declivio.
Ed è così che il patrimonio a vite della famiglia Ripaccioli (19 ettari in tutto) si suddivide fra Le Gode e il Canalicchio, consequenziale retaggio di un legame interfamiliare intervenuto un giorno fra i Pacenti (da cui tutto ebbe inizio, negli anni Sessanta del secolo scorso) e i Ripaccioli. Quel patrimonio costituisce il legante e la linfa di una storia tutta montalcinese, quella del Canalicchio di Sopra, in cui la presenza delle giovani generazioni la senti proprio: dall’energia, dagli intendimenti e, soprattutto, dalla rinnovata coscienza critica. Francesco Ripaccioli in tal senso docet.
Francesco in cantina & commerciale, Marco in campagna e Simonetta all’ospitalità, ed ecco che l’esperienza ha preso pieghe nuove: dal traghettamento verso l’agricoltura biologica alla messa in opera di una azione collettiva, in collaborazione con tutti gli altri produttori del versante, per un protocollo condiviso di confusione sessuale nel vigneto (e della tignola, guarda un po’, non se ne ha più traccia) e per il monitoraggio continuo delle condizioni meteo all’interno di un vasto areale, sì da ottenerne informazioni preziose per le piante ed i suoli, agevolando quindi una agricoltura preventiva e non emergenziale.
E se il Rosso di Montalcino 2021 rintuzza efficacemente il temperamento alcolico grazie all’acidità portante e diffusiva, mostrando una fittezza garbata e un allungo arieggiato dal sale, il Brunello di Montalcino della versione 2018 riproduce con dovizia di particolari la proverbiale impronta aromatica dei vini della casa, fatta di liquirizia, ruggine e spezie scure, adornata però di un commento floreale che annuncia una migliore modulazione nei toni, una discendenza legittima dal particolare millesimo e una più dichiarata vocazione all’eleganza, sensazioni confermate da una trama gustativa proporzionata e senza slabbrature, se non fosse per l’integrazione tannica, ancora di là da venire.
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