Dal trasferimento in città, avvenuto nel 2012 nei suggestivi fossi, luogo di antiche tintorie e lavatoi, ne è scaturito un incredibile successo di pubblico, che fortunatamente non ne ha scalfito gli intenti né corrotto le originarie virtù, anzi: si fa evidenza, oggi, un tasso di consapevolezza e di maturità persino maggiore, nello sviluppare l’idea primigenia di osteria, costruendo la propria ragion d’essere e la propria identità grazie a una fitta rete di piccoli produttori locali per ricavarne tutto, dalle farine alle verdure, dalle carni ai formaggi, dagli oli ai legumi.
E i risultati si vedono.
Il posto è incantevole, l’energia dell’oste intatta, così come il pensiero critico e la coscienza etica di un lavoro di salvaguardia delle piccole produzioni, mentre la cucina di Sole è ancora capace di carpire l’essenza delle cose senza strafare, lasciando parlare le materie prime, reale fondamento di una effettiva diversità.
Cenare all’aperto in piazza San Francesco, poi, ci mette del suo. E’ un luogo che scava nelle intimità di Lucca, restituendoti autenticità e suggestioni. Non lo puoi evitare.
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