di Fernando Pardini
Prima parte: Toscana
Questo pezzo, con gli altri che seguiranno, è dedicato a loro, ai vini outsider, quei vini cioè PICCOLI NEL PREZZO ma GRANDI NELL’ANIMA capaci di tradurre con dignità e sentimento le ragioni della propria terra e, consapevolmente o meno, tracciare una strada; una strada nella quale fedeltà (territoriale, tipologica, varietale ecc ecc) e trasparenza espressiva siano le voci narranti. Beninteso, non si tratterà di vini grandi in senso assoluto (anche se per qualcuno di essi l’aggettivo potrebbe essere “scomodato”), e magari per loro non si accenderanno le luci della ribalta come per altri “consanguinei” maggiormente dotati o ambiziosi, ma con la schiettezza di fondo che li contraddistingue sono vini che a parer mio disegnano il tratto ascendente di una parabola stilistica da non disperdere, sulla quale anzi fondare i presupposti di una “ispirazione” enologica finalmente ritrovata. Sono vini chiari e senza filtri, che non hanno timore di mostrare la propria nudità. Perché in fondo sta in quella nudità ingenua e pura la suggestione profonda di un ricordo che si vuole prezioso; lì la vibrazione autentica che insegna e scuote, ben oltre l’ovvietà.
Perciò inizio il percorso dalla “mia” TOSCANA, con la certezza della non esaustività ma con la ferma intenzione di suggerire, dai vari territori d’origine, piccoli-grandi vini orgogliosi e maestri. Sono soltanto esempi, estratti da un panorama fortunatamente più ampio e incoraggiante. Quanto al panorama (di questa regione e delle altre che verranno), inutile negare che me lo hanno reso chiaro, negli ultimi tre mesi fitti di assaggi, i circa 3000 vini annotati e rimuginati provenienti da ogni parte d’Italia. Ovvio infine che tutto questo parlare esprima esclusivamente il mio punto di vista.
TOSCANA
Da Montalcino…
Rosso di Montalcino 2006 – Baricci
Approdo sicuro per tutti coloro che intendano andare alla ricerca delle “vibrazioni” più autentiche che il sangiovese di Montalcino sa trasmettere, dal “grande vecchio” Nello Baricci un Rosso di Montalcino (10 euro in enoteca) che aggiunge accenti veraci e sanguigni ad un’anima riflessiva ed elegante, figlia legittima del terroir di Montosoli. Un vino sentimentale, artisan, di spirito “sangiovesoso” conclamato. Tanto per non disperdere la strada.
Rosso di Montalcino 2006 – Val di Suga
Dal Chianti Classico…
Della serie: ” quando non te lo aspetti”. Dalle alture di Castellina in Chianti, da suoli fortemente galestrosi, da una mano cantiniera leggera e misurata, ecco un Chianti Classico paradigmatico, slanciato e succoso, attraente per la gentile terrosità del tratto, per i confortanti ritorni sapidi e per la beva reiterata e istintiva. Dai 10 ai 12 euro in enoteca. La proprietà lo chiama Barocco: siamo certi invece che non si tratti di futuro?
Chianti Classico 2006 – Villa del Cigliano
Chianti Classico Bilaccio 2005 – Il Borghetto
Pian del Ciampolo 2006 – Montevertine
Dal Chianti (non classico)…
Freschezza, agilità, profilatura aromatica… un Chianti tenero ed elegante questo Vigneto della Rana, estratto dal cappello, meglio dalla gamma, di Castello di San Sano, la proprietà di Gaiole in Chianti acquisita qualche anno addietro da Calogero Calì (leggi Rocca di Castagnoli) e riportata in auge grazie a vini a cui non fan difetto carattere ed articolazione. Questo Chianti (sangiovese con un saldo di colorino), non tradisce il nuovo corso e rappresenta una autentica sorpresa, piena di cose belle da dire. Le uve provengono dai possedimenti di Serre di Rapolano, quindi non dalla zona classica chiantigiana: carnoso e ben rifinito, offre conforti fruttati di gelatina di fragole e ciliegia, garbo espositivo e soffusa tannicità, con ritorni sapidi intriganti. E’ sottile melodia liquida, tutta da bere. A 8 euro .
Chianti Colli Senesi 2005 – Pacina
A Pacina, nella campagna di Castelnuovo Berardenga, Giovanna Tiezzi gestisce una azienda agricola nella quale il concetto di ruralità consapevole è più vivo che mai. Da un approccio biologico in campagna, corroborati da un sostanziale non-interventismo in cantina, i Chianti qui assumono reali connotazioni territoriali: veraci e senza fronzoli, sapidi e terrosi, non vanno per il sottile eppure ti circuiscono per la purezza della trama, di stampo artigianale. Non di rado “soffrono” di riduzioni olfattive passeggere, prediligendo quindi buona ossigenazione, ma la grinta minerale e la marca salina nell’apparato tannico sono doti chiarissime, la forza espressiva evidente, l’autenticità indiscutibile. A 11 euro o giù di lì
Dalla Rufina…
Podernovo 2006 – Cerreto Libri
Chianti Rufina Riserva Lastricato 2004 – Castello del Trebbio
Dalla maremma di Scansano (e dintorni)…
Profilo sangiovesoso dichiarato per un Morellino da 8 euro, dalla timbrica invero più brunellesca che non morelliniana ( meno concessioni al frutto, più al nervo acido e al sale); diretto, spedito, senza fronzoli, solido e rigoroso, riflessivo e austero, proviene bello bello da una agricoltura rispettosa dei naturali equilibri della terra, e si sente. Sempre della stessa cantina, anche se non Morellino doc, val la pena ricordarsi del Santippe 2007, un sangiovese schietto e beverino ( da acciaio e cemento) come ce ne vorrebbero. A 6-7 euro è un bel bere genuino.
Morellino di Scansano Lorneta 2006 – Villa Patrizia
Da Montecucco…
Montecucco Sangiovese 2005 – La Querciolina
Montecucco Sangiovese 2005 – Poggio Leone
Da dove non te lo aspetti (leggi anche Garfagnana)…
Qui i fratelli Barsanti stanno facendo piccoli miracoli: da uve quali malvasia nera, ciliegiolo e canaiolo ( ma anche dalle misconosciute barghigiana e montanina), grazie ad una viticoltura naturale e a tecniche di cantina non-interventiste, racchiudono in un bicchiere tutta la freschezza, l’originalità e la schiettezza di cui può essere capace un terra “estrema” come la Garfagnana. Non il corpo, non il volume, non la grassezza qui, ma una silhouette magnificamente scarnificata, laddove emergono aerei i profumi e netta l’acidità, per una beva coinvolgente e “peperina”. 10 euro di sana, liquida (bio)diversità.
Poteva mancare un bianco? No, e allora facciamo due…
Ecco una Vernaccia del “nuovo corso”, quello che si lascia indietro l’anonimato e le vacuità diluite di un tempo, o di contro alcune velleitarie, improbabili versioni di Vernaccia variamente “agghindate”, pur senza attributi . Qui hai frutto vero in bocca, grinta, temperamento, bei profumi di torba e grano, incedere importante e coinvolgente. Qui hai la Vernaccia. A 9 euro la Vernaccia.
Colpo d’ala per l’azienda della famiglia Niccolini. Nella preziosa selezione Tropié c’è un amalgama aromatico sfumato, pervasivo, pietroso e floreale ad attenderti, e un palato cremoso dallo sviluppo dedicato, accorto, composto. In quel bicchiere c’è luce e bevibilità, a 9 euro.
Dulcis in fundo…
Vin Santo del Chianti 2001 – Campriano
Salve , sono Dario Mascelloni,
è con grande gioia che noto il vostro apprezzamento per il mio Sangiovese 2006 Poggio
Leone.
Ci tengo a precisare che la mia azienda è una nullità nel panorama vitivinicolo italiano,
ed è per questo che accolgo il vostro giudizio con grande entusiasmo, essendo io un vigna
iuolo-cantiniere che fa questo mestiere per lavoro e soprattutto per passione, dedicando
tutto il suo tempo alla azienda ed al suo territorio.
Voglio sperare di incontrarla un giorno, Sig. Pardini, per ringraziarla di persona e per fargli conoscere il mio mondo fatto di Colline, Campi,Paesaggi, e Vini che nascono dalla mia terra. Ringraziamenti e saluti Soc. Agr. Poggio Leone Dario Mascelloni
Grazie della lettura Dario. Quando poi le coordinate dei prossimi viaggi indicheranno Montecucco e dintorni ( so già che le indicheranno), sarà un piacere fare una visita a Poggio Leone.
Caro Fernando,
Da parte dell’Azienda Agricola MACEA ringraziamo te e la redazione per l’attenzione che avete dimostrato verso i nostri vini.
Il fatto che prorpio il Campo Caturesi venga apprezzato in questa maniera ci rende molto felici. Cogliamo l’occasione per ringraziare quei contadini che oltre cinquanta anni fa hanno piantato queste viti e non certo per fare vini che comparissero su guide o su scaffali di enoteche ma per produrre vino da utilizzare come vero e prorpio alimento.
Lavorare in queste condizioni estreme con terrazzamenti difficilmente meccanizzabili è spesso duro ma recenzioni come questa e vedere che i nostri vini vengono apprezzati da chi li compra e li beve ci da la forza di continuare riempiendoci di gioia. Stiamo cercando di custodire ciò che personaggi come Peo, Primetta, Ines, Alvaro, Aurelio e molti altri hanno costruito con fatica, perseveranza e grande pazienza. Un vero e proprio insegnamento di vita lasciato da questi contadini che troppo spesso oggi le persone non riescono ad interpretare, ma resta è lì direttamente fruibile anche solo passeggiando lungo la nostra austera valle.
Grazie di cuore.
Cipriano e Antonio Barsanti
Beh, che dire
i vini citata da Fernando sono navi percorrenti rotte inconsuete, guidate da stellle invisibili ai più,
ma che approdano nei porti sicuri della profonda e immutata saggeza contadina.
Bravi agli amici Antonio e Cipriano, e naturalmente, a tutta questa razza di produttori.
Fabio Pracchia
interessante, ma dove li trovo questi pregi?
[…] pezzo, con gli altri già scritti (Toscana, Liguria, Piemonte ) e con quelli che seguiranno, è dedicato a loro, ai vini outsider, quei vini […]