TRENTODOC raggruppa 29 aziende che spumantizzano principalmente chardonnay, con incursioni minoritarie di pinot nero. Tre le tipologie ammesse dalla DOC, suddivise in base al peridodo di affinamento sui lieviti: almeno 15 mesi per fegiarsi della denominazione base, 24 mesi per un TRENTODOC Millesimato e 36 per il Millesimato Riserva, che prevede anche l’obbligo di limitare lo zucchero residuo a 12 grammi per litro, ovvero di appartenere alla categoria dei brut o alle categorie più asciutte.
I nostri assaggi prendono ovviamente il via dal vino prodotto dalla Fondazione Edmund Mach, braccio vitivinicolo dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, da sempre faro per la vitivinicoltura trentina e dell’intera penisola. Il Mach Riserva del Fondatore 2005 è composto per 2/3 di chardonnay e per 1/3 di pinot nero. Al colore paglierino chiaro, brillante per il perlage, associa un naso floreale in cui appaiono nitide note minerali e di lieviti. Al gusto è preciso, di lunga e sferzante acidità. Un vino che potremmo definire archetipale, e che proprio per questo nasce, per essere da esempio, come tutti i vini prodotti dall’Istituto.
Il Rotary Talento Cuvée 28 (chardonnay e pinot nero) della cantina Mezzacorona ha colore paglierino e un naso intenso di frutta gialla, arricchito da una nota vanigliata. In bocca è sapido, terziario e chiude amarognolo.
Toblino produce l’Antares Brut 2005 da solo chardonnay. Paglierino, dal fine perlage, offre profumi tenui e fini di fiori bianchi. Bocca fresca, non complessa, leggera, vinosa.
Cuvée Ponale della Cantina sociale Riva del Garda ha un naso molto primario, di mela, e sfoggia una sottile florealità. Franco in bocca, fruttato, non complesso.
Altinum, della Cantina Aldeno, è un uvaggio di chardonnay e pinot nero. Il naso è pulito, semplice, fruttato. Bocca franca, un poco brusca.
Il Pedrotti Brut Millesimato 2055 (chardonnay e pinot nero) sfoggia un naso elegante: lieviti, anice e cenni terziari. Bocca precisa, morbida, lievitosa e fruttata (mela).
Il Brut Riserva 2005 di Cantina d’Isera emana note fruttate molto evidenti, un mix di mela e pasta di mandorle che si ritrova al gusto con un effetto un poco stucchevole per un brut.
Il Brut Riserva 2004 di Maso Martis (pinot nero e chardonnay) offre note minerali e una bocca ricca, leggermente idrocarburica, suadente, dal finale secco e lungo.
Il Ferrari Perlé 2004 è uno chardonnay in purezza in cui la nota terziaria si sovrappone autoritaria al frutto. Bella sapidità e presenza gustativa. Vino importante e complesso in cui avremmo preferito un legno più sfumato.
Il Brut Rosé 2007 di Letrari ha un colore rosato molto tenue e un naso leggero di frutta rossa e fiori. Frutta rossa che si ripropone più decisamente in una bocca di buon equilibrio e leggera addolcitura.
Il Pedrotti Rosé (pinot nero e chardonnay) è presentato in anteprima al Vinitaly. Di colore salmone tenue profuma di ribes e di roccia. Saporito e persistente al gusto, chiude in dolcezza.
Il Pisoni Brut Rosé (chardonnay e pinot nero) è di colore rosato tenue e profuma di frutta e fiori. In bocca è sapido, primario, persistente, piacevole.
Maso Martis fa il suo Brut Rosé con solo pinot nero. Il risultato è un rosato più deciso e note idrocarburiche, minerali, di crosta bruciata. La bocca è intensa, contrastata tra cenni amarognoli di chinotto e una dolcezza zuccherina finale.
Il Letrari Nature, da chardonnay e pinot nero, ha colore paglierino dorato e profuma di fiori bianchi e lieviti. Bocca decisa, lunga, corposa. Un buon viatico per l’assaggio della Riserva del Fondatore 1999, gran vino dal perlage finissimo e dagli eleganti profumi di anice. Preciso e vivo al gusto, offre finezza e grande struttura.
Il Brut Riserva 2004 di Methius è uno chardonnay con una quota importante (40%) di pinot nero. Il colore è paglierino carico (e anche l’alcolicità è tra le più alte della rassegna, 13%) e i profumi sono intensi di vaniglia e fiori bianchi. Bocca aitante, corposa, morbida.
Il Maso Nero 2004 di Zeni è uno chardonnay segnato da una importante nota tostata che si ritrova anche al gusto, insieme a un frutto sapido. Finale lungo, fumé, amarognolo, ricorda la castagna. Sempre della stessa azienda il Maso Nero Brut Rosé (60% pinot nero e chardonnay) ha colore buccia di cipolla e unisce note minerali e leggera frutta rossa. In bocca è fine, con finale segnato da una lunga scia vanigliata.
Una piccola appendice a questa serie di assaggi è scaturita in un’altra bella occasione organizzata da Trentino SpA, l’azienda di promozione territoriale della provincia autonoma. Trentino Wine on tour, ovvero una vera e propria tournée dei prodotti enogastronomici trentini che ha fatto tappa anche a Viareggio, lo scorso 3 maggio. In quell’occasione, oltre a Muller Thurgau, Marzemino e Teroldego, anche una piccola pattuglia di TRENTODOC si dava agli assaggi, senza dimenticare la ricca selezione di grappe offerta e commentata dai degustatori dell’ANAG.
Tra i metodo classico non assaggiati e Verona, ho trovato piacevole il Brut 51.151 di Francesco Moser, dai profumi peculiari di melone e ardesia e dalla bocca molto viva anche se non molto sapida.
Più giocati sui lieviti i due prodotti dell’azienda Balter. Il Brut base, composto da solo chardonnay, sfoggia crosta di pane e una certa agrumosità, ma in bocca è più fresco che complesso. Migliore il Balter Riserva Millesimato 2003, composto anche da un 20% di pinot nero, che profuma di lievitosa pasticceria e offre una bocca corposa in cui gli aromi terziari predominano.
Nella varietà di stili una serie di prodotti dunque interessanti, capaci forse di agganciare la tendenza al rialzo che vede i vini spumanti italiani (e non solo i metodo classico, anzi!) mietere successi in tutto il mondo. Un treno che il Trentino ha già perso in passato, a favore di una più organizzata Franciacorta, ma che la maggior consapevolezza dei produttori e delle istituzioni fa sembrare oggi a portata di mano.
La foto dello stand vinitaliano è di Daniele Mosna