Limone e pompelmo, muschio, gelsomino confettura di pesche ed albicocche, miele, crema pasticcera, vaniglia, ananas, pasta frolla, frutta candita, anice stellato ed ancora cioccolato bianco e mandorla. Colore dell’ambra, limpido e lucente, ed in bocca caldo, avvolgente e mai stucchevole grazie ad una buona acidità, ad una sferzante sapidità ed alla nota amara che si percepisce poco dopo aver deglutito, e che si affievolisce lentamente fino a scomparire. Il vitigno che lo genera è uno dei più antichi della nostra penisola, il Moscato.
Siamo a Trani, in Puglia, all’azienda Franco di Filippo che si dedica interamente alla produzione di Moscato di Trani, nella versione passito, dal 2005. Gli elementi cardine per il successo di questo vino sono da rintracciarsi, se non nella lunghezza della sua storia, nella profonda conoscenza della terra e del clima di cui il titolare va a buon diritto fiero. Il moscato di Trani è per Franco il grande amore, una passione che lo ha spinto a voler indirizzare proprio su di esso tutte le forze.
Di questo vitigno lo hanno rapito soprattutto la storia e le radici: è la doc più antica della Puglia ed ha origini lontane. È stata coltivata prima dai greci e poi dai romani, ed il suo nome ha un’etimologia piuttosto curiosa: si dice che Catone usasse il termine ”apicia” (da “apis”, ape) per indicare quelle uve dolci ed aromatiche che attiravano molti insetti, tra cui anche le mosche. Da qui il nome, appunto, di “Moscato”. A Trani il moscato assunse grande importanza intorno al 1000 per merito dei veneziani che lo iniziarono a commercializzare, stipulando un accordo con la Dogana di “Trane”. La sua fama crebbe vertiginosamente nei secoli e nel 1974, per primo in Puglia, ricevette il riconoscimento della Doc.
A seguito dell’arrivo della denominazione, per essere ben distinto dagli altri cloni di moscato, gli fu anche assegnato il nome di Reale. Nella zona di Trani sono presenti oggi 9 aziende che producono Moscato Reale Passito; appena 15 gli ettari a lui dedicati e 60.000 le bottiglie annue in commercio della capacità di 0,5 litri. L’azienda Di Filippo coltiva tre ettari e mezzo di terreno tufaceo-calcareo a 30 m slm. La resa media per ettaro – 55 ettolitri – lascia ben immaginare il duro lavoro e la ferrea selezione che governano questa produzione, in cui gioca un ruolo fondamentale l’appassimento svolto direttamente su pianta, senza l’utilizzo né di graticci, né di stuoie. I grappoli in cui è presente la muffa nobile vengono scartati e la raccolta delle uve viene svolta a fine ottobre.
Ciò che si ottiene, dopo un affinamento in acciaio inox ed uno successivo in bottiglia per 6 mesi, è Passito di 14,5°, con un residuo zuccherino pari a 80 g/l; un “vino da conversazione”, per lunghe chiacchierate, difficili da dimenticare!
MI PIACEREBBE AVERE UN CONTATTO DELL´AZIENDA DI FILIPPO, HO CERCATO IN INTERNET MA SENZA SUCCESSO…..:(
VOI ME LO POTETE MANDARE?
UN CARO SALUTO
COSIMO
“Nemo propheta in patria” è così anche per Di Filippo che produce forse il miglior Moscato di Puglia, senza che siano in molti ad accorgersene.
Grazie a Roberta da oggi anche sulla ribalta nazionale.
Ciao
Pasquale
Grazie ad entrambi per aver apprezzato l’articolo! Il vino è davvero sublime! @ Cosimo puoi scrivermi, se vuoi, via mail per avere i contatti . pr.enogastronomia@gmail.com
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GRAZIE, ARTICOLO DAVVERO INTERESSANTE!
MI PIACEREBBE AVERE UN CONTATTO DELL´AZIENDA DI FILIPPO, HO CERCATO IN INTERNET MA SENZA SUCCESSO…..:(
VOI ME LO POTETE MANDARE?
UN CARO SALUTO
COSIMO
“Nemo propheta in patria” è così anche per Di Filippo che produce forse il miglior Moscato di Puglia, senza che siano in molti ad accorgersene.
Grazie a Roberta da oggi anche sulla ribalta nazionale.
Ciao
Pasquale
Grazie ad entrambi per aver apprezzato l’articolo! Il vino è davvero sublime! @ Cosimo puoi scrivermi, se vuoi, via mail per avere i contatti . pr.enogastronomia@gmail.com