di Claudio Corrieri
A.O.C. dal 1936, vanta una storia millenaria come vino di corte o per le grandi occasioni, e dispone di un patrimonio viticolo notevole, con ceppi anche centenari e con alcune parcelle a piede franco. La particolare esposizione a sud permette o forse obbliga i vignaioli di Cornas a vendemmiare prima di tutti gli altri vignaioli del nord-Rodano, per una produzione annuale di circa 4200 hl di vino e rese medie di 37 hl per ettaro. La vinificazione invece si gioca su calibrate fermentazioni e affinamenti in legno (fra barrique e 1\2 tonneaux) per un minimo di 2 anni.
Negli ultimi trent’anni alcuni vignaioli hanno ripreso le produzioni sui terreni collinari ormai in stato di abbandono dagli anni ’60, realizzando impianti più dinamici e sfruttando la maggior freschezza fornita dall’altitudine per ottenere rossi più delicati e floreali. Si parla di Clape in particolare, ma anche di Courbis e di J.L.Colombo, i quali, assieme a Alain Voge e più tardi a Thierry Allemand, hanno ridato lustro e vigore ai vini di Cornas. Fino ad arrivare alla nouvelle vague attuale, quella dei giovani come Vincent Paris, Guillaume Gilles o Matthieu Barret, che hanno iniziato a vinificare parcella per parcella individuando le caratteristiche dei vari lieux-dit e cercando di racchiudere nella bottiglia l’anima più individualista del Cornas d’autore.
Fra i lieux-dit più famosi c’è Reynard, da cui provengono syrah speziati e polposi; la Geynale, da cui provengono syrah floreali e aromatici, Chaillot, che dà vini carnosi e solari, ma anche Tezier e Patou, che spesso regalano rossi emblematici e caratteriali.
In sintesi e in ordine sparso, eccovi alcuni dei migliori assaggi del salone dei Cornas.
Guillaume Gilles
Côtes du Rhone Les Peyrouses 2009– Precursori tipici anche dolci fra pepe, viola e cacao, assetto finto semplice, intrigante sviluppo minerale.
Cornas La Combe de Chaillot 2009 – Vino tutto in souplesse, setoso e come ricamato, dotato di un bel carattere rodaniano, speziatissimo.
Cornas 2009 – Colorato, strutturato e ampiamente aromatico, profondo nella sua anima “orientale”. Acidità sostenuta, lunghezza, succo e sale. Bel vino.
Domaine Auguste Clape
Eppure è e resta un contadino nell’animo, e te lo fa capire quando ti dice candidamente che i vini da vigne entro i vent’anni sono troppo giovani e non riescono ad essere espressivi per un terroir! Su terreni argillo-calcarei ha anche una piccola vigna di Marsanne, da cui ricava un bianco gelosamente tenuto sottobanco e che ci ha fatto assaggiare versandocelo con la stessa sacralità con cui il prete versa il vino durante la messa. I suoi vini spesso derivano da uve diraspate e ça va sans dire da botti vecchie di infiniti passaggi, che ossidano lentamente e non marcano i vini con gli umori del legno.
Cornas Renaissance 2009 – Irruento e giovanile nel carattere, pasta di olive e viola al naso, tannini dolci sul frutto. Da vigne giovani(si fa per dire, fino a 20 anni).
Cornas 2009 (da botte) – Emergono note di pepe, spezie, viola e liquerizia, dettaglio aromatico complesso, maggior dinamica in bocca e mineralità sul finale, note selvatiche a corredo, ma un filo di brett nel contesto non ci dispiace neanche un po’. Risentiamolo fra qualche anno.
Cornas 2006 – Lo stile di Clape punta molto sulla maturità del frutto, qui espressa ancora con apprezzabile integrità a connotare un rosso piacevole, fresco, profumato di anice stellato e mentuccia, pepe e liquirizia. Tannino vivace e setoso, un pelo di volatile in esubero ma tanta, tanta mineralità réfrechissante.
Vincent Paris
Cornas Granit 30 2009 – Che carattere! Salato pepato, ematico e profondamente speziato; volume e scorrevolezza. Il termine bevibilità gli sta stretto. Di più!
Cornas granit 60 2009 – Forse un po’ riempito dai legni, o forse in questa fase o in quest’annata Vincent ha comprato qualche botte seminuova. Resta comunque di buona materia con un bel contrasto acido-minerale sul finale di bocca.
Cornas Geynale 2009 – Dire succoso e polposo non rende l’idea di quanto questa vigna ha messo di sé dentro questo vino. La confezione non scalfisce minimamente la materia, che aggredisce e trasporta ogni cosa che trova sul cammino. Infinitamente lungo nel finale. La semantica enologica è rimandata a Settembre, fra volatile ed aromi estremi di pasta di olive. Non per tutti ma ..
Domaine Alain Voge
Grazie all’arrivo dell’enologo A.Mazoyer le dinamiche di rinnovamento hanno subito un’accelerazione e i progressi si sono potuti avvertire sin nel bicchiere, seppure lo stile sia ancora marcato da un convenzionale uso dei legni (tutti di origine bordolese) e del batonnage, che ne accentua una impostazione anni ’90, ormai quasi desueta fra le generazioni nuove.
Côtes du Rhone Les Peyrouses 2008 – Dal gusto fresco e minerale con pronunciati cenni boisée a riempire.
Cornas Les Chailles 2008 – Annata deboluccia e il legno ahimé prende il sopravvento, impoverendo ulteriormente il succo e la materia.
Cornas Vieilles Vignes 2008 – Materia più fresca qui ma medesima confezione. Minerale
Cornas Les Vieilles Fontaines 2007 – L’uso di questi ottimi legni di Bordeaux trova un contraddittorio con la materia di una discreta annata, dando al vino stacco e lunghezza. Qui si ragiona! Seppure in un’ottica poco territoriale.
Cornas Les Chailles 2009 (da botte) – Buona materia e stile più sul frutto, con estrazione maggiormente calibrata. Staremo a vedere in futuro.
Cornas Vieilles Vignes 2009 – Ancora meglio con ricerca del frutto, aspetti sapido-minerali intriganti e un legnettino avvertito a contorno. Avvertiamo un cambio di marcia: nella giusta direzione però!
Matthieu Barret (Domaine du Coulet )
Cornas Brise Cailloux 2008 – Estremo nei profumi di pepe e tapenade, irrequieto e fuori misura su quasi tutto, ma di beva straordinariamente affascinante e succosa.
Cornas Les Terrasses du Serre 2009 – in questa fase ridottissimo al naso ma fortemente minerale in bocca. La bassissima presenza di solforosa non riesce forse a contenere ossidazioni e “scivolamenti decadenti”.
Cornas Billes Noires 2009 – In fase interlocutoria, riesce però a esprimere una materia succosissima di grande energia e spinta sul palato.
Cornas Billes Noires 2007– Pasta di olive, pepe e note ematiche dominano il naso, con estremizzazione dei loro aromi e vigoria in entrata e sul finale di bocca. Da attendere (speriamo non per sempre).
Fra gli altri incontri metterei in luce alcuni produttori che lavorano bene e sono lontani dai riflettori, come Domaine Lionnet, i cui vini, frutto di assemblaggio di uve provenienti da varie parcelle e affinati in botti grandi, si offrono equilibrati e materici, chiari e leggibili nonché aromaticamente calibrati. O come Balthazar Franck, produttore di vini setosi e ben estratti, puliti e fragranti, di ispirazione stilistica moderna.
Nota a margine (ma doverosa): non era presente Thierry Allemand, forse il vignaiolo più celebre della denominazione. Siamo andati persino a cercarlo presso la sua azienda, ma non era lì. Era in vigna a curare le sue piante fiorite e ovviamente ha fatto di tutto per rimanerci, incurante della nostra presenza. Ce ne siamo andati in silenzio, inevitabilmente sedotti da quell’aria magica che avvolgeva la campagna.
Le foto della vigna Geynale e di Robert Michel sono state tratte da www.vin-terre-net.com; quella del vigneto di Matthieu Barret dal sito aziendale