Viaggio nell’Italia del vino a caccia di prodotti originali, territoriali e accessibili
Dopo la puntata del numero scorso dedicata ai vini del centro-nord, proseguiamo in direzione sud il nostro viaggio a caccia di vini capaci di raccontare il territorio e il progetto umano che gli ha dato vita. La domanda che ci poniamo è sempre la stessa: bere bene a prezzi “accessibili” è possibile? Sembrerebbe proprio di sì. E se in qualche caso troverete prodotti non proprio economici, vi assicuriamo che per prestigio e qualità della tipologia sono tutto grandi affari.
Seconda puntata – Italia Centro-Sud (e qualche recupero dal nord)
Elio Ottin – VALLE D’AOSTA/Pinot Nero 2012 (€13-15)
La più piccola regione italiana – terra di montagna dove la viticoltura non è certo facile né economica – è sorgente di vini originali e divertenti, che possono stupire anche il bevitore più smaliziato. Elio Ottin è un produttore serio ed apprezzato, da tempo sotto il mirino degli addetti ai lavori per i suoi vini aggraziati e gustosi. Se, come ci si aspetta da una zona nordica, sono spesso i bianchi ad eccellere, Ottin va controtendenza e si distingue per i suoi rossi di bella personalità e proposti al mercato con prezzi molto onesti. Tra tutti vi consigliamo l’ottimo pinot nero, vino snello, dai profumi varietali, fresco e di bella progressione gustativa.
Aurelio Settimo – PIEMONTE/Barolo 2010 (€24-28)
Che il Piemonte sia per distacco la migliore regione italiana del vino è fatto noto. Così come che le Langhe siano una sorta di “paradiso in terra” per tutti gli appassionati di vino. Qui, più che altrove, è radicata la consapevolezza di avere in dote un patrimonio di vitigni e di terreni unici, che la sensibilità dei viticultori più bravi deve solo assecondare. E’ quello che fa da tanti anni l’azienda Aurelio Settimo, col suo approccio serio e coerente, lontano da derive modaiole e con una politica di prezzi sempre corretta. Un indirizzo sicuro per il consumatore che vuole provare i grandi rossi piemontesi a prezzi accessibili. Segnaliamo allora l’eccellente Barolo “base”, armonico ed equilibrato, che fa della freschezza e della bevibilità un punto di forza. Per esplorare le vette della tipologia provate poi il pregiato “cru” Rocche dell’Annunziata, a una decina di euro in più.
Marchesi Alfieri – PIEMONTE/Barbera D’Asti La Tota 2012 (€12-13)
Ancora in Piemonte e per la precisione nel borgo di San Martino Alfieri, a metà strada fra Asti ed Alba. Ci sembrava giusto infatti offrire un’alternativa ai grandi rossi langaroli e la scelta è caduta sulla tipologia Barbera. Declinata in diversi varianti, questa diffusa uva rossa da origine a vini di grande acidità, polpa e vocazione gastronomica. Quella di Asti, più sfaccettata e minerale, è considerata da molti la “vera” barbera piemontese. Provare per credere le etichette della storica azienda Marchesi Alfieri, che su questo vitigno ha costruito la sua fama. L’Alfiera è una fuoriclasse del genere, ben nota alla critica e agli appassionati; ma a noi – anche per il prezzo conveniente – ha impressionato molto la semplice e immediata La Tota, speziata, fresca, elegante, di composta modernità.
Tenuta Valdipiatta – TOSCANA/Nobile di Montepulciano 2011 (€18-20)
Se Chianti e Brunello vantano maggior popolarità, il vino Nobile di Montepulciano risponde con una storia ultracentenaria, che dimostra l’indissolubile connubio tra queste colline della parte sud-est della regione e il vino di qualità. Non è un caso se nel 1980 questo rosso a base sangiovese (qui detto “prugnolo gentile) è stato il primo in Italia ad avere la fascetta della DOCG. Tenuta Valdipiatta è tra le aziende storiche della denominazione e oggi i suoi vini sono apprezzati in tutto il mondo. Il noto e pluripremiato Vigna D’Alfiero è rosso austero e di grande eleganza, al top della denominazione, e solitamente si esprime al meglio dopo qualche anno dalla vendemmia. Il Nobile “base” è vino più immediato, “ciliegioso”, ma dotato di nerbo, corpo e notevole persistenza. Un approccio sicuro per chi vuole esplorare la tipologia.
Azienda Mesa – SARDEGNA/Carignano del Sulcis 2013 (€9-10)
Dici Sardegna e pensi a mare e spiagge. L’isola è però anche una terra da vino di antichissima storia, come testimoniato da resti fossili di semi d’uva risalenti a più di tremila anni fa! Se Cannonau e Vermentino sono i due alfieri della vitivinicoltura locale, il nostro viaggio fa tappa invece al sud-ovest dell’isola, nel Sulcis Iglesiente. E’ una zona bellissima, ancora selvaggia ed autentica, lontana anni luce dalla patinata Costa Smeralda; in quelle colline di sabbia nascono vini di grande carattere ed originalità, a partire dal Carignano. Qui Gavino Sanna, noto pubblicitario, ha deciso di girare l’ultimo spot per la sua terra fondando un’azienda moderna ed eco-friendly. Nella gamma aziendale trovano spazio tutti vini equilibrati e godibili. Scegliamo il Buio 2013, carignano fresco e speziato, saporito e molto persistente. A meno di 10€ sullo scaffale davvero un bell’esempio di vino quotidiano mediterraneo.
Damiano Ciolli – LAZIO/Cesanese di Olevano Silene 2012 (€10-12)
Nonostante qualche timido cenno di risveglio il Lazio continua ad essere la “bella addormentata” del panorama enologico nazionale. Tanti prodotti ben fatti e rassicuranti, ma poca originalità e punte d’eccellenza davvero rare. Il Cesanese è senza dubbio il vino/vitigno a cui si aggrappano le più fondate speranze di una exploit qualitativo del vino laziale. Nella doppia versione Piglio/Olevano, questo rosso storico e trascurato per decenni sta trovando in un manipoli di piccoli produttori gli interpreti giusti per togliersi di dosso quell’anima di rusticità che lo connota. Tra essi Damiano Ciolli è senza dubbio quello che da più tempo sta mostrando una continuità e una sensibilità fuori dal comune. Tra i due rossi di casa, Cirsium e Silene, entrambi buonissimi, segnaliamo l’eccellente rapporto qualità/prezzo del secondo, vino goloso ed aggraziato, da bere a secchi.
La Valentina – ABRUZZO/Montepulciano Spelt 2010 (€14-16)
L’Abruzzo del vino sta facendo passi da gigante. Da terra di vini da taglio e a buon mercato, sta diventando una piccola enclave da cui scaturiscono prodotti versatili, piacevoli, convenienti e sempre più spesso di sorprendente qualità. Pur annotando l’importanza nel panorama ragionale di bianchi come il Trebbiano e il Pecorino, l’Abruzzo resta terra “rossista” e il Montepulciano è il suo vessillo. L’azienda della famiglia Di Properzio, con il suo progetto ecosostenibile e i suoi vini sintesi di tradizione e modernità, è una delle realtà più interessanti degli ultimi anni. Il Montepulciano Spelt 2010 è stata la sorpresa dell’anno in regione, facendo incetta di premi da tutte le principali guide di settore. I suoi profumi intensi, il palato ricco e pieno, il finale rinfrescante e pulito non potranno lasciarvi indifferenti.
Michele Perillo – CAMPANIA/Taurasi 2005 (€20-22)
E’ ormai pacifico che la Campania sia una delle grandi terre da vino della penisola. Segnali incoraggianti arrivano ormai da quasi tutte le tipologie e provincie, ma è l’Irpinia la zona viticola che più di tutte sta mostrando la sua vocazione. Sul fronte dei bianchi Greco di Tufo e Fiano di Avellino sono ormai riconosciuti come vitigni di assoluto talento. Sul fronte dei rossi il Taurasi si propone da anni come il “barolo del sud”, anche se il mercato fatica a riconoscerlo. Eppure ci sono vini come quello di Michele Perillo che dovrebbero mettere tutti d’accordo: messo in commercio a diversi anni dalla vendemmia, per affinare al meglio l’imponente trama tannica di cui è dotato, è un rosso di energia, carattere e complessità rara. Fosse prodotto Oltralpe sarebbe un “grand cru” di fama internazionale. Ma è fatto a Castelfranci di Avellino e allora resta un segreto per veri intenditori. Ora lo sapete!
Camerlengo – BASILICATA/Aglianico del Vulture Camerlengo 2010 (€16-18)
La piccola Basilicata ha nel distretto del Vulture un territorio capace di sfornare vini di grande intensità e carattere. La vigna qui parla la lingua dell’Aglianico, piantato da sempre su terreni vulcanici e in quota. In queste condizioni particolari si ottengono, nelle interpretazioni virtuose, prodotti che uniscono alla rinomata potenza espressiva un’articolazione e un corredo aromatico fuori dal comune. Lo sa bene il simpatico architetto Antonio Cascarano, che qui è venuto a investire qualche anno fa. Il Camerlengo è un rosso potente e concentrato, ma che mantiene una sua freschezza ed agilità e che promette una lunga e positiva evoluzione. Una particolarità? Il recupero e l’uso di botti di castagno, come da antica tradizione locale.
La “cantina d’Italia” è una delle regioni più belle e visitate del nostro paese. Fino ad oggi l’immagine enologica della regione è stata spesso “annacquata” da produzioni mediocri e confuse, dettate dall’unico vangelo della quantità. Da qualche anno i segnali di risveglio in regione sono evidenti e i produttori di talento non mancano. Severino Garofano, uomo colto e riflessivo, è considerato da tutti uno dei “padri” dell’enologia meridionale e a lui si devono alcuni dei più grandi rossi del sud mai prodotti. Tra questi Le Braci, negramaro imponente e sontuoso, che da anni segna i limiti di massima espressione qualitativa dei rossi salentini. Col nostro occhio attento al prezzo segnaliamo anche il Simpotica, un blend di negramaro e montepulciano, che, fedele al nome, vi piacerà per la sua capacità di stare a tavola e farvi compagnia.
La Calabria non è certo la prima regione che viene in mente quando si parla di vino. Eppure, a cercar bene, si possono trovare vini dai profumi e sapori genuini ed autentici, ottenuti spesso da vitigni locali poco noti al grande pubblico (gaglioppo, magliocco, etc…). Caparra & Siciliani è da 50 anni uno dei punti di riferimento enologico della regione e gestisce oggi la produzione di oltre 200 ettari nella zona classica del Cirò, sulla costa crotonese. Quelli di Caparra & Siciliani sono vini dal profilo tradizionale e maturo, equilibrato e mai “urlato”. Il rapporto qualità prezzo è eccellente su tutta la gamma e qui davvero di può bere bene salvando il portafoglio. Il campione di casa per noi è il Volvito, che da anni non sbaglia un colpo e si segnala come uno dei migliori Cirò in circolazione.
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