Potente, concentrato, viscerale, di timbrica austera e fitta intelaiatura tannica, è solcato da toni aromatici “scuri” di corteccia, china, sottobosco e rinfrancato da una ficcante lama acida. E’ giovane, questo è. Chiede solo tempo per armonizzare al meglio le varie voci gustative.
Brunello di Montalcino 2009
Bella definizione aromatica, bel senso del dettaglio: virtuoso il dialogo fra frutto, spezie e florealità, che si avvantaggia (anche) della spinta alcolica, in grado di illuminarne i profumi. Bocca armoniosa e coinvolgente, profonda e vitale, intessuta da una salvifica corrente di freschezza, a vegliare sulla tonicità e sui contrasti. Ottimo il bilanciamento, e non era facile in un’annata così. Per questo si distingue. E bene.
Brunello di Montalcino 2007
Anche al Colombaio l’annata calda si è fatta sentire. Soprattutto se stai allo spettro dei profumi, veicolati dalla coltre alcolica e governati da una percettibile nota di frutto rosso laccato. Dolcezza diffusa anche al palato, largo e avvolgente ma in grado di recuperare contegno e profilatura nel finale, dove i tannini, sia pur affilati, si vestono di freschezza. Sai che c’è? C’è che l’acidità non molla e la chiusura ti sembrerà meno prevedibile e più contrastata delle attese. Insomma, un vino dialettico, combattuto, “fra le pagine chiare e le pagine scure”.
Brunello di Montalcino 2002
A distanza di anni, la problematicità di una vendemmia diversa e alquanto sofferta si traduce oggi in un assetto aromatico confuso e a ben vedere poco esplicito, dove l’evoluzione intende imporre le proprie regole e i profumi vanno assestandosi su note terrose e caffeose. Ed è un tratto coerentemente terroso (e liquirizioso) che si conferma in una bocca tutto sommato gradevole e non così cupa, semmai un po’ in debito di progressione e garbo espositivo, sviluppata com’è su di una trama “sugosa” più che succosa.
Bel fraseggio aromatico, costruito sulla freschezza e su una confortante sensazione fruttata, a suggerire vitalità. I graffi del tempo non incidono sugli assetti. Nobile, austero, dai tannini “soffici” e ben fusi, spinge bene offrendo un finale compiuto, senza increspature o ammaccature. Un conseguimento da sottolineare in rapporto alla vendemmia in gioco, perché non fa una grinza e porta bene gli anni che ha.
Brunello di Montalcino 1995
Sottobosco, alloro e menta indirizzano il quadro dei profumi su cadenze austere, non prive però di incisività. Le tendenziali cupezze aromatiche ben si diradano al palato, dove carnosità, grinta e intensità ravvivano i contrasti e stimolano la progressione. E se non sciorina la nobile compostezza di un ’88, la vena acida e la residua dolcezza del frutto sorreggono mirabilmente il sorso, rintuzzandone le tentazioni amaricanti e regalando alla trama una profilatura, un tono e una reattività tali da agevolarne l’immedesimazione.
Brunello di Montalcino 1988
Pirite, ghianda, corteccia e sottobosco innervano un profilo “sangiovesoso” old fashioned, al cui richiamo di autenticità non sai opporre resistenza. Bocca ricca, forte dentro, signorile, coniuga spessore, stoffa e carnosità in un tessuto tannico “tridimensionale”, espandendosi meravigliosamente fino all’inesauribile finale. E’ vino vivo, pulsante, d’antica fierezza: un grande conseguimento.
Brunello di Montalcino 1981
Di cupezze e introspezioni: chicco di caffè, china, terriccio e liquirizia emergono da un quadro grintoso ma un po’ grezzo, squadrato, in debito di distensione e ossigeno. Annata così e così, enologicamente parlando (ma è il tributo alla causa di Francesco, che in quell’anno è nato!). Il vino ne è fedele interprete: pur non mollando gli ormeggi ha forse abbandonato l’idea di lasciar respirare un disegno che porti con sé i crismi della compiutezza.
Brunello di Montalcino 1977
Profumi di bella spazialità e definizione: cangianti, progressivi, ben scanditi, annunciati dai sentori più profondi del sottobosco. Soprattutto, ancora in grado di ispirare freschezza. In bocca non mancano indole e temperamento. E una vivida nervatura acida a snellire e a ingranare la persistenza, punteggiata da stimoli agrumati e da toni più malinconici di legno antico e tabacco biondo. Vino bellamente “resistente”, di caparbia veracità e istintiva fascinazione.
Brunello di Montalcino 1973
Tutto l’armamentario dell’evoluzione più circuitrice e seducente abita questo bicchiere. Lo scoprirai nelle pieghe di un naso cadenzato, profondo, intenso, verace, solcato da note di caffè, tabacco, mogano, caramello, foglie secche….. Poi, senza fretta, ecco i riconoscimenti più “leggeri” di agrume, cardamomo e spezie fini. Su tutto, una sensazione “pietrosa” che pulsa. Bocca dall’acidità viperina, scorrevolissima, minerale, dai risvolti ancora agrumati. Con i tannini impercettibili e super fusi, la beva contagiosa. E con quel finale fresco, “sollevato” e salato che – letteralmente – apre a nuova vita. E’ razza pura.
Degustazione effettuata in azienda nel mese di giugno 2015
Contributo fotografico di Nicola Voltolini
Baricci – Colombaio Montòsoli
Loc. Colombaio di Montòsoli 13 – Montalcino (SI) – info@baricci.it
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