D’altro canto, come accade spesso nella nomenclatura dei vitigni antichi, ne esistono diversi che corrispondono allo stesso nome. Uno è diffuso nel saluzzese, uno nel canavese, ma il perlaverga di Verduno fu distinto dopo studi genetici negli anni 80 come pelaverga piccolo e con questo nome venne registrato come varietà a sé stante. Il vino prodotto con la relativa denominazione in tutta la zona di produzione non supera le 140000 bottiglie annue. E chi assaggia il vino Pelaverga raramente lo dimentica: la varietà è particolarmente prodiga di zuccheri tanto che facilmente le gradazioni salgono, ma soprattutto esso si distingue per le sue note speziate, soprattutto pepate, che gli conferiscono un aroma peculiare nel panorama italiano.
La nuova cantina è stata costruita qualche anno fa con una impostazione efficiente ma tradizionale: non troviamo rotomaceratori né barriques, ma moderni vinificatori a cappello emerso e belle botti in rovere. La cura del vigneto e quella dell’uva è al primo posto, alla Cascina Massara, per la buona riuscita dei loro vini.
La particolarità dei vini della Cascina Massara sta proprio nella eleganza dello stile, nella felice adesione alla tradizione vitivinicola langarola, e nella cura che l’azienda mette nel prodotto più tipico che è proprio il Verduno Pelaverga.
Assaggiamo con il titolare innanzitutto il Pelaverga 2014 che, nonostante l’annata problematica, ci offre un colore vivo e una bella nota cromatica, un naso dagli aromi fruttati ma sopratutto speziati che ricordano il pepe verde, l’elicriso e il coriandolo. In bocca, anche se la componente alcolica raggiunge i 14 gradi, è fresco, avvolgente e corre veloce con una linearità e una bevibilità sorprendente ed invitante. Chiude pulito e fresco con tannini delicati.
Con sincera ospitalità Gian Carlo, vorrebbe invitarci ad assaggiare altri vini ma la necessità di riprendere l’auto ci consiglia accontentarci di questa bella esperienza anche perché sappiamo che presto lo reincontreremo nel suo stand a Vinitaly.