Se “movimento” implica un’idea di energia e dinamicità, come titolo e sottotitolo vorrebbero suggerirci nell’onorare la memoria e le intuizioni futuriste dell’artista e scrittore Ardengo Soffici (pratese d’affezione), dobbiamo ammettere che questi elementi «cinetici » li abbiamo ben còlti, nelle nostre prime trasferte all’Ardengo. Perché in questo locale di tendenza, sorto recentissimamente nel centro storico di Prato grazie all’estro e alla caparbietà dei due titolari Mirko Banacchioni e Lorenzo “Lollo” Filippini (pratesi DOC e amici da sempre), vi respiri un’aria talmente fresca, vitale ed elettrica che non soltanto è in grado di tirare la volata ad un’esperienza fin dalle prime avvisaglie istintivamente appagante, ma che lascia lampeggiare un futuro on its side.
Spiccato senso dell’accoglienza, competenza gentile e mai impositiva, una bella fetta di sano understatement, simpatia a palla, trasparenza nei gesti e nei modi; il tutto calato in un contesto elegantemente moderno e minimale negli arredi, in felice contrasto con la vecchia struttura architettonica del fondo, sorvegliato amorevolmente da una speciale sentinella del tempo, una colonna di epoca tardo medioevale. E a proposito di trasparenza, quell’affaccio prepotente sulla cucina a vista dice più di molte parole e ben predispone a lasciarsi guidare nell’esperienza sensoriale, costellata di proposte ludiche e pagane a cui non appartiene l’ovvietà.
E’ una enoteca -in movimento- dove si può mangiare «a più livelli » in ragione dell’appetito che si ha e di ciò che si vuol fare una volta entrati lì dentro. La proposta enoica, frutto di una ricerca attenta a coniugare prezzo ed alta qualità (sulla quale la longa manus del collaboratore e amico Renzo Priori, una vita spesa nel mondo del vino d’autore, si sente), presenta alcune singolarità: intanto, non è che si ordina una bottiglia al tavolo qui, dal momento in cui il formato prescelto è solo e soltanto il magnum. Ecco quindi che assume un ruolo chiave l’atto della mescita, che si porta appresso una consequenziale appendice socializzante: quella del suggerimento, del consiglio, dell’instradamento, aspetti nei quali Mirko e Lollo sanno come muoversi. Ad assecondare questo proposito ci pensa poi il menu, un menu che cambia con frequenza sostenuta e nel quale i suggerimenti enoici vengono indicati per ogni pietanza proposta, estrapolati da una selezione abitata spesso da vignaioli veri in grado di offrire uno spaccato eclettico e “via dalla pazza folla” della vitivinicoltura d’autore da nord a sud della penisola.
Ma la cosa forse ancor più sorprendente è la qualità dell’offerta gastronomica, curata dalla giovane chef pratese Cristina Liguori, accolta e raccontata in un menu cangiante e racchiusa in una decina di suggestioni che si muovono, tematicamente, fra tapas e piatti più propriamente detti, avvalendosi di una ricerca mai banale sulle materie prime e soprattutto di una attenzione agli equilibri e agli accostamenti che non ti aspetteresti. E’ ciò che fa drizzare le papille fin dai primi assaggi.
Dietro lo stemperare ironico di un nome (Polpo & Tone, Sogno di una trippa di mezza estate, L’insuperabile…..) o dietro l’apparente essenzialità di una enunciazione (Pane, Burro e Acciughe; Uovo e Fungo; La Tartare….), si celano in realtà dei piatti costruiti (a volte decostruiti) all’insegna del guizzo autorale, in cui sensibilità creativa e “occhio” concorrono al coinvolgimento emozionale e visivo per poi ricomporsi -spesso felicemente- al gusto, attenti a non abbandonare la retta via della coerenza e del rispetto dei sapori primari degli ingredienti utilizzati.
E se il gioco seduttivo si avvantaggia di un efficace senso estetico, mutuato dalla evidente attualizzazione concettuale, quest’ultima non si dimentica di connotare le pietanze nel verso del contrasto gustativo. E il lato ludico di una elaborazione, quando presente, riesce a non sfociare nell’artificio fine a se stesso o nel belletto velleitario. Prendono così forma idee ed intuizioni che a volte riescono a trasmettere una reale sensazione di compiutezza, facendoti stare bene. Sì, con i presumibili aggiustamenti di tiro, è la cucina il valore aggiunto e l’attrattiva in più sul quale potrà poggiare serenamente il futuro di Ardengo.
Ardengo – Enoteca in movimento – Via dei Cimatori, 6 – Prato – tel 366 531 8415
Foto dell’autore e di Massimo Zanichelli, compagno di una sera.
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