C’è una implicita predisposizione alla nobiltà d’animo nella famiglia De Ferrari Corradi, lo vedi e lo senti. Niente di più normale quindi se le circostanze narrate dalla loro storia li abbia fatti approdare nella terra del Nobile, del Nobile di Montepulciano, lì dove il padre di Paola Corradi era nato e dove aveva deciso di ritornare per acquisire un podere e fare vino. Correva l’anno ’68 o giù di lì.
Ci è riuscita grazie alla perseveranza, ovviamente, e grazie all’aiuto di un allora giovane enologo, Maurizio Castelli, ancora oggi consulente dell’azienda, e al progressivo coinvolgimento -spontaneo e mai forzato- dei figli Luca e Nicolò. Con il primo che decide di abbandonare la strada diplomatica per dedicarsi alla cantina e il secondo che, dalla natìa Genova, decide di trasferirsi in pianta stabile lì, a Cervognano, con l’idea magari di continuare a studiare architettura. Nicolò oggi ammette candidamente che immergersi in quella nuova dimensione di vita gli ha fatto quasi subito dimenticare i libri. I precedenti studi di agraria, alla fin fine, si sarebbero rivelati più utili.
Non solo il Nobile “classico” quindi, intimamente legato al tradizionale blend costituito da sangiovese (prugnolo gentile) in netta prevalenza, canaiolo e colorino, ma anche il Nobile di Montepulciano Riserva bianca, che con altrettanto spirito tradizionale è andato a rinnovare i fasti della vecchia Riserva di famiglia prodotta fino agli anni Novanta del secolo scorso, poi abbandonata a causa dei ripetuti reimpianti del parco vigneti. Grazie alla accresciuta maturità delle vigne, sono oggi quelle più che ventenni a dare vita a questa selezione.
Ma è guardando a quella attitudine familiare di cui parlavamo, che quasi ispira umiltà nella sua partecipata dedizione alla causa, che possiamo rintracciare il seme di una fisionomia stilistica ormai ben consolidata. La signorile compostezza di Paola, la verace simpatia di Nicolò e il garbo raffinato di Luca sono ANCHE i loro vini, nel pieno rispetto di una “proprietà transitiva” meritatamente realizzatasi.
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I VINI DI UN GIORNO
Saldo, coriaceo, silvestre, di terra e sottobosco, dietro l’iniziale ombrosità si cela una bella suadenza tattile e – con l’ossigenazione – un’apprezzabile apertura sul frutto rosso. Goloso, sapido e compassato, porta in dote signorilità e il tempo non sembra fargli troppo effetto.
Vino Nobile di Montepulciano 2005
Una punta di ossidazione ai profumi, il frutto che diventa confit, una presenza scenica che non può più contare sullo slancio atteso…. Sì, l’unico vino di oggi a soffrire veramente il tempo è questo. Ma l’annata ci ha messo del suo.
Vino Nobile di Montepulciano 2006
Respiro aromatico profondo, di sottobosco e viole, spezie e minerale. Bocca robusta, meno sciolta del 2004, dichiaratamente grintosa e con qualcosa che ne asciuga il tratto. Il graffio tannico ne frena gli allunghi, è vero, ma saldezza e tonicità non sono in discussione.
Profumi di bella ariosità e freschezza. Classico negli accenti, affiorano ricordi di pirite, ghianda e alloro; lo sviluppo è sostenuto, continuo, sciolto, mentre il velluto tattile -apparentemente accomodante- non gli impedisce di evidenziare una sapida succosità, e con la succosità un buon grado di contrasto. Più che buono!!
Vino Nobile di Montepulciano 2008
Vino a trazione anteriore, un po’ imbrigliato dalle reminiscenze del rovere, con un pizzico di dolcezza in esubero e con un andamento gustativo non proprio deciso. Qualcosa di “mosso” sarebbe stato più gradito, ma è legittimamente figlio di un’annata insidiosa e non indimenticabile.
Vino Nobile di Montepulciano 2009
Se il comparto aromatico non si risolve in un pieno nitore, quella sottile indefinitezza ne va ad esaltare l’attitudine alla freschezza, che permea di sé il “non detto” fino ad innervarne la trama. L’ampiezza e la stoffa gustativa si fanno infatti garanti di una luce migliore rispetto a quanto appreso dalle annate precedenti. Emerge un senso di compiutezza nuovo, e un equilibrio fra le parti tale da proiettarlo -veriddio- fra i migliori conseguimenti di oggi.
E’ vero, il 2009 batte un colpo in termini di profondità e completezza, non da meno ci pare però questo aristocratico 2010, un Nobile oltremodo fresco e minerale la cui garbata austerità apre ad una persistenza sapidissima, sotto l’egida di una personalità flemmatica e compassata, ché quasi “Brunelleggia”.
Vino Nobile di Montepulciano 2011
Aromaticità straordinariamente fragrante, che non ti aspetteresti da una annata così. Il rubino ammette le sue belle trasparenze, l’estrazione appare super calibrata, la beva agevole, la godibilità assicurata. E se gli va a mancare una frazione di complessità, di fronte a cotanto incantesimo di equilibrio sei portato a fregartene il giusto.
Vino Nobile di Montepulciano 2012
A conferma della nuova strada stilistica intrapresa, ecco qua un vino fresco, sciolto, equilibrato, quasi incurante della lunga estate calda che ha contraddistinto il millesimo. Di bella luce interiore e di adeguate proporzioni, nella distinzione si lascia ben bere.
Qui fittezza e saldezza strutturale sono figlie della meglio gioventù. Perché non prefigurano né avallano nessuna ostentazione e nessun sovraccarico. La trama gustativa è instradata infatti dalla freschezza, e la grinta di cui si avvale viene opportunamente stimolata da fondamenta tanniche di classe. E’ un vino completo, questo è, di corpo e freschezza maritati. Ed è vino futuribile sul quale poter scommettere.
Vino Nobile di Montepulciano 2014
Fragrante, “librato”, profumato, sottile senza scadere nella magrezza o nell’amaritudine, conserva nelle sue intimità apparentemente fragili tutta l’espressività di un’annata acida e dialettica. E lo fa senza infingimenti. Indi per cui a bevibilità va che è un desìo, e se il profilo affusolato tende a comprimerne l’ampiezza, ritmo e nonchalance ne suggellano l’unicità e l’aura di simpatia.
Vino Nobile di Montepulciano 2015
Elettrico, scattante, ritmato, succo e proporzioni sono doti provvidenziali ai fini dell’equilibrio e della piacevolezza, in un vino che riesce maledettamente bene ad imbrigliare il tipico calore del millesimo. Buono!
ALTRE STORIE
Vino Nobile di Montepulciano Riserva bianca 2013 (sangiovese, canaiolo, mammolo, colorino)
Classico e quasi stilizzato nei modi e negli accenti, un briciolo di calore in eccesso non inficia poi tanto la naturale sua succosità, ravvivata dal sale e da una estrazione tannica morigerata e accorta.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva Sotto Casa 2013 ( sangiovese 80%, cabernet sauvignon 15%, merlot 5%)
Bella luce qui, brillante, di sottigliezze e filigrana tattile, di lui tutto potrai dire men che sia succube degli “internazionali”, che pure contempla nel suo blend costitutivo.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva Sotto Casa 2014 ( sangiovese 80%, cabernet sauvignon 15%, merlot 5%)
Arioso, tonico, impettito, in quella trama longilinea tutta la fragranza necessaria e tutto il candore. Stilizzato se ce n’è uno, non gli manca niente, e la sua è una bellezza disadorna.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva bianca 2015 (sangiovese, canaiolo, mammolo, colorino)
Ai profumi ti strega, per via di quella tenerezza aromatica garbata e armoniosa tanto da ricordare la spazialità di un “frutto Mascarelliano” (leggi: alla Mauro Mascarello). E’ espressivo, sfaccettato, spedito, saldo, si integra bene con il calore dell’annata e solo la grana del tannino gli fa prendere una piega meno emozionale che non il Nocio che seguirà. Ma sono questioni di lana caprina.
Vino Nobile di Montepulciano Il Nocio 2015 (sangiovese in purezza)
Ecco qua un Nocio “liberato”. Elegante, articolato, di incalzante dinamica e belle proporzioni, è una architettura tannica di gran classe ad esaltarne la tessitura e la filigrana sapida. E se i dettagli sono quelli che fanno la differenza, in questa chiave ariosa e “comunicativa” il mitico Nocio si avvantaggia di un respiro tutto nuovo. E’ un bel vedere.
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Degustazione effettuata in azienda nel mese di ottobre 2018